Se di te non udrò la voce,
la fresca risata e il brusio del cuore
poggiato sul mio...
cancellerò il mormorio di onde
sui reggiflutti...
per non udire la rabbia
dei giorni lieti
vinti da fragili scelte.
E cancellerò il domani,
per morire dentro al presente,
come un relitto con le vele strappate
che vaga senza avere una rotta.
Se di te non vedrò i tuoi occhi,
quelli che già si smarrivano
nel profumo di lenzuola e cuscini
nelle notti dove la luce fendeva smerigli lucenti...
cancellerò i ricordi
per non invecchiare nell'illusione
che torni di nuovo,
magari in una nuova stagione
col vestito dei fiori appassiti
e forse strappati,
come quelli da pioggia improvvisa.
Cancellerò i disegni dai vetri,
le orme sopra la sabbia
e quei giochi con piccole pietre
che lanciavamo lontano.
Cancellerò il calore della tua mano
quando stringevi la mia e dicevi... fai piano...
...e cancellerò il silenzio degli abbracci rubati,
il profumo di bacche e ginepri arrossati
assieme alle frasi smorzate
da rabbia di bocca
per darti il silenzio,
quello che migra e resta oltre la porta.
Andrea Iaia
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