Il cuore di un bambino
non teme la paura
e come un angelo che s'inchina
all'avventura
raccoglie disperate voci...
frammenti di quella luce
che un grande non può mai vedere.
Cornice di soave tenerezza
quella di Matteo e il suo cane
in tutta sua bellezza
che non ci ha pensato tanto
dal salvarlo da quel fango
in cui il cucciolo era caduto.
Forse un grande avrebbe fatto anche meglio.
Hanno sempre riserve di pensiero nella testa...
ma avrebbero valutato
i rischi e quei pericoli
dove gli attimi si perdono nelle scelte
e decidono soluzioni.
Un bimbo invece non si arrende,
piange, ma comunque agisce per istinto
come il cucciolo, fedele per natura
anche se il suo padrone può essere un vile.
E come un pugno nello stomaco
Matteo ha contato con le dita
quante cose avrebbe fatto senza il cane,
e con ingenuità condita
di sorpresa e ingenuità smarrita
ha sporcato il suo essere
nel letame dell'ambiguità dei grandi
per dipingere un sorriso
in quegli occhi impauriti
che cercavano disperatamente aiuto
in quella testolina dai capelli biondi.
Andrea Iaia