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venerdì 30 ottobre 2015

Essenza di vita


E la baia s'era spogliata
della stagione vissuta...
la sabbia arresa, si lasciava accarezzare
dalle onde spumose del mare...
ed Eleonora aspettava il suo uomo
guardando quel confine lontano
dove era sparito, all'orizzonte,
dopo che le aveva dato una rosa ed un bacio
che sapeva di pesco,
ma dentro, un feroce sapore.
Nel suo ventre aveva qualcosa di lui...
che come la schiuma sulla spiaggia
s'era ritirato da dov'era venuto
un poco per paura di rimanere ne l'argine,
e un po' per i suoi sedici anni
in quel bivio tra essere donna
e in quello di dentro, ancora bambina.
Lo scoglio distante e nel mare,
guardava il promontorio davanti,
e la bellezza di quella fanciulla
che desiderava incastonare
ancora amore e respiro,
inseguendo quella passione
de l'unisono abbaglio di corpi...
e desiderando essere lui,
quell'ingrato passante...
posarle la mano sul ventre
per esplorare quel mondo così sconosciuto e di umano,
in cui dentro, nella stessa acqua,
si formava altra vita...
la stava chiamando
nel desiderio più forte di lei, d'averla tra le musa di un sogno.
Il promontorio, che aveva già visto
pagine d'altre storie vissute,
si perse dentro le forme rigide
dei pensieri formati ne l'inconscio dei due,
e supplicò più in alto di lui l'essenza di luce
a vestirla di vera coscienza...
e come d'incanto,
alle spalle di lei, comparve suo padre
che le pose un braccio su morbida spalla
cosparsa d'antica dolcezza...
e le disse... “Andiamo! Tua madre t'aspetta
e saremo coscienti al futuro,
di qualunque cosa voglia avvenire...
arriverà quel principe azzuro,
ma non dal mare a cavallo di onde ruggenti,
ma dalla parte de l'emozione che non s'arrende,
e amerà il tuo ventre, in cui dentro,
sconosciuto vivente,
avrà per madre, un angelo in sintonia de l'oltre,
che vuole essere presente ad ogni costo.
Lo scoglio, muto a co-tanta poesia,
che come nebbia avvolgeva la scena,
capì che non poteva amare quella dolcezza
che conteneva amore e passione più forte di lui,
e si lasciò ancora bagnare dall'acqua,
nel leggero vapore di sale
che esalava da un tramonto che stava incendiando il cielo,
con i colori accesi, che solo il godere la vita
poteva vedere e disegnare il futuro di lei.
L'essenza di vita prevalse sulla coscienza
e il promontorio chiuse la pagina di un'altra storia
guardando lo scoglio, che a sua volta aspettava un'altra onda
che potesse bagnarlo di calda emozione.

Andrea Iaia