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venerdì 27 febbraio 2015

Ti ho vista allo specchio e...


Ti ho vista allo specchio e...
nel trucco cercavi l'anima da dare a qualcuno
in un incanto così straordinario
dove pian piano ti trasformavi
in una magica intesa tra donne diverse
ma sempre comuni ed uniche nello stesso io.
 E gli occhi facevano fatica a contenere la luce,
tanto che le tue mani divine gli davano ombra 
con rimmel e giusto fondo,
strana rimonta di te che diventi un'altra 
per compiacerti e per chi ha la fortuna 
d'incontrarti per strada,
e altre volte lo hai fatto in auto,
di corsa e per apparire meglio,
ma in quel modo è stato diverso,
come se stessi cercando un 'evasione
e un'uomo lo sente quando la propria donna con lui non vola.
Non so che darei per farti sentire a tuo agio...
so che una donna cerca il meglio
in quell'unico raggio di sole in cui esce
e vuole incantare, un po' per lasciare il segno
in modo diverso al suo compagno.
E la voglia di esplodere diventa più forte al giro di boa...
non è come l'uomo che caccia e sa dove cercare,
un lungo respiro è come tradire
in quel sogno di ricominciare un'altra vita
ed essere sogno nel letto di un altro.

Ti ho vista allo specchio... 
ed è stato come chiedermi un breve permesso 
di fuggire soltanto per poco
e stare in quel bilico, tra il gioco e il fuoco
che se avvampa non da di sicuro poi scampo.
E ti ho chiesta se stavi via per molto,
se c'era d'aspettarti o rassegnarmi vederti aprire le ali
e mi hai sorriso soffiando lo smalto alle dita...
una libera uscita tra donne soltanto, hai detto,
con un lungo sospiro, ma se ci scappa un bell'uomo
io non te lo dico di certo.
Le donne sono così perfette a farti ingelosire,
a lasciarti in sospeso per essere prese 
di nuovo e più forte di prima,
 e ricordarti che possono amare per sempre
ma anche farti del male se solo lo vogliono.
Un po' come dirmi, che non serve essere bella e attraente
o cadere per forza in un letto...
basta solo un gioco d'occhi, quello che noi diamo a qualcuna, 
mentre abbiamo lei sottobraccio...
come un riflesso di specchi, in cui ammiriamo sempre
chi cammina in maniera così disinvolta
ed è libera anche per un'ora soltanto.

Andrea Iaia

lunedì 23 febbraio 2015

Appesi ai sogni


Siamo appesi alle emozioni
dove ognuno è diviso da quei sogni
che non può raggiungere... 
e un gradino appena di quel sopra non ci basta,
 perché vogliamo l'esclusiva di un faccia a faccia
di quell'oltre, e siamo soli, dannatamente fragili
in quella malinconia in cui ne tu e nemmeno io
abbiamo la soluzione per fuggire dalla delusione.
Si dice che da qualche parte
qualcosa dorme ed aspetta il gran risveglio...
come i girasoli aspettano la luce
per un messaggio chiaro ad onde corte
dall'altra parte di quel mondo
in cui nessuno segue nulla
ma vive quel momento, come fosse l'attimo fuggente
di una canzone alla radio
e che sta parlando proprio della tua vita.
E allora viene un lampo nella mente:
Te lo ricordi quel posto dove dormivano le cicogne?
Dove si andava di nascosto e in gran silenzio per non svegliarle...
e su quell'aspro promontorio
ci luccicavano gli occhi dietro ad un cespuglio...
con l'intesa di non condividerlo con nessun altro 
quel segreto che ci scoppiava dentro.
Ad ognuno poi gli davamo un nome.
E la follia di vedere il tramonto in una fuga?
Il pianto dentro gli occhi per quel timido "Ti amo"
in cui ognuno aveva così tanta paura di ferire l'altro?
In fondo, poi chi siamo, se non la parte giusta di noi stessi...
che si son cercati, ci siam voluti e quei sogni son passati, 
solo che son stati così veloci che non li abbiamo visti
perché a crescere e a capire ce ne vuole
e nessuno sa fermare il tempo.

Siamo comunque diversi e sempre appesi ai nostri sogni
e vogliamo far figura nella nostra storia,
magari lasciare un segno che ci fa vivere
ancora dentro un'altra vita.
Ma aspettiamo la domenica
per evadere in un posto che ci manca
magari lontano, dove forse aspettiamo
l'abbraccio di un nuovo e solitario arcobaleno.
E si sa che quei colori uniscono due mondi,
il grande oriente e l'occidente
ma sempre dopo la gran pioggia...
quella che ti lava la coscienza
e ti pone nudo davanti al tuo io.
Ma io aspetto sempre che qualcosa accada,
magari percerpire un bisbiglio del buon Dio
che mi prepari ad essere più forte
in questo grande viaggio...
e mi sono sempre chiesto cosa c'è dall'altra parte...
e penso alle emozioni che ci siamo dati
anche se di guai ne abbiamo avuti
e il vento non è mai stato a favore della nostra sorte.
Te li ricordi i posti sconosciuti
della nostra periferia?
Quei posti da due lire dove far l'amore persino in piedi 
era una sfida a chi aveva voglia di sorprenderci
e dirgli che eravamo liberi di vivere il nostro mondo.  
I concerti negli stadi solo per poter stare due ore insieme...
in quel linguaggio sconosciuto che solo i nostri occhi comprendevano?
Tuo padre che ci aspettava in piedi
e la paura di un bambino non previsto,
ma che comunque era dentro noi e al posto giusto
per venire al mondo ad un nostro si modesto
e preparagli il suo futuro.
Siamo appesi ai sogni e mi accorgo che ne abbiamo avuti 
e son passati così veloci che non li abbiamo visti
perché a crescere e a capire ce ne vuole.
Restiamo sempre appesi alle emozioni
e in una lacrima che scioglie
in quelle cose belle che son volate...
come quella cicogna svegliata appena
da un battito di ciglia
e accortasi di noi prese il volo.

Andrea Iaia

giovedì 19 febbraio 2015

Contrasti


Vado dove il vento mi conduce,
oltre le apparenze e la leggerezza delle parole,
in quel gran respiro della passione,
dove ho visto il vero amore
incontrarsi e poi ignorarsi
elemosinando una ragione
per trovare la consapevolezza
che non esiste un posto poi migliore
di quello che sto vivendo.
Eppure, ho l'abitudine di tacere
quando avverto quei profumi
che solo un contrasto può diffondere
per essere eccezionale...
ed è bello sentirselo addosso
e dentro la sottile pelle per affinare il cuore
ad essere migliore.
L'orizzonte del cambiamento
è proprio nel deserto e si piange a volte,
quando il bianco diventa nero
o si spegne quella luce per apparire il grigio.
Ma è proprio in quel contrasto
che si torna ad avere fame di quei sogni
che inducono a partire
per lasciarsi consegnare nell'oblio della speranza.
 E sta a chi ci dona compagnia,
a quel tempo che ci vive addosso
darci quel conforto e il divino melanconico respiro,
perché in fondo, siamo come fogli di carta colorata
che stracciata in mille pezzi diventano coriandoli
per lanciarli in aria
 e vedere poi brandelli della nostra carne
cadere a terra... e dare quei soave schizzi
di profumi intensi, tali da rimanere unici
e che entrano nelle nari di chi ci ama per davvero.

Andrea Iaia

giovedì 12 febbraio 2015

Bella la pioggia...


Dietro ai vetri
si consuma il sogno dell'essere oltre,
magari per strada a bagnarsi di pioggia
e nei pensieri degli altri,
a definirti impazzita,
oppure, amabile in un posto fuori luogo
a cercare emozioni.
E in realtà, vivo per sorprendermi,
andare contro ogni logica
senza nessuna ambizione,
semplicemente per vivere la mia vita,
questa vita straordinaria
che a volte appaga e a volte inganna,
ma è per questo che poi si sogna
e si rimane incantati da quell'aspetto
in cui il cielo piange per amore.
Ed è bella questa pioggia
che con le gocce del suo argento 
sembra graffiare il tempo
scivolando e rigando il vetro,
come a scandire le occasioni avute e quelle perse
e a far considerare come sarebbe 
la stessa vita in altre semplici sembianze.
Dietro ai vetri
è come essere spettatori
di scene vissute e perse...
e si contano le assenze nel riverbero dei ricordi,
quelle assenze non volute e che fanno ancora male...
e in qualche modo ci si sente protagonisti
di una storia, che sia vera o immaginaria,
ma comunque da scrivere ugualmente...
perché viene come un amante
che ti travolge e ti trascina col suo vento
dove riposa la poesia
e risvegliarla quando meno te lo aspetti.
Ed è bella questa pioggia
che scandisce col suo rumore
l'inesorabile e sottile tempo della vita 
che passa e ti sorprende ovunque sei.

Andrea Iaia 

martedì 3 febbraio 2015

Tu lo sai...


Tu lo sai come si fa a farsi prendere
dall'apparenza di questa vita
che non finisce ad una storia,
ma continua, come un treno che sfreccia sui binari
su stazioni che passano veloci,
e che seppur insignificanti 
entrano per un attimo dentro il cuore
e ti fanno immaginare un'altra vita,
altri colori e situazioni
con la stessa forza di quel passaggio
in modulati accordi in sintonia di un fraseggio
che solo chi sa guardare oltre
percepisce che le storie finiscono
per un motivo occulto
in cui stanno per aprirsi altre porte.
E sai bene che gli occhi son finestre
di un'anima racchiusa dentro
e che vedono passar di tutto attraverso le emozioni
che ti fanno riscoprire
una incerta e delicata fragilità
in cui sogni di far l'amore
con chi si son confusi in quell'attimo in cui
hanno incrociato la visione
di un qualcuno venuto come un ladro
a complicar le cose
come un assaggio di un'assoluta ambizione
di violare la tua intima dolcezza.
Ed è allora che decidi di cambiare,
perché sai che quello è il tempo
in cui la luce spacca il desiderio
e ti fa tornare ragazzina
con un nuovo sogno da rincorrere
e la speranza di afferrarlo e di restarci dentro.
Il tempo della conoscenza
di un "io" assai diverso che ti sfiora 
e che vuol condividere con un altro
la stessa danza di farfalle disperate nello stomaco.
E ci vuole fiato per gridare forte
che ti sei innamorata ancora
e sai che la storia della vita non si ferma 
a una mediocre delusione...
sai che i tuoi capelli sciolti
andranno a profumar diamanti sulla pelle...
e una bocca assai vogliosa d'assaggiarti.
Perché la vita è una scatola di sorprese
che ti fa ridere e piangere per tenerti un po' sospesa
al meglio che deve ancor venire.

Andrea Iaia