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giovedì 28 marzo 2013

La luce



La luna s'è accesa per l'Uomo innalzato.
E la sera, 
sembra percepire il dolore
mentre gli occhi abbassati del vento 
scuote le poche coscienze
rimaste sul monte
dove qualcuno se n'è pure andato.
C'è l'uomo, l'altro, 
affamato di un dio 
che doveva venire di notte 
e in segreto poi come un ladro
a bussare alla porta...
e invece è venuto uno
che l'ha chiamato per nome
e gli ha fatto vedere come si ama
sino alla morte...
e c'è l'amico, chi l'ha tradito
pescatore di sogni confusi,
e figlio di una illogica presenza
che si è smarrito quando gli ha detto
sarai pescatore di buone speranze.
L'ha seguito dicendo
io non conosco quell'uomo...
e ha pianto quando lui stesso
gli ha conficcato le spine...
ma il grido sublime di uno strano viandante
che giura d'aver visto 
pietre macchiate di sangue
diventar melograno,
e che da quella corona
lo stesso, è mutato in buon vino...
ha commosso le donne
che hanno un lenzuolo di lino
per la sua sepoltura...
oli ed essenze  
per abbracciare il passaggio...
mentre il vento accarezza il coraggio
e di colpo...
non c'è nessuno su quella croce.
C'è chi sussurra or sottovoce
che uno dei tre è stato rapito
e non ha ancora capito
che il tempo ha acceso la sua vera luce.

Andrea Iaia

venerdì 22 marzo 2013

Quando Luca sparì



Un passero girò sulla sua testa
e planò a quei delicati piedi
saltellando di tanto in tanto
per beccare qualche cosa...
e magari un po' di pane 
dalle briciole 
di cui Luca aveva in mano.
Al sorriso ingenuo dei bambini
gli animali non hanno mai paura,
e complice quel tepore
di un pomeriggio,
Luca seguì quel passero 
nella danza solitaria del coraggio...
mentre le ombre gli sembravano delle mani
che lo prendevano, 
complice le spighe di quel biondo grano
nella solitaria strada di un percorso
dove il suo sorriso
era dentro quel vestito
di un disperso.
Lo cercarono dappertutto
e di lui pensarono cose brutte,
persino una caduta accidentale
dentro un precipizio
che non lasciava spazio
ad altre suggestive motivazioni.
L'avrà preso un pervertito...
Dio mio, fa che si è salvato
ad un incontro radicale di una belva con la fame...
Luca non può essere sparito,
sarà in quel finale di una storia
dove lo vedi poi tornare...
e invece Luca fu inghiottito
dal freddo della notte
in cui ci fu un temporale...
e dissero che era nato senza la parola,
mentre aveva invece addosso,
i segni di un maiale
ed aveva anche gridato a squarciagola.

Andrea Iaia

domenica 17 marzo 2013

Mani che impastano



Mani che impastano,
creano e danno il sorriso
al rituale di un pezzo di Paradiso
negli occhi che seguono
il mutare del grano nell'acqua
diventare cibo.
Il calore di donna,
lievito aggiunto
a far crescere amore
e dispensarlo a chi ne ha fame...
sapienza infinita
e necessario legame 
che viene dall'alto.
E non importa se ne verrà pane,
focaccia da mille varianti e colori,
magia che prende la gola...
ma è pur sempre poesia che evapora
come carezza sul viso
per fermare il tempo.
Ci sono i sogni
mentre una donna lavora e dentro serba
come un segreto da non far trasparire
dove ognuno è dentro quel piccolo mondo
nella speranza di avere un pezzo
di quel delicato verbo.
E gli occhi fanciulli stanno in silenzio.
Sanno che quell'equinozio
avrà un sapore squisito
come l'estate che torna
dopo un viaggio compiuto.

Andrea Iaia

venerdì 15 marzo 2013

Ti ho vista partire


Ti ho vista partire
e il mio mondo ha smesso di girare
nello stesso momento
in cui la tua mano mi salutava.
La luna indossava il suo abito bianco,
lo stesso in cui ci siamo conosciuti
la sera del nostro fatale incontro...
ma non aveva il sorriso irradiante,
quello con in cui il riflesso nel mare
ci rendeva complici e amanti di sera.
Ti ho vista partire,
e il silenzio è valso più di mille parole
come il sogno migliore che si frantuma
quando non te l'aspetti
e ti sveglia con l'amaro in bocca
e ti viene da piangere
nel modo più sciocco.
A volte, accadono cose che tu non prevedi
e sempre nel momento migliore
in cui credi in quell'unica parte che ami,
la stessa tua, divisa e sincera
che gioca a farti del male.
E' la sorte invidiosa che ti fa mettere contro
e io ti ho vista partire
senza nemmeno rendermi conto.

Andrea Iaia

mercoledì 13 marzo 2013

Evanescenze...

vidalavamp:  across the field by ~Laura1995

Evanescenze...
orgasmo dell'aria sopra il giorno
con i suoi colori, ombre e forme
come un fantasma che ritorna
sopra il suo vissuto.
Magnolia profumata
lungo il suo destino
come un manto che copre spoglie
del suo corpo...
e raccontano quei giochi da bambino
sotto l'ombra dell'arbusto pioppo.
Evanescenze...
come acqua lenta scorre
nelle falde della terra
per guarire piaghe e tagli
di un'amore sempre verde...
incanto di un sognare
verso quei confini azzurri
dove invece delle parole
si ascoltano i sussurri...
ed è quel che resta del dopo ormai raggiunto,
quando il pianto ha tramutato
verità rinchiuse
e la speranza apre le sue ali
alla vita.
Evanescenze di un passato
che si racconta nel presente
in solitari tratti di chi ha affidato
ad un Maestro
una musica senza note
per il concerto del suo essere
di stare sempre nell'ignoto.

Andrea Iaia


martedì 12 marzo 2013

Che ne sarà di te...



Che ne sarà di te, ora che te ne vai
senza il tuo vestito
e senza di quegli occhi
che ti scrutano nel bianco della luce
o attraverso quei sospiri 
di delicate ombre
che accarezzano la tua pelle
in modo audace.
E a chi darai
l'immaginare dei sorrisi
o il soave suono della bocca
come quei gorgheggi 
dell'azzurro capovolto
che viaggiano su onde
e muoiono sul corpo della terra:
Io sono il taglio delle tue ferite,
contraddizioni di quel sogno
dove il solco è dentro
quell'attesa
di ricevere il sapore delle labbra
attraverso musica che vibra
in quei sussurri confluiti
 verso il cielo.
 E sono anche l'ombra che si posa  
sui seni bianchi dove passa la tormenta...
la parte di te stessa come velo 
senza il quale non puoi fare a meno
e vuol coprire la tua rabbia
come il bacio sulla bocca
che celebra il concerto delle membra
e ti toglie sempre il fiato.
Disperata notte che bussa alla tua porta
è forse il sacrificio di una lotta
dove l'uomo è l'incerta meta
che vaga per il mare
attraverso il carezzar di spuma...
e lo sguardo ammaliante della luna
dove donna si riflette
per condurlo all'ammaraggio dei suoi seni.
Dove compare sempre la tempesta
a spartir le acque e a seppellire il giorno...
disperata lotta
 per far vivere l'anima adesso inquieta 
dentro quella luce eterna.

Andrea Iaia

lunedì 4 marzo 2013

I garofani di Marta

windypoplarsroom:  Zhang Hongnian

Sarà stato l'aroma penetrante
del profumo di quei fiori
o l'intrecciante sguardo senza le parole
di quel volto immerso nello specchio
che Marta aveva già deciso
di uscire dalla scena.
Poetessa dal carisma di quei sogni
che amano viaggiare
nell'immagine di antichi scrigni
che contengono tesori
e preziose pergamene
di navi affondate dentro la tormenta
sotto delicata pelle della luna.
Marta aveva una passione
come i garofani dei suoi desideri
che gli suggerivano le strofe...
ognuno la sua storia dentro quella sua
in delicati sensi di un remoto
dal sapore buono delle fantasie
che volavano su aquiloni
di colla e carta
sugellando armonie.
Tanti, come quelle mani che le sostenevano
planando e ricorrendo
cadendo e sull'erba rotolando
scrivendo nobile poesia...
quando fu chiarore di densa madreperla
l'estate di quel giorno
e un piede storto e in fallo
saltarono in aria le compagne
allo scoppio di una bomba
dimenticata dalla guerra.
Ognuno porta i loro nomi,
rossi come il sangue
nella scia di un arcobaleno
che dentro l'anima distingue
e Marta si salvò perché il suo aquilone
strappato il filo dalle mani
non aveva scritto addosso il suo nome.

Andrea Iaia



Tormentate note

touchn2btouched:  I’m not sentimental - I’m as romantic as you are. The idea, you know, is that the sentimental person thinks things will last - the romantic person has a desperate confidence that they won’t. — F. Scott Fitzgerald

Lei suonava il sentimento.
Romantica intesa
nel disperato assolo
in un confine  d'amabile barocco
come un foglio stropicciato
di un pomeriggio sciocco
in cui il giorno aveva dato tutto.
Evanescenti nebbie
nei riflessi di luce vespertina...
dove curvo era il sole
su ciondolanti salici di un fiume
in cui l'anima ferita
di una ragazzina
stava raccontando la sua musica
disciolta e pellegrina.
...Dov'era andata la sua infanzia...!!!
Non ricordava d'aver vissuto
la letizia di quei giochi di bambini...
le bambole di pezza
e i racconti davanti al fuoco di un camino...
ma solo stanze chiuse
di un liutaio ed un maestro...
dove le dita s'eran rovinate dalle corde
 compagno d'esercizi e di copiosi pianti.
Suo padre aveva dato l'anima
per farle quel regalo,
e l'aveva dentro un po' racchiusa
per farne la sua voce,
quella che in fondo gli mancava.
E Julia prese a raccontare la sua vita
in strade tormentate dal delirio di una guerra...
di una divisa a righe, dell'olezzar di fogna
e di un'amara terra
che aveva visto l'anima caplestata 
di suo padre da bambino.
Raccontò di quanto aveva amato quel violino
compagno del suo di padre
mentre un tedesco lo sparava
sul ciglio di quel fiume
mentre il sole non aveva voglia di guardare
e persino gli usignoli smisero di cinguettare.

Andrea Iaia

Dentro queste pagine...


Dentro queste pagine
c'è il velo di un riposo.
Assaggi di silenzi
in note di poesia...
magica via di malinconie
e caldi umori 
diluiti nel bicchiere
della vita.
E immagini negli odori 
di un certo tempo...
colori frammentati
dal taglio 
di un breve lampo
dove il ricordo 
è ora fermo
alle emozioni di un lungo 
sogno.

Andrea Iaia

Ancora tango...



Ancora tango...
sensuale sfida di corpi e di menti...
smorfie crudeli e labbra assassine
con apatica vena
di chiara tristezza...
dove due spalmano il rito
nell'atmosfera fiamminga
del possesso dell'altro...
ad avance e lusinghe
di un delirio maestro.
Volteggiano alteri i ballerini
compagni di un dolce martirio
dove a soccombere
è la seduzione...
tangueri sfrenati da maledizione
come invasati da mosse a sorpresa 
eccitati e in adorazione
dell'odore dell'altro.
Ancora tango...
e lui allunga il suo piede 
per metterlo in mezzo
a quello di lei,
a dichiararle il possesso
di una illusione
dove lei finge un soave cadere
per essere presa
e attingere a quel sembrare soffrire
a una probabile resa.
Nessun vincitore al sensuale ruffiano,
ma un piacere sottile...
orgasmo di occhi
e un fascino ambiguo dal velo divino.

Andrea Iaia

domenica 3 marzo 2013

Ho visto mia madre dipinta

paperimages:  Qiang Huang




Ho visto mia madre dipinta!
Meravigliosa essenza
di un certo torpore
tra muti sguardi
e il canto di un usignolo...
ed ho pianto davanti ad innata bellezza
di cui non sapevo d'avere.
 Seduta nel vagito di un tempo
ad aspettare la danza della coscienza
in frammenti di tenui colori
nell'intimo spazio di luci
e di odori...
stava ascoltando il pudore
nell'acuto sguardo del suo pittore
che la spogliava con gli occhi.
E l'ho fatto anch'io
davanti a suggestiva brezza 
che ha mutato la misera pelle...
colpa di un vento improvviso
di caldo scirocco
dove lei mi ha sorriso 
tirandomi un poco le orecchie.
Le madri san tutto
e san leggere dentro le anime
dei loro figli.

Andrea Iaia




Un certo tempo

emmadesiree:  photos on We Heart It - http://weheartit.com/entry/52749662/via/missemmadesiree

Alita il vento sopra i miei occhi
nella valle del sonno
deposito dei miei ricordi
che come una scatola
apre le meraviglie di un tempo.
E il profumo d'infanzia
si propaga nell'aria...
l'amicizia, riverbero smosso
assume il volto della memoria
...e mi trovo in quel centro
di candide intese
nel bianco e nero della materia
dove sono sospeso.
Odori di pane, polvere e vento
tra i muri graffiati di un novecento
che ha visto rinascere l'uomo
dentro al futuro...
quel futuro fatto di giochi, conti e bisbigli
e di tasche colme di meraviglie.
Avevo pane bagnato con zucchero e vino
merenda senza un vil cappuccino
ma con latte di capra di un gentile pastore
che passava ogni giorno
a riempirti un boccale.
E sugo di carne
che non colmava la fame
per quando non c'erano spiccioli.
Un invito fraterno
dove le porte degli altri erano aperte
e non avevano le serrature
era sempre un atto cortese
di un amore maturo.
Risate e morbide intese
in confidenze allegre e anche un po' accese
per aver visto un centimetro di gambe
della maestra di scuola
mentre era distesa...
e segreti e passioni...
la squadra del cuore e quelle emozioni
dei primi rossori di conturbate voglie
di spiarla infine nell'intimo.
Amo l'inganno dell'ingenua coscienza...
il mormorare dell'apparenza
che ogni tanto rispolvera
il verde di un certo tempo
e so che sono stato imbevuto in un sogno
dove nemmeno per un istante
mi sono perduto.

Andrea Iaia

L'odore di te

Flared by ~micromessiah


Aspettare sull'erba incolta
senza nessuna pretesa
e avvertire la brezza su chiome recise
mentre il cielo s'arrossa
e profuma d'arancio...
e seguire la mutazione del giorno
che taglia il tramonto
come fosse un dolce coltello
da dividerne il frutto.
Fu così quella volta
che in strane assonanze e aliti di vento...
tra narcisi dormienti
che custodiscono ancora il dolce tremore dell'acqua
che conobbi labbra di donna
nel plenilunio di un raggio dentro i riflessi
e nel silenzio rappreso dei corpi
nell'umido impasto di lingua
in teneri giochi a gustare gli umori
nel brillante degli occhi.
E in soavi parole,
come fossero ceppi nel fuoco
che ardono e lasciano il sapore del legno...
contrasto di odori che lasciano il segno
nell'inchino del sole alla sera.
Avvertimmo il canto di donne
al ritorno della campagna
come il fruscio di pagine che raccontano una storia
e ti vidi fuggire rapita
dalla coltre verde di superbi cespugli
che hanno ancora l'odore delle tue mani.
Aspettare che si apra la porta
e vederti arrivare affascinata da un viaggio
dove il fuoco della memoria
ravviva il desiderio...
e che mi dici... sono tornata...
è quello che aspetto da oltre trent'anni
nel timore degli occhi che come chiavi
girano dentro al ricordo senza segreti
prima che invecchio.

Andrea Iaia