A volte,
ci facciamo del male,
perché abbiamo difficoltà a rinnovarci
in un amore statico
fatto solo di nostre parole.
Gli schemi dell'amore pulito,
del bravo ragazzo,
o di lei che vorrebbe più attenzione,
non valgono quando si è lontani
e sono catene che ci obbligano a dire
che tutto va bene e che ti amo sino a morire.
Ed invece è a letto che uno diventa più vero,
perché incollare la bocca,
e rapprendere con la lingua gli umori dell'altro...
perdersi negli occhi di certa passione,
dicono tutto, persino quello che non si è mai detto.
E vorresti inalare a fondo gli odori della sua pelle,
per sentirne il profumo quando ti manca...
mentre scivola dentro il tuo corpo
ed è lì che lo senti tuo, sino a sentirne dell'anima
quel certo brivido che ti percuote.
E se consideriamo l'amore una vera emozione,
ci facciamo dell'altro male,
perché invece è una comprensione
profonda che l'altro/a riesce a completare
nella parte di te
e lo perfeziona con quel silenzio,
perché sa che alla fine verrà a darti persino le pene.
E ci facciamo del male
perché non riusciamo a capire
che la vita ci passa accanto
e non ce ne accorgiamo nemmeno...
e che le parole sono solo un monologo su un palcoscenico
che può essere ovunque,
ma non quando si vive assieme.
Ci si cerca solo per essere spettatori di se stessi...
ma è a letto che senti il suo sangue vibrare col tuo
e vorresti non staccarti mai dall'unione dei corpi,
perché l'unico cuore che batte è solo uno,
quello infuso nell'altro e sai, che tra l'ombra e l'anima
sei profumo, inchiostro indelebile
che scrive la tua parte di vita,
quella che hai sognato sin'ora.
E può essere attrazione morbosa,
fragilità di non essere compresi,
ma è lì, che si gettano maschere e tiri fuori dal corpo
la tua vera natura.
Andrea Iaia