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sabato 30 agosto 2014

Ti respiro...



Ti respiro più che mai
mischiando il tuo odore nella brezza,
come fosse una carezza
che solo un padre può capire
quell'istante fatto di un impasto
di una figlia che ti abbraccia,
amalgama di acqua e sale
di un pianto che diventa pane.
E rubo quell'istante
come un ladro di ricordi
e faccio mio quel respiro
che sa anche di mio
confuso in aria e vento
e nel brillare di quel mare,
tua compagna di una sera...
e so, che anche se,
non sei presente,
ti sento nell'anima profonda
di quell'essere comunque in vita
da un'altra parte.
Ed è per questo che ti respiro.
In fondo, nessuno può slegarci 
da quell'invisibile filo
che ci lega anche oltre la vita.

Andrea Iaia

giovedì 21 agosto 2014

Io sono un uomo che...



Io sono un uomo che ascolta strane onde,
suono che si diffonde
come un grido dell'invisibile all'umano,
 perso nel confine della convenienza.
Difficile da prendere e capire,
scartarmi o lasciarmi perdere dentro l'evidenza
d'essere migliori, quando invece non lo siamo.
Cammino scalzo dentro i desideri
che non mi fanno più dormire...
e non è una coscienza sporca che mi pesa,
ma tenerla linda, quasi da punire
l'umana voglia di ribellarsi
e gridare al mondo... quanto sei vigliacco
a prendertela sempre con i deboli.
Mi dicono che sono prove...
ma quale Dio ti punisce per vedere se sei forte
o se sei capace di seguirlo
anche se vorresti ammettere che la religione
non segue spesso la ragione.
Io sono un uomo fatto a pezzi
dalla stupida ipocrisia
di chi ti presenta un modello assai perfetto
di uno spicchio di felicità interiore
in chissà quale sala poi d'aspetto
fatta di buone parole per catturarti da un'altra parte.
E se contempli la morte di qualcuno... 
ti dicono... “Rimani forte,
che prima o poi la rivedrai e sarà una bella festa!”.
Chissà cosa e poi rivedrò...
e se sarà tale e quale come mi ha lasciato
o se il disagio della perfezione
è solo un'illusione di quel sogno di cui ha bisogno l'uomo...
e comunque sono uno
in cui la fede è la misura di quel che resta dentro,
ed è qui che si gioca a dadi la mia vita
e non in uno scritto concepito
o un versetto mal capito,
che poi con quello si fan le guerre
e si finge d'essere pulito
davanti al dono dell'infinito
arrivando a dire... “E' giusto cancellare chi non ama un'altro.”.

Quale treno parte ora per il cielo...
per vedere se davvero oltre,
se la ridono di metterci in disparte,
o piangono perché siamo soli
e ci diverte spartire una certa torta
fatta di arroganza e perversione
di affidarci sempre a dei coglioni
che mostrano parole solo per la bella faccia
di essere il salvatore sempre della solita illusione.
E sono sempre un uomo
che assiste in modo stanco
questo scempio di risate stupide
davanti ad animali vestiti come umani
che scimmiottano addestrati
 ad essere intrepidi nelle sfide,
mentre chi dovrebbe avere un cuore ed il coraggio
è solo un fetido pagliaccio,
uno che dipinge la sua faccia
mentre dentro, resta quell'intruso
che non gli basta avere un muso lungo e protestare,
ma vuole rimanere così com'è... a convenienza
per paura d'esser tolto anche la coscienza.
E mi domando...
cosa dirò di noi a quel Dio che ha creato il mondo
semmai quel treno passa
ed io lo prendo per davvero.
Mi restano le onde con i suoni e le sue voci
 a raccontarmi che perfino Lui 
viene messo ancora sulla croce
da chi si batte il petto mille volte
sempre per l'umana voglia di sembrar perfetto
anche se dovesse spingere nel baratro
uno che non ha il biglietto
di star dalla sua parte.

Andrea Iaia

lunedì 18 agosto 2014

Io sogno...



Io sogno un mondo
dove un ritaglio di questa vita
è cucito, intessuto con il cielo
che non ha nulla di quel vero
di quel che mi raccontano
per farmi cambiare dentro.
Un'anima Dio me l'ha data...
ed è quella da levigare, trasformare
e magari riempire di quell'amore
dichiarato e mai compiuto
dall'indifferenza di chi le applica a parole.
Io sogno quelle favole
dove t'insegnano una morale
e non aver paura di quel suono
che si chiama amore.
Sogno di non essere un girasole
che gira dove la luce vuole
per raccogliere solo grappoli
di spiacevoli illusioni.
L'indifferenza uccide
e divide come una spada l'arroganza del se stesso
con Colui che l'ha creato,
compiendo l'atto irreversibile
del costruirsi un altro dio perfetto
e confezionato al suo modello.
E se guardo poi lontano,
non è per separarmi
da un gioco che mi divora,
ma per guardare chi a lungo l'altro ignora,
e si ritrova solo
ad aspettare la mano di qualcuno,
magari da quell'alto dove non ci arriva
e crede ad un dio assente
o creato solo per le coscienze praticanti.
Io sogno...
e forse sogno troppo
sino ad evaporarmi a chi s'aggrappa al nulla
e si ricorda per un attimo
che le persone vere ancor ci sono...
e non è vero che i sogni si frantumano
sempre quando viene l'alba:
è proprio allora che cresce la voglia
di curare nuova erba.

Andrea Iaia

sabato 16 agosto 2014

Che vuoi che siano...


Che vuoi che siano
le incomprensioni strane
e contorte che possano accadere
di tanto in tanto:
una ragione presa di petto
poi non serve, se la stessa 
può salvarti dalla morte di chi ami...
e dovrai decidere
se hai bisogno di quel bacio
che non si stacca più dalle sue labbra,
oppure rinunciarvi per l'orgoglio
di una posizione.
Le anime s'incontrano per caso
e una fusione magica
compone l'alchimia del volersi bene
e giurarsi eterno amore...
e il collante, se può sembrare strano,
è soccombere al momento giusto 
per non tenere il peso
di non avere lucidato il cuore.
E non si tratta di perdere una battaglia,
ma di essere come una conchiglia 
che si apre ed offre il suo segreto...
cioè morire per quel bacio affascinante,
che proprio in quel momento
di grande incompresnsione,
mette fine alla parte del leone
per entrare in quella di passione.
Che vuoi che siano
quei momenti di ripicca
o di un muso duro più del marmo
per stare ferma in quel che credi:
la vita è breve ed è fatta per la fede
e non di certo per quello che possiedi.

Andrea Iaia

giovedì 14 agosto 2014

Mi guardo allo specchio e...



Mi guardo allo specchio
e non è il mio volto quello che vedo,
ma una forma vivente
che si domanda perché vaga nel mondo,
se il mondo non ruota intorno a lei.
Odio la nebbia,
ma non il vapore acqueo che si confonde
e ti porta al respiro di Dio
che ti fa annusare i profumi della natura
e t'inebria e ti epura...
ma quella che porta all'indifferenza
di chi proprio dichiara d'amare
e che crede, che un'opera pia
sia la cultura del suo salvarsi.
Ho vissuto poesie cucite ai sentimenti,
impigliato al colore degli occhi
di quello che pareva sbiadito 
in polvere di nuvole che mi cadevano addosso,
e mi sono sempre chiesta
se qualcuno ci guarda oltre la barriera del cielo.
Ma i satelliti e le astronavi sono andate oltre
ed hanno trovato il buio nel cosmo
e dunque, il cielo è solo sopra le palpebre
alla ricerca di qualcosa 
che potrebbe cambiarci dall'egoismo...
oppure dentro di noi ad occultarci il segreto
del probabile orgasmo della coscienza.
Mi guardo allo specchio
e mi chiedo se sono io quella che cerco...
se viaggio aggrappato ad un sogno
oppure agli scogli di questa vita
come chi scala vette per trovare la pace...
ma odio quell'infinito
in cui ti fanno credere che chi s'è nè andato
vive con gli angeli e con il Cristo abiurato e insultato
forse troppo dagli stessi che dopo lo pregano.
Sono convinto che l'Uomo non è sul suo trono,
e che agli angeli hanno tolto le ali
per darli agli umani,
e che il buon Dio ci ha dato un potere speciale
cui non sappiamo d'avere e d'usare...
e mi guardo allo specchio, 
forse troppo a lavarmi le mani,
per capire chi sono e mi pare di udire
mia figlia che chissà da quale parte mi chiama.

Andrea Iaia

sabato 9 agosto 2014

Lei non s'aspettava


Lei non s'aspettava
quell'acqua improvvisa dal cielo,
e nemmeno un rifiuto di un viaggio indecente,
come se la pioggia avesse il potere
di annullare gl'incontri
e far nascere un pianto
per un appuntamento mancato.
Eppure in estate
si viaggia con un certo sorriso
davanti ai progetti.
Si decide comunque
di andare oltre
per compiacere se stessi,
e... la vita è mia, si dice spesso,
...voglio godermela tutta
per il bisogno di evadere
e non m'importa poi cosa accade:
il caldo è come una spada
che divide il cuore...
ho bisogno di sole, baci e mare
per il piacere di amare
l'io desolato dalla stagione passata
e disegnarlo come una che ha potuto
godersi l'estate. 
E invece, non s'aspettava
di conoscere un'altra se stessa
e s'incamminò a piedi nudi per un tratto di strada
tenendo le scarpe in una mano
e nell'altra, la borsa
dello stesso colore del suo rossetto
ormai disciolto sulla sua bocca.
E tutta bagnata, 
seguì il percorso d'amore
disegnato da qualcun altro, 
divertendosi un mondo
a creare spruzzi d'acqua
nel lago imprevisto sul marciapiedi,
con un certo sorriso
per un bene interiore
mai provato prima d'allora.
E imparò che un raggio di sole
può essere dentro
anche fuori se cade la pioggia,
e che quando le cose cambiano 
o annullano un certo progetto,
qualcuno dall'alto,
vuol farti conoscere il meglio dentro te stessa,
come donna e non come oggetto.
E in poche parole, godi comunque
anche se piove,
la vita è breve e non è certo il mare
a smuovere onde di bene interiore. 

Andrea Iaia

L'uomo senza nome


Tornò di sera
dopo aver inseguito una chimera,
senza ricordarsi del suo nome
e dove era stato...
l'uomo misterioso
senza casa 
e nemmeno un piccolo ricordo
della sua vita.
E chi aveva goduto del sole durante la giornata
disse ch'era scappato dalla guerra,
un profugo, magari ricercato 
dalla sua terra...
uno che aveva moglie e figli
dall'altro lembo
di un continente più bizzarro
a cercar fortuna
nell'inconscio suo sussurro
di trovar l'America in Italia.
Tornò all'improvviso
mentre il sole scendeva nel suo mare,
lui che ne era uscito tra le onde
stanco e perso
e con le scarpe in mano,
l'unica cosa cui lo legava
ad un filo illogico di un rimorso.
E dissero ch'era caduto 
mentre navigava
su una grossa nave,
e che nel bere sale a sorsi
 aveva anche gridato "aiuto!"
e che nessuno s'era accorto della sua scomparsa.
E invece, era uno qualunque del paese
che aveva dato il suo soccorso
ad un bimbo che s'era allontanato e perso,
e che quando un'onda l'ha inghiottito,
 afferrandolo per i piedi dentro il mare,
gli scivolò nel profondo dell'abisso
andando incontro alla sorella morte.
Si ritrovò le sue scarpe in mano
e sconfitto e perso,
quel mancato salvatore
preferì dire a chi non s'era accorto
della disgrazia, il suo nome.
Disse che aveva perso la memoria...
e chissà quanti ce ne sono 
di questi sconosciuti in altre storie!

Andrea Iaia

Siamo quelli che non si arrendono


Siamo quelli che non si arrendono,
quelli che dietro un pianto
han seminato la speranza
per affrontare altre battaglie,
quelle della vita
che non si limita a ciò che è perduto.
ma ad accogliere il perdono
come un disegno di matita
su quel telo che compone il suono.
Ed anche se soffriamo,
non è detto sia per debolezza,
ma per quel grande amore
in cui l'entusiasmo
non è poi cosi, lontano...
basta solo aver fiducia
del bimbo che portiamo dentro
che su altalene della vita
dall'alto vede un'altro mondo.
C'è un fumo che ci annega
e in cui dentro ci sono le parole,
 che ci fanno molto male...
ma siamo quelli che non l'abbandonano
perché sanno che come il fumo
svaniscono all'istante
e fanno crescere quel seme
di un fiore simile al ciliegio
in cui il sole bagna poi il coraggio
di venire fuori
e di apparire buoni e belli dentro.
Siamo quelli che non si arrendono
alle offese, odio e invidia,
perché benefica è la pioggia che infine bagna tutti,
e che se ognuno diventasse giardiniere di se stesso
estirperebbe il male
e pianterebbe l'amore che ti offro io adesso.

Andrea Iaia

Immagina...


Immagina...
di vivere il tramonto
e di condividere emozioni,
sorrisi e lacrime strappate
in una passeggiata mano nella mano
con la parte del tuo cuore...
e nel lento sciabordio dell'acqua
che carezza lieve la sua costa
sentire il sole che ti scalda,
parla e attinge dal sussurro della sera
quelle parole che non hai mai detto.
E' quello l'attimo
in cui il mondo non esiste
e puoi mostrare le ferite
e le parti melanconiche 
di un amore non vissuto
e farle andare tra le onde...
a perdersi tra confessioni e rivelazioni...
perché il linguaggio
può essere gentile
e la parte che t'ascolta può capire
e abbracciarti nel silenzio delle immagini
che dipingono la vita.
Siamo solo spettatori
di quella flebile speranza
che ci rende unici
se ci diciamo quello che ci pesa dentro....
e non occorre gridarlo al mondo.
Ci sono occhi che sanno interpretare
quello che senti.

Andrea Iaia

Il pescatore


 In fondo è questo il senso
dell'avere dentro il mare...
per seguirne i moti 
e leggermente accarezzare il cielo
in una felicità confusa negli odori
della brezza... 
e di essere in quel leggero vento
che imprime ovunque amore
e che ti lascia una carezza
come per dirti... io ci sono ancora!
Anche oggi ti ho portato i fiori
e morivo dalla voglia di sentirti
magari dentro il silenzio del cobalto
dove gli occhi non cercano l'inferno della vita
ma l'essenza di quell'averti
anche solo per un istante.
E c'era il solito pescatore
nella paziente attesa
di una verità condita
di una pesca miracolosa...
e degli sposi a farsi immortalare
nel sogno appena cominciato
del loro stare insieme.
Ed è stato lì, che ho provato il desiderio
 di fuggire via e di portarmi il mare
per non essere un intruso
nel valore delle cose...
perché quando si vuol bene,
ci si può anche allontanare
e lasciare il sogno
a chi è sospeso tra la terra e il cielo.
Ma il pescatore ha detto
resta ancora:
ognuno ha quel suo da sciorinare al vento...
e c'è chi lo spegne dopo un attimo
non contento perché vuole altro...
tu invece, ci vivi dentro
ed io sognavo proprio questo incontro.

Andrea Iaia

Estranei dal mondo


 Le carezze delle onde
cancellarono le impronte,
forse, per tenersi il nostro segreto
di quando eravamo passati abbracciati,
e la schiuma dall'orlo turchino,
gelosa del nostro incontro,
fece sua nel breviario notturno
quel bacio appena lasciato
sulle tue labbra,
nel desiderio di essere alcova
e possederci in eterno.
Per sempre terranno nascosti
quella voglia di essere estranei dal mondo...
il nostro improvviso silenzio
dove la brezza sciose i legami
di vite diverse...
per essere impressi almeno una volta
 dentro un quadro dipinto.
E al nostro restare
sotto lo sguardo di luna
a fissarci negli occhi,
e a scoprire di noi, 
quell'indicibile sete di labbra,
si unì il respiro di quelle onde
e il riflesso leggero di luci
come bisbigli argentati
di quello che stava accadendo in noi
 in una parte occulta
del grande confine del desiderio.

Andrea Iaia

Vorrei staccare questa spina


 Vorrei staccare questa benedetta spina
e dire basta con la vita,
perché si muore d'indifferenza
e  di ambiguità condita d'egoismo,
dove ognuno pensa 
solo a quel circuito del se stesso.
Vorrei staccare non perché mi sono perso,
ma perché dentro non mi ci trovo
e vedo tutti distanti un mondo
per la paura di perdere qualcosa,
quel mondo che ormai non mi appartiene,
corroso dal veleno.
E qualcuno mi parla di speranza,
un prete ascolta le coscienze
e mi porta esempi del vangelo,
dove uno è stato messo in croce
per predicare il bene...
ed io sono in bilico a guardare il cielo
e a scegliere da che parte stare.
Vorrei un angelo che mi rapisse ora,
un sogno dei miei quasi sessant'anni
in cui ammetto di non avere forze
per proseguire oltre...
la realtà mi ha tolto tutto
anche il desiderio di sognare...
e si muore per non aver prodotto frutti
o di assimilare solo incomprensioni.
Mi dicono che ci sono i figli da mandare avanti,
astri da far splendere in questo universo,
e quando vuoi proteggerli
lo stesso prete dice che non sono nostri.
La vita mi ha deluso,
illuso dalla stupida incoerenza
in cui ognuno mostra l'innocenza,
ma forse, sono io che son di troppo,
fuori gioco e scappo...
ma vorrei solo chiudere i miei occhi
per svegliarmi altrove e non nel vedermi
sempre in questo specchio.

Andrea Iaia