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lunedì 12 dicembre 2016

Diamoci del tempo

 

Diamoci del tempo
sotto i raggi di sole
che consolidano il nostro avvenire:
questa terra sembra una botola
 in cui nascondiamo segreti e misteri
di quel che prendiamo,
per avviarci lungo il sentiero a mani nude
a cercare quel che ci emoziona
e farne un preludio
che racchiude quel che proviamo
quando ascoltiamo
la voce della coscienza.
Diamoci del tempo,
perché se qualcuno ci apre
 e ci tende una mano,
la coerenza gli dice...
che aspettiamo ancora
gli istanti di quel che ci resta
per emozionarci sino alla fine.
Il tempo consolida attese,
 in cui il meglio deve ancora avvenire
e non vogliamo raccogliere solo le briciole
di quel che viviamo.

Andrea Iaia

venerdì 9 dicembre 2016

Baciami


Baciami e non pensare a nulla.
Ti voglio così ora...
così come mi prende,
perché sono pazza d'amore
e mi ubriaco prima ancora
che il phatos si diffonde
nel cuor dell'empatia.
Siamo leggenda
quando lasciamo tutto
fuori da questa stanza
e rimaniamo soli
con la voglia di prenderci
e arrenderci ai nostri corpi suadenti...
baciami e fammi sentire poesia
sulle mie labbra sporche di tuo...
ti darò la chiave per aprire la porta
e fare entrare il vento del mio e tuo piacere.

Andrea Iaia

 

lunedì 5 dicembre 2016

Sorelle noi siamo


Gira la ruota, gira il mondo
e girano i canti dentro quel fuoco
come un gioco dentro le nuvole sopra la testa
in cui vanno i ricordi a far nascere favole.
E di tempo ne è pure passato
ma il tocco di quel mondo fatato
è ancora negli occhi...
e io guardo e mi specchio
perché vivo il momento
come se fosse ora, presente.
E quel girotondo, che cosa racconta?
Racconta il legame che va
oltre la soglia dell'innocenza...
emozioni e competizioni,
litigi e vestiti passati di mano...
pianti e risate... sorelle noi siamo
come coscienza dell'altra,
pronta a lenire ferite per occasioni mancate.
E la più grande, l'amica segreta.
Quella importante, quella che ascolta
ma anche più odiata
perché sempre più grande,
più vicina al sole che splende.
E gira la ruota, gira il mondo
e girano i canti dentro quel fuoco...
ma i ricordi restano dentro quel gioco
del tempo che indietro non torna...
sorelle noi siamo e resteremo
anche oltre la vita.

Andrea Iaia

 

giovedì 24 novembre 2016

Perfect Day (in memoria di Ale per il suo 28° Compleanno)

 C'è un tempo perfetto per vivere
e fare un mucchio di cose,
come il calore di un abbraccio...
l'emozione che traspare dagli occhi
e l'arcobaleno di colori sul volto
quando questo ti sorride.
E c'è un tempo perfetto
per dare amore, che non è domani, ma ora!
Vorrei aver avuto molto più tempo
per dirti ancora tante cose...
spesso, si è severi con scelte dolorose
e mi si stringe il cuore ogni volta cui penso
che pur avendoti come dono
non sono stato capace di sentire quel suono
in cui magari, chiedevi aiuto.
Una figlia che corre come il vento
è sempre un bel pensiero.
Ed io non ero preparato
e mi si stringe anche il fiato
saperti ora ad illuminar le stelle...
c'è una magia che fa sparire le persone
e i momenti, quelli più belli
nel tempo forse migliore per un altro.
L'amore corre oltre nei giorni in cui si vive
e nelle scelte che si fanno...
vorrei aver avuto il tempo di spiegarti
che un rimprovero non è mai una condanna
ma una luce in cui si passa dentro il buio
per non cadere in un inganno,
e se anche questo è un tempo assai perfetto,
ora te lo dico, che sotto sotto
avevo un debole per te
e che i miei modi erano solo per difenderti
da quel pericolo che purtroppo non si vede.
 Buon compleanno amore mio!
Anche questo è un tempo assai perfetto per dirti
che non c'è giorno che il mio pensiero non ti sfiori...
in cui non ti chiamo amore...
e non c'è sogno in cui cadere e di trovarmi
ancora stretto in un tuo abbraccio.

Andrea Iaia


martedì 22 novembre 2016

Il sogno scioglie il desiderio


Puoi restare legata a qualcuno,
ma dentro, non gli appartieni.
Puoi legare inverni o stagioni più calde,
il sogno scioglie sempre gl'impegni
perché se il cuore e gli occhi,
fanno all'amore prima del corpo nel desiderio,
viaggiano a parte in confronto dell'anima
che è libera e sa dove andare.
Non c'è giorno che sia uguale all'altro
anche se le ore scandiscono il tempo...
e due baci non son somiglianti
come nemmeno gli sguardi
in cui dentro ci trovi refusi
di un dolce passato o di un impavido futuro,
ma il presente è quello che conta.
Puoi restare legata a qualcuno...
puoi essere madre, ma dentro, avrai un muro
e sognerai sempre di oltrepassarlo
per andare da chi t'aspetta
in un'altra dimora.
Il sogno scioglie il desiderio
e libera l'anima dagli impegni del corpo.

Andrea Iaia

sabato 19 novembre 2016

Siamo storie in odori d'incanto


Siamo storie in odori d'incanto
con evidenti sfaccettature
tra pelle e sudore
in cui si evidenzia la nostra coscienza
 come pioggia che ci scivola addosso
e riga sui vetri mentre siamo in viaggio
o intrappolati su un tratto di strada.
Anima in una benefica voglia che rispecchia gli umori
e la tramuta in poesia come fosse un ombrello
per ripararci dai tormenti fugaci,
e farci confrontare con la parte più sola di noi in effetti diversi.
Storie che nessuno racconta.
 E il temporale qualche volta fa davvero paura...
perché bagnarsi vuol dire sbattere contro quel muro
dove la coscienza a volte,
può spararci dritto nel cuore!
Siamo storie che hanno una loro influenza
con dentro pesi che ci portiamo come zavorra...
qualcuno dice che è nella norma provar sofferenza,
che comunque sia, è sempre in odore di vita.
Se dovessi spalancare la mia,
avrebbe l'odore di resina sulla corteccia di un albero
come goccia di pianto perenne,
perché appartengo a quello che ora mi manca.
Sono dentro il silenzio,
quello degli occhi che penetrano proprio dentro la carne,
lusingati dai solchi,
che le mie labbra hanno a lungo baciato.
Eppure, mi hanno detto che avevo peccato
e mi hanno bollato come una storia qualunque...
ma è proprio il tormento dentro il desiderio
che fa rifiorire l'assenza di quello che manca
e lo fa rivivere dentro i ricordi.
Siamo storie in odori d'incanto,
e nessuno purtroppo, sembra rendersene conto.

Andrea Iaia


 

mercoledì 16 novembre 2016

Un amore immaginario


 

 Non devi dimenticare
che un giorno siamo stati male
perché potevano pensare...
gli altri, sempre gente fuori dal coro,
che potevamo avere
una relazione extraconiugale.
Eppure l'amicizia ha un giusto peso.
Può diventar carnale
se non si alzano barriere di difesa,
ma mi son lasciato andare dentro i miei pensieri,
perché quando corre il malinteso
alla fine, quel che si dice
resta comunque acceso
e sotto sotto, desideravo questo amore controverso.
Non devi dimenticare
che sto scrivendo apposta
per dirti quel che penso,
perché altrimenti a voce non saprei da dove cominciare,
la tua presenza dentro la mia vita
sia pure come amica
brucia forte come incenso
ed evapora quando non ti sento,
ti prego, dimmi che non sto impazzendo,
questo sogno mi sta proprio distruggendo.
Eppure, siamo stati coerenti,
ci siamo raccontati le nostre delusioni,
mostrandoci persino le cicatrici
di certe incomprensioni...
ti ho spiato dalla finestra
e persino in strada, sono stato attento
a non essere maldestro...
mi sono allontanato al giusto tempo
 quando volevi stare con le amiche
o nel tuo mondo, con la famiglia di tuo marito.
Un amore immaginario il mio,
e lo sa solo Dio quanto vorrei stare nel tuo letto,
ma ci vuol coraggio a dirti in fondo,
che starei bene a starti accanto,
ma chissà, forse il mio pensiero è solo un seme
per fiorire dentro un'altra vita.

Andrea Iaia

giovedì 20 ottobre 2016

Rossa!


Rossa!
Ancestrale promessa di un cuore selvaggio,
busso al remoto di un sogno
e cavalco desideri celati
dentro l'inconscio di un conturbante disegno.
Viaggio in quel desiderio
che non riesco a reprimere
e sono sangue che scorre senza pudore,
prototipo di uno stile di vita.
Se saprai far posto alle sfumature
e guardare oltre le curve del corpo
senza cadere dentro l'inganno,
noterai cuciture di un abito nuovo
che veste stagioni...
dove dentro si cela una lingua sincera.
 Sono rossa come la filigrana di foglie d'autunno
in cui la linfa si scioglie in scene sensuali
 e divento passione, quando sono normale
ma vipera che morde quando ci vuole.
Il rosso ti attrae?
Ti darò la chiave per meglio conoscermi
se saprai rispettarmi...
so essere emozione in queste candide chiome,
come il tramonto che accende
occhi lucidi dentro un dipinto
speziato d'autore.

Andrea Iaia

sabato 8 ottobre 2016

L'autunno di una volta


L'autunno di una volta dipingeva
ampie varietà cromatiche le foglie,
e nel suo percorso, odori caldi di vitigni,
confondeva la loro linfa nelle delicate striature
sino a farne vie intersecate per alimentare il cuore.
Chi le vedeva staccarsi
e cadere ondulanti, accompagnati da un lieve vento,
s'inteneriva guardarle andare chissà dove,
forse a morire altrove,
e qualcuna più fortunata, finiva per essere raccolta
da ragazze innamorate per farne segnalibri,
tra parole, intense e belle,
quelle celebri d'autore.
Qualcun'altra, finiva al muro dentro un quadro,
ma l'autunno di una volta
aveva i canti dei compagni
che ornavano i disegni dentro i campi
sfogliando i frutti, per mettere nel cesto quelli buoni,
lasciando quelli ancor più verdi a prendere il suo colore.
E il contadino arava la sua terra con un bue legato all'aratro
e si spellava le mani trascinando il peso,
contento era poi al fare della sera
quando un piatto di minestra e il sapore del buon vino
declinava il giorno, ponendolo di frammezzo al sogno
e s'addormentava soddisfatto per un futuro di una buona resa
e sua moglie, invece, d'avere un'altra casa.
Le tramogge eran piene di raccolto di fine estate
e i quaderni, quelli dei segreti,
erano posti in una scatola di latta....
c'era il fuoco nel braciere per i primi freddi,
e lontani erano i pensieri della nonna
con i piedi fra gli alari
che s'addormentava quasi sempre alla sua sedia
con i ferri della lana in mano,
e chissà... se i suoi pensieri andavano
a quel figlio perso nella guerra,
o alle bandierine ostentate a salutare gli alleati,
o alla gioventù passata così veloce come il vento.
L'autunno di una volta aveva l'aria salubre dei primi agrumi,
l'oro fra i capelli nei crepuscoli precoci,
il richiamo di una mamma al suo bambino
che giocava per la strada,
profumi aspri, di querce, leccio e del castagno
che chiamavano al gran ballo della raccolta,
nel segno dell'equinozio.
Ma se domandi ad un ragazzo cos'è l'autunno,
ti risponderà che è la stagione della vendemmia e dei raccolti,
quella che ti prepara al freddo inverno,
della festa d'ognissanti,
e commemorazione dei defunti,
il detto a San Martino dove il mosto diventa vino.
Non sa che è sopratutto il profumo della terra,
del legno che cambia la corteccia...
delle muffe del sottobosco che esaltano gli odori dei svariati funghi...
l'assaggio della pioggia sulla lingua...
la mutazione del paesaggio sotto un altro aspetto.
L'autunno di una volta ti cambiava dentro.
Ti preparava ad un nuovo anno con l'inizio della scuola,
e le merende nel cestino erano fette di buon pane
bagnate sopra di caffè e di zucchero appena ornate
per lenire il morso della fame.
Le sagre del paese avevano canti e suoni
di strumenti un po' bizzarri,
e se chiedi a Gino, il figlio del mugnaio,
oggi, che ha quasi sessant'anni,
ti risponderà balbettando che in autunno riempie il carro
di fieno, biada e paglia per le bestie nella stalla,
che è la stagione degli amori,
e che lui stesso, quand'era alunno
era innamorato della figlia del fornaio
ed aveva inciso un cuore
che ancora sanguina di resina ad un grosso faggio...
e che quell'amore non corrisposto l'aspetta ancora,
perché lei, ora, vedova è di nuovo sola
e come allora, non ha il coraggio di dichiararsi..
L'autunno di una volta toccava nel profondo
il grande cambiamento,
e mio padre, vendendo caldarroste
era in piazza a riscaldare i cuori dei passanti,
e ad incoraggiare quei braccianti che al fare della sera
tornavano dai campi.
L'autunno di una volta è fermo come fotogramma nella mente
e rivedo tutti quelli che se ne sono andati
poveri ma felici e sorridenti
davanti ad uno scatto di un fotografo
con la testa in uno scatolo
e diranno anche di me le stesse cose
quando un lampo illuminerà a giorno il ricordo.

Andrea Iaia

 

venerdì 30 settembre 2016

Che vuoi che sia un appuntamento al buio...


Hai da poco ascoltato un'amica
che ti ha dato consigli preziosi ed un biglietto di vita...
un appuntamento segreto con il destino.
Fuori, l'autunno manda le foglie a bagnarsi di pioggia,
parte di un certo cammino...
in cui devi chiederti se hai il coraggio
di cambiare le regole del tuo destino.
Si sta bene da Dio con chi condivide la stessa intenzione.
E' come bere un vinello,
in cui l'immagine è capovolta dentro un bicchiere
e mentre bagni le labbra
e assapori quel poco di un certo calore,
rimani confusa, ebbra di un sogno sottile
di provare il piacere attraverso un incontro al buio.
Ma può esserci un fine diverso che ti lascia delusa...
l'amore a volte ti prende e ti costringe ad un legame diverso...
e l'illusione è un gioco diabolico
e magari chi te lo propone è come te
che si aggrappa a soluzioni che sanno di erotico...
e ti basta una sedia ed un'ora di un sogno improvvisato...
uno specchio segreto per farti desiderare
e apprezzare da uno sconosciuto.
Stai pensando d'indossare quelle calze comprate e mai messe...
mentre sei in guerra dentro te stessa,
indecisa se andarci o lasciar perdere tutto.
La voglia e il desiderio sono contrasti che accendono un fuoco,
e che vuoi che sia un appuntamento al buio
una donna al tramonto ha bisogno di questo gioco innocente
e passa le ore a sognare
un tempo che ricompone i valori
e un autunno diverso che non sappia di pioggia
ma che abbia odori di talco e di uomo addosso.
Che vuoi che sia una notte in un letto diverso:
nessuno saprà, se non il riflesso di me nello specchio
mentre mi strucco alla fine di questo discorso.
E' un deja vue visto e rivisto e che capita a tutte,
persino a chi come me non conta mai niente.
E dopo, sarò come prima,
in quel nulla che non è mai accaduto.
Nei miei sogni c'è sempre stato un'amante nel letto
che non sia quello vissuto.
Hai da poco incontrato un'amica
e stai decidendo se accettare l'incontro...
un viaggio nel tempo in cui solo tu ti conosci
e sai dove potresti arrivare.
Nulla ti potrà fermare
se non la consapevolezza di poter afferrare le stelle
o di rimanere in bilico
per poi precipitare nel vuoto
mentre sei in volo in quel tuo stesso sogno sino al risveglio.

Andrea Iaia


mercoledì 21 settembre 2016

Oltre questa terra

Dimmi cosa vedi figlio mio, oltre questa terra,
in cui non c'è solo il muto incanto
di un tempo fermo a cinquant'anni addietro,
ma un retaggio di delicata sinfonia
che si apre al cuore con delicata nostalgia...
ad esempio, un campanile che richiama ad onorar le ore,
e del concreto vivere sotto un altro aspetto
senza rincorrere ai progetti,
perché si sa, che si lascia tutto all'improvviso.
E se credi sia facile smarcarsi in un sorriso
perché oggi si ha di tutto...
lì, ci sono state madri che pur di andare controvento
han rinunciato all'essenziale, diviso il pane e anche le loro vesti,
per realizzare un sogno di nascosto
ad un figlio o ad un nipote.
E ci sono stati padri che hanno faticato ad ulivi secolari,
ad una terra violentata, battuta e insanguinata da una sciocca guerra,
e che nonostante i calli e la stanchezza,
hanno sempre avuto un sorriso e un vestito a festa
per un evento occasionale.

Oltre questa terra,
non c'è solo la passione di un Cristo morto
in una pasqua vissuta in fretta,
ma essenze di bucato e lenzuola al vento,
presenze di collina e giochi di bambino,
ciliege colte come il rossore scolpito in volto
in guance che persino un adulto
si accorgeva che eri innamorato della figlia della vicina.
E in un contesto in cui si è perso il gusto...
c'era una lettera che non arrivava mai e il postino in bicicletta,
che allargava le sue braccia e rispondeva fiducioso
che domani era sempre un altro giorno,
che se pioveva, quel sogno non svaniva..
E c'era chi tornava,
figlio di una preghiera taciturna ed esaudita,
la madre sempre vergine in processione ed in salita...
in un percorso mistico di sacrificio e di fatica...
e il prete di paese ora buono al recitar vespri e litanie,
ora offeso, denigrato e vilipeso,
perché magari qualche volta
vestiva come tutti, tirato a lucido e in borghese.
Non è cambiato nulla a questo piccolo paese,
che persino un cane era a riscaldarsi ad un braciere acceso
insieme a mani, riunite e in gruppo come se fossero sospesi
ad attendere qualcosa.
E lo sa solo Dio, figlio mio,
che oltre questa terra ci sono i sogni di un bambino...
una sposa col vestito riciclato...
la notte dei profumi ed un padre accigliato
che vuol fare pace con se stesso...
le lucciole nei boschi a illuminare le coscienze
e confidenze, gravidanze cui tutti san di tutti,
persino le speranze di uno sconosciuto
che di buono ha solo quello che la sera prima si è bevuto,
e i mormorii, gli incontri clandestini in un dirupo abbandonato,
la notte dei rimpianti, un figlio disconosciuto.

Oltre questa terra,
ci sono case mai finite, perché la calce costava troppo,
una Cresima al pomeriggio dopo la prima Comunione
alla Messa del mattino,
un matrimonio fatto in casa con musicanti improvvisati
dove chiunque era invitato, purché portava cibo preparato.
C'era un diverso preso in giro, un comunista sfegatato
ed un illuso che credeva di cambiare il mondo
perché aveva sì studiato, ma non si era mai spogliato di se stesso.
E le reliquie a volte, erano altrove:
in una casa, all'osteria, in ospedale
o dovunque si viveva o si moriva,
perché il peccato è simile a un vecchio pescatore
che ti afferra all'amo prima del tuo confessore.
E lì, davanti, c'è una schiera di bambini col grembiule bianco
  proprio in quella scuola, che forse tu non vedi...
sono gli angeli del paese con l'unica maestra
che ci ha creduto in fondo,
d'insegnar loro l'arginare il fiume di parole
con l'amore più profondo
prima di quel crollo maledetto.

Andrea Iaia



sabato 13 agosto 2016

Vorrei...


Mi piacerebbe affondare la mano
in quella sottile trasparenza
in cui ora tu sei,
e afferrare la tua
per rivivere ancora attimi intensi
di quanto ci faceva scoppiare il cuore
con semplici affluenze
di aurore dipinte
nel tratto marcato di occhi
che si stupivano appena l'ibrida gemma
di chiara emozione
ti apriva alla vita.
Scemo son stato a non aver capito
il suono del tuo silenzio,
quello cui credevo che le ferite dell'anima
passassero appena un'altra emozione
cadeva matura come frutto da cogliere...
l'ardore era invece un passaggio
per quel che si dice un assaggio
di sogni irrealizzati...
e un anno di troppo, ha pesato
sul tuo fragile corpo.
Vorrei afferrare la notte,
sperando di avere
la tua presenza vicino al mio letto,
per guardarti mentre mi scuoti nel sonno
e mi dici che sei rientrata da un lungo viaggio...
vorrei avere il coraggio di dirti
che ho sbagliato a non averti capito,
 che se è troppo tardi, 
ora che il cuore di nuovo mi scoppia...
afferra tu la mia mano e parliamoci ancora.

Andrea Iaia

venerdì 12 agosto 2016

Se vuoi il suo cuore...


Il cuore di donna batte veloce
come i paesaggi fugaci
che scorrono dai finestrini di un treno per catturare emozioni
in quella luce che invade e diventa presenza.
E sono apparenze quei tocchi indiscreti
in cui fa finta di niente
all'assaggio sensuale di vibrazioni...
mentre l'uomo,
ingenuo nel viaggio mentale,
pensa solo a come averla in un solo minuto
e insegnarle a fare all'amore.
Vuole essere dentro quel cuore,
ma è lei che studia la mossa e lo possiede,
gli prende l'anima e lo trascina ai suoi piedi
e diventa il diavolo per dargli le condizioni
di uscirne illeso di quel che gli sospira sottile
con flebile voce.

E sotto l'aspetto felice  quel cuore riposa
nel profumo di un libro appena letto...
odore che penetra così forte nelle sue narici...
che in una scena imprevista
diventa voglia e scende dentro le sue radici
a fecondare il bisogno di essere nuovo germoglio
e l'uomo dei sogni lo inventa al momento
con l'abile unguento di gambe scomposte
a colpire il suo orgoglio,
e sedurlo con il corpo per poi dare la colpa
ad un nano secondo di un movimento.
Se pensi d'averla...
e di trascinarla dentro il tuo letto
devi essere dentro quelle sue onde
come suono che dolce diffonde nell'aria una trama...
perché è sempre lei che come sarta ricama
un vestito fatto di sesso.
E devi dargli l'anima se vuoi veramente il suo cuore.

Andrea Iaia

sabato 6 agosto 2016

Attimo folgorante

Io che cammino lungo il viale
dove la luce dei lampioni penetra
sin dentro la mia pelle
e le vetrine dei negozi riflettono un'anima
diversa da quel che sono durante il giorno...
io che incrocio sguardi penetranti
come se avessi un'altro odore,
e mi trascino ad aspettare
un'altro brivido che mi rimette in gioco,
 colpito da quel dardo piovuto da chissà dove,
mi fermo in modo innaturale, senza provarne un poco di dolore
davanti ad un manichino di una donna fredda e inanimata
che propone un abito di Fendi sotto il suo reale prezzo,
mentre un'altra, china al desiderio di ciò che non crede sia poi vero,
sogna d'indossare le sue scarpe
e accarezza quel vetro dei misteri
in cui la voglia si condensa
al mistico piacere di averle addosso e farle sue.
Sarà colpa della luce o del fondoschiena esacerbante
che non ci rende puri e nemmeno più distanti,
lei, che si piega in modo naturale e da innocente,
tira fuori il diavolo dal mio di dentro
gettandomi in un sogno, il mio, tutt'altro ed arrogante.
Lei desidera le scarpe e io desidero il suo corpo...
un acerbo tradimento
condito dal desiderio di essere in un letto
a travolgerci di passione
tra lenzuola assai disfatte da una voglia incontrollata,
e svegliarmi il giorno dopo, sereno ed appagato,
col profumo addosso dei suoi seni
e con i graffi sulla pelle dal colore
dello smalto delle sue unghia...
si può sognare in ogni istante
in cui la vita ci presenta scene mute
ma dipinte di quel colore in cui desidera la mente...
come lei, o chiunque sia,
che sia sola o in compagnia,
può sentire quel fremito di mani sopra i fianchi
di un perfetto sconosciuto, magari visto una sola volta
ad un tavolo di un caffè del centro
mentre sorseggia un drink con le labbra persuadenti.
Se si gioca, poi si esce assai perdenti
in quello che si dice... attimo folgorante
e non è poi tanto grave farne una poesia...
un'attrazione consapevole cancella l'ipocrisia
e vale più del prezzo del vestito o delle scarpe
esposte in una vetrina...
e può essere che poi non sia più come prima
se entrambi scoprono
di essere colpiti dallo stesso dardo del destino.

Andrea Iaia

sabato 30 luglio 2016

Lei, sulla spiaggia


 Lei sulla spiaggia,
impreziosita di gemme d'acqua
appena confusa dentro un tramonto
che schiude l'attesa dentro i riflessi,
prima di diventare sera,
le forgia di rosso la bocca.
Una via sottile s'incurva
tra le carni color di pesco
che si lasciano ammirare
da occhi indiscreti...
lei, è così bella e sensuale
in cerca di un pittore che ne faccia una musa,
osserva lontano e cela un desiderio,
che un'amante esca da quel grande contesto
e la consuma di voglia,
rapprendendo le labbra consunte di umori,
e che la rivaluti sia come donna,
che come femmina raggiante dentro un suo sogno.
E sull'umida sabbia
in cui l'aria le vela il viso,
e il vento ne scompiglia i capelli,
percepisce dei passi e l'odore dolciastro
di un bacio rubato
e parole che sanno di resina e miele
sussurrate appena all'orecchio.
Gira verso di me i suoi occhi
che sono seduto lontano...
e sorride, forse, captando indecifrabili segnali
di un mio desiderio immerso nel suo,
nell'infinito mare perso all'orizzonte.

Andrea Iaia

martedì 19 luglio 2016

Profumo di donna


 Profumo di donna...
mistico, soave e fresco rifugio
dell'uomo in cui immerge l'olfatto
e ne annusa gocce d'essenza
per trovarsi in un dolce complotto
in cui la passione,
apre un varco ad essere dentro,
dove la vampa diventa fuoco
non è più gestibile.
Balsamo per le narici,
ingorde e vogliose di una scia
che cattura l'anima
per disperderla al sordo rumore
di vagiti aspersi come spruzzi in alcova...
in cui la pelle è da mordere e annusare all'infinito
e sino alla fine di un sogno,
dove i corpi esausti in un letto
non hanno vergogna a dirsi
che hanno un'odore diverso,
ma unico, che invita a leggersi
nell'empatia che li accomuna.

Andrea Iaia

lunedì 11 luglio 2016

Guardo il mare e...

vela60:
“💋
” 

Poi non è che aspetto chissà cosa:
gli attimi sono fatti di emozioni
frammentate da singole elaborazioni
di come ci si dispone,
e non resta che coglierli quando vengono
sia pure che siano rinchiusi in un'ampolla.
Guardo il mare e non mi aspetto nulla,
perché solo guardarlo
mi colma il desiderio...
che è come starci a letto con un'amante
mentre si fonde nella tua passione
e ti lasci andare in quelle onde
che seppur ti attraversano lungo il corpo
ti fanno sentire umida e colma di piacere.
Lo guardo, e trovo che ci sto davvero bene.
E non è che aspetto il vento
ad asciugare il mio sentiero,
mi bastano gli odori freschi e di pulito
e quella brezza che ti accoglie,
come la stoffa di un intimo leggero
per sentirmi libera di andare dove voglio
e di fermarmi per un istante
a riaccogliere emozioni.
Perché fermarsi è come stare a casa,
scostare con dolcezza la stoffa delle tende...
percepire il profumo di vaniglia su tovaglie nei cassetti
e l'odore di violetta in quella fiamma tra le la gambe
che ti aprire quella porta per essere nella vastità di vita
che scorre come sangue nelle vene.
Lo guardo il mare, e trovo che ci sto davvero bene.

Andrea Iaia

sabato 2 luglio 2016

La sposa


Vestita di bianco
con la bocca color di ciliegio, ed io al suo fianco,
 tra emozioni che colano
come resina nel cuore di miele
nei riflessi argentei del mare
dentro i suoi occhi.
E in quel bianco di pura luce
 l'accompagno all'altare
mentre una parte di me corre indietro nel tempo
a rivederla con vesti leggere, emulare sua madre,
e nel vento che scompiglia le ciocche
tra gli odori di baci al tramonto.

 M'inebriano i fiori d'arancio,
gli stessi che ora le dormono accanto
in questo retaggio di un'estate smarrita,
in cui sono io a vagare dentro una notte profonda
a cercarla non più con l'abito bianco
ma di una tinta turchese
che si confonde tra gli stessi riflessi del mare,
 mentre la luna scioglie Il ricordo
come l'essenza di pura vaniglia,
che manda in estasi nel rivedere
un padre e sua figlia
abbracciarsi e unire il respiro
come se entrambi avessero paura
di affrontare quel mondo.
Ma passano insieme tra le ali folla
  e nell'intreccio di certi sospiri
 dove il cuore diventa una piuma
che s'alza nell'aria,
saluta la sposa e lei suo padre
ad un ritrovarsi oltre il suo velo.

Andrea Iaia
 

lunedì 20 giugno 2016

Ore passate...

Ore passate a contare i minuti,
a fissare un tramonto
e lasciarsi andare in quel che era il pensiero
in pagine bianche
mai scritte e inviolate,
come gemme che aspettano
di essere toccate e bagnate
da parole suadenti dentro l'ignoto.
Ore passate a guardar passare quei treni veloci
dalla finestra di casa,
e immaginare di essere dentro
per raggiungere voci
che ti fanno sentire qualcuno...
nel taglio di luna verso luci e bagliori
a cercare fortuna...
io che invitavo il giorno migliore
a brillare dai tetti
anche quando la pioggia consunta
smacchiava la voglia della mia tinta
di essere azzurro più azzurro
del profondo del mare...
e m'inventavo carezze mai avute,
una splendida donna
regina di un sogno al mio fianco,
 conosciuta magari in un treno
dentro un viaggio dal sapore più sano.

Ore passate a contare i miei giorni,
ad aspettare che un magico incanto
sciogliesse l'istinto
di mettere i numeri in fila ad ognuno
e di spargerle in quel pallido rosa
delle guance fior di ciliegio
che restava inerme ad un bacio,
sorpresa mentre leggeva il suo libro...
credendo d'essere dentro un racconto
e in un sogno immorale
che toglieva il respiro
mentre passavo tra i suoi capelli
le mie fragili dita...
e una bocca un po' schiusa
impaziente d'essere su labbra gelose
in quelle ore a ricamare
 un fanciullo immerso dentro i suoi sensi
che si perdeva tra le braccia di una donna più grande.
Ancora ti penso e non so nemmeno il tuo nome,
ma so che eri in un treno
che mi passava davanti e veloce.

Andrea Iaia


giovedì 9 giugno 2016

La donna velata



Nella stazione,
dove alcuni convogli fendono l'aria senza fermarsi,
c'è un sublime profumo di rose
nella nota stonata tra me e uno che dorme
dimenticato dal tempo,
e una donna velata, uscita forse,
dal suo stesso libro che legge nella sala d'aspetto.
Un trolley è il suo compagno di viaggio
e un biglietto, un raggio di luce dentro il futuro
che condensa l'ansia,
mentre fuori, ci sono sorrisi che vengono e lacrime che vanno,
occhi che cercano qualcuno in arrivo,
valigie e cartacce, altro profumo di chi parte,
 compreso l'uomo col berretto rosso
che impartisce destinazioni ad ognuno.
E se proprio devo dirlo a qualcuno...
la donna velata sussulta a ogni annuccio di un leggero ritardo
che diventa bugiardo e le allunga l'attesa.
S'accorge in dove la guardo,
e scosta una gamba per farmi annusare
il cielo di un sogno,
in quel taglio perfetto, che dolce s'incurva
nella stoffa di raso che emana un altro odore inebriante.
Provo a pensare a un'amante o una vedova
in cerca comunque di un letto...
il demone dentro scalpita per una di lusso
 che ammalia e cattura nell'antico mestiere,
mentre la parte più sana della coscienza
combatte per una donna in partenza 
ad un cambio di vita da qualche parte.
Sta di fatto che è bella, calda e sensuale,
 e mi immergo in un sogno dove in un letto,
bacio il suo corpo dall'inguine in su, e poi ancora più giù
e mi batte il cuore ora forte...
Ma lei mi guarda dal di sotto del velo,
e interpretando il mio perverso pensiero...
 gira le pagine assai lentamente
e fa finta di leggere, ora che sa
che sono in quel frammezzo dove la stoffa
 contiene il frutto proibito.
 Cuce un ricamo di trame più scure,
mentre un rapido parte, togliendo il respiro
a una sconosciuta che ha perso il suo treno...
sospetta la mia debole voglia e con mossa leggera
le sue mani sbottonano un'asola
per dare più luce ai suoi seni...
e il suo labiale mastica frasi che sanno di un tempo proibito,
e si ritocca la bocca
con morbido tocco di un dolce rossetto.
Il vapore di un vecchio treno in arrivo scioglie il pudore
 e in quella sala d'aspetto, già stretta di se,
di colpo, mi chiede se l'edicola è aperta.
 Azzardo un sorriso e ad offrirle un caffè in quello spazio
dove tutti concedono il loro breve vissuto...
lei accetta e si alza leggera di un peso.
Un barman strizza arance più rosse delle mie guance,
e un altro, dosa creme e caffè a sconosciuti e commesse,
la donna velata invece,
nel suo caffè, consuma con me un sogno improvviso,
 scoprendo la carne nuda oltre il reggente
della sua sovracoscia,
e per gli sguardi dei consumatori, di stupore e di riso
divento il fortunato che siede al suo fianco.
Per un'ora, la donna velata mi regala un sogno e un'illusione.

Andrea Iaia

 

martedì 15 marzo 2016

Il piacere dell'infinito


Ascolterò quel respiro che fiorisce sulle labbra
mentre il silenzio fa pace con il mio io
nel lento sciabordio di onde 
che accarezzano la pelle
e apre l'anima alla poesia
per dimenticare quel profondo vuoto
in cui cadono le speranze 
come frammenti luccicanti dentro il mare,
in modo da sentire sussurri di parole
da quel cielo che mi osserva e scommette su di me
o per vedere come me la cavo 
senza quelle sensazioni 
in cui sprofonda la mia malinconia,
e che a pensarci, ci sto bene dentro
perché vivo il ricordo a modo mio
 di cose e fotogrammi, scene e palcoscenici
di passato desiderio 
in cui al profumo io mi arrendo e piango.
E avrò la notte per pensarci,
se stare dentro o fuori in quel sottile limbo
in cui l'orizzonte è sogno di stare in un altro mondo
a sfiorare pelle del mio ingrato desiderio
di far pace anche con chi è passato
ed è rimasto dentro il cuore...
immaginando di essere toccato
dalle sue dita affusolate e ben curate,
come a dirmi... l'essenza è quel che conta  
nel grande imbroglio della vita,
e ci sono io, eccitata ad aspettarti
dentro il piacere di questo grande infinito
che osserva e prende proprio le lacrime
per farne grani di un rosario di preghiera
in cui l'amore è un distillato
che proviene proprio dal cuore
e fa muovere universi, sino a farli trascinare
in dove imprime il desiderio.

Andrea Iaia

giovedì 10 marzo 2016

Nasceranno fiori sulle nuvole


Un bacio sulla fronte 
per darti un poco di sollievo...
perché quel dolore che ti rode dentro 
ha sempre ricadute quando beve in quel ricordo
che traspare tra terra e cielo.
Ascolto il fremito di ali che non volano
e pongo le mie mani fra i capelli
per accarezzare il tuo silenzio
e quelle lacrime che sanno
di un grido disperato...
suono che non sazia, 
ma adagiato sulla pelle ad aspettare
un nuovo inizio..
Nasceranno fiori sulle nuvole
e cadranno profumate sulla testa, 
scosse appena da un leggero vento, 
per dirti... nulla è perso 
in questo mondo.
Ci aspetta il meglio oltre questa vita
e la gran voglia di rivedere
quello che di passaggio abbiam toccato.

Andrea Iaia


martedì 1 marzo 2016

In questo illogico presente...

elsadreams: da elsadreams Ajie Alrasyid.

Stare qui, in questo illogico presente
è come stare al buio senza accendere la luce
e mi chiedo se posso andare avanti 
senza più sentire il tuo respiro
mentre scorre il film della tua vita
dentro la mia mente
in cui ne osservo i particolari
quelli che non ho saputo andare incontro,
forse preso dalla troppa voglia di fare il padre.
Sono questi sentimenti che mi fan sentire in colpa,
e mi dicono gli amici che io mi ci aggrappo
per vedermi in uno specchio
e confrontarmi con l'inutile vagabondo
che preferisce camminare nella sua solitudine.
Vagabondo è chi non si confronta
con un padre che ha perso un figlio...
non conosce quel dolore
e sa solo giudicare...
e lo so io quanto mi hai trasformato, 
tanto da abbagliarmi in quella luce,
io che non ti ho detto mai quanto sono stato cosi felice
nel sapere che venivi al mondo.
Abbracciavo spesso quel ventre che ti gestiva
per percepirne odori e suoni...
anche un calcio od un bisbiglio
per ricevere composizioni di emozioni.
E giuro che sei stata brava per davvero,
a far l'attrice di quel film 
in cui solo adesso ne intravedo i particolari
del tuo stare male in questo mondo,
io che non ho saputo venirti incontro.
Stai dormendo e avrei voglia di svegliarti
e dirti a voce quello che non ti ho detto,
ma potrei farti poi del male
perché hai scelto la tua pace
in cambio della vita.
Così, in questo illogico presente
 vago da sperduto
combattendo quei dolori che fanno cicatrici
nel profondo di me stesso
e vorrei sapere solo se stai bene ora,
perché un padre vuol vedere i figli
sorridere e felici
anche se ti tolgono un pezzo di quel cuore
che ha dato battiti più forte
nel sapere che venivi al mondo.

Andrea Iaia

lunedì 22 febbraio 2016

Parole inespresse

maroando: *

Ho bisogno di dirti
quanto non posso fare a meno di te,
e ti sussurro immaginandoti
quelle parole inespresse
che fanno fatica a venire fuori
quando ci sei.
Questo tempo è difficile
e siamo sempre da soli 
con la nostra coscienza
a tirare le somme...
a capire forse, quando ormai è troppo tardi
gli errori commessi.
Io non so perché te lo dico...
ma la dignità non si compra 
negli scaffali degli sciocchi e banali
supermercati di convenienza,
ma è questione di sopravvivenza
e prima o poi tutti abbiamo bisogno di dire 
 a chi, ci ama forse, un po' troppo di noi...
ho sbagliato e vorrei perdere il fiato
emozionandomi ancora
sempre con te al mio fianco.
Sono parole che vengono fuori
a cucire gli strappi di quel sentirsi 
vuoto e anche vinto
della propria arroganza...
parole che spiano oltre la porta del cuore
e salgono quando si è soli
e ci si rivede dentro il film appena vissuto.
 Ho bisogno di dirti,
quando sarai davanti a guardarmi negli occhi,
che l'umiltà è la risacca dell'anima 
e sciorina il bisogno di chiederti scusa,
quella che poi indossa il vestito da sera
per uscire la... 
dove ha bisogno di sentirsi leggera
per offrirti una serata speciale.

Andrea Iaia

lunedì 8 febbraio 2016

Viene la sera... (dedicato ad Alessandra)


Viene la sera...
e la malinconia, puntuale come un ospite fisso
bussa alla porta del cuore.
E come se fosse un rappresentante
a propormi un compromesso
ti sfoglia i ricordi, i rimpianti...
ne addita le colpe, con i se... i ma... ed i forse...
per le istruzioni dell'uso,
quando in realtà per farmi a poco a poco morire
con quel veleno che non è un analgesico
da sciogliere in un bicchiere d'acqua,
che può cancellarti il ricordo e lenire il dolore,
come nemmeno un abbraccio
di chi ti ama in un modo profondo può far tanto.
Nelle case accanto, dalle luci accese sino a notte fonda
 odi il rumore di suoni e di voci,
di sedie spostate da bambini irrequieti...
di una palla scagliata ad un muro...
 festeggiare qualcuno
mentre l'anima grida in silenzio
guardando e toccando foto di chi s'è ne andata proprio in quel silenzio
che lacerano dentro, quel poco rimasto di sano,
così, come la sera cala il suo lento sipario
ad un giorno che muore,
ed avviene una fine o un inizio
di un qualcosa che non puoi mai capire.
Qualcuno prega e vorresti farlo anche tu
seppure per fede, ma il fiato ti manca 
e sai che s'è rotto qualcosa che assieme al vagito di un bimbo
colleghi uno sfogo, un pianto
che non puoi fermare.
Viene la sera...
come un lupo che ulula dai monti
e cerca di capire qual'è la sua preda
per scagliarsi contro e farne un pasto...
come il vento che accarezza fronde d'alberi
e strappa le foglie migliori,
quelle colorate e sanguigne,
fischiando e prorompendo ne l'aria
per sentirsi potente...
e d'incanto, il pianto si ferma
e mi addormento, vinto da quella speranza di poterla sognare...
e viene la pace seppure per poco,
il tempo di risvegliarmi e sentire 
che purtroppo son desto e mi manca,
e quel suo modo d'andarsene via
brucia ancora di un lento fuoco
che non colma la rabbia.

Andrea Iaia 

martedì 2 febbraio 2016

Sospiri...


Sospiri...
in quelle situazioni che ti mettono alle corde,
mentre tutto ti guarda
e ti lascia da solo...
in quelle volte in cui vorresti andar via
e la parte concreta,
come una donna in cui t'accorgi 
che non è mai esistita,
la inventi bella, eterea e selvaggia
capace di farti incantare.
Sospiri...
ne l'avere il coraggio
come il vapore che sale da sotto i ponti
in quel grigio in cui si ferma anche il tempo
e libera l'acqua 
per farla andare dove desidera...
magari a formare particelle di pioggia
e bagnare il tempo di auguri e sorprese infinite.
 Le storie sono come nuvole di un passaggio veloce
 e s'intrecciano in quell'anelito di occasioni avute
in quel rapporto in cui non tornano i conti...
 e lasciano quel retrogusto del fondo di tazza
di un caffè sorseggiato per percepirne il sapore,
sempre dopo, quando tutto è stato compiuto
sia per volere che per errore...
  e allora sospiri, per alleggerire di poco il dolore,
mentre scompari
dentro la nebbia di un tempo vissuto.

Andrea Iaia

lunedì 25 gennaio 2016

Bagliori


Sono bagliori
quelle sinistre luci lontane
che occultano forme
e danzano davanti agli occhi,
mentre gonfi i polmoni d'aria pura
e aspetti d'interpretarne il linguaggio.
La tua ombra lucida l'anima
e accarezza il germoglio del grande silenzio
per essere spettatore di acrobazie
di apparenze sottili,
che scrivono pagine di un delicato romanzo
dalla matrice di un poema
in cui ne fai parte...
e fa sbocciare un sogno,
quello di essere lì, all'orizzonte,
e vivere quel grande respiro
nella visione di luoghi e tempi
e cercare chi ti ha donato
il suo profumo inconfondibile
in altri bagliori vissuti.


Andrea Iaia

 

venerdì 15 gennaio 2016

Destati!


Destati!
E' cessato l'inverno,
e con esso, la neve s'è sciolta.
Ogni sospiro si tende come un arco
tra le pieghe sensibili e generose
dove anela il respiro,
e ovunque tu sia conta il presente
come scintilla che fa sgorgare
sangue dentro le vene
sino a raggiungere l'estasi
di un nuovo incontro.
Le pupille rivedono l'ombra che germoglia
e si fa carne...
e l'indomabile mormorio di sensi
nell'effluvio di un silenzio che fa rumore
lascia il posto allo stupore.
Ti dirò che sei tornata,
 oppure io ti son venuto incontro
dove il dolore non scalfisce più la mente,
e mi piace ciò che lo specchio non può riflettere,
le  voci amiche e conosciute
che sorridono al risveglio...
mi piace il giorno in cui la luce
non nasconderà come siamo
e le gentili assonanze di un profondo amore
che ci portiamo dentro.
Perciò destati!
Ho voglia di correre tra i campi
con te, mano nella mano
mentre la brezza ci attraversa
nella terra degli ulivi.

Andrea Iaia