Giulia cammina sopra un fune
quasi danzando nell'aria
e come aprendo invisibili porte
che svelano ingressi in nuovi mondi.
Annusa la vita, quella passa di sotto...
provata e già consumata
che gli ha aperto ferite,
per lasciarla a inguaribili giorni
fatte di attese
e speranze poi demolite.
Giulia tiene tutti col fiato sospeso,
la vedi indecisa, quasi cadere
per riprendersi all'ultimo atto di fiato
e continuare a sorridere
a chi ha già barcollato
nelle notti di buio quasi bendato.
E in ognuno di noi c'è la magia di un circo,
l'allegria e la malinconia di un viaggio
verso un ipotetico imbarco
dove il sole interiore
non è malattia.
E ci attraversano giorni,
mascherati da clown
e da numeri intorno...
un trapezio dove cadere,
per un fragile e caldo richiamo
al passaggio di un nuovo equinozio...
e strani momenti dove il funambolo dentro,
deve inventarsi numeri
per conquistarsi uno spazio.
Giulia cammina sopra una fune
seguendo un richiamo di una musica dolce
che trasforma quel filo teso
in un'emozione da fare in discesa.
E distribuisce sorrisi a chi la segue dal basso,
a chi non riesce a scrollarsi
quei pesi di dosso...
mentre la musica aspetta il suo piede per terra
per movimentare il grande finale.
Giulia ama la vita,
ma a volte deve uccidere l'anima nera,
quella che danza sopra le forti ferite
per non stare male.
Andrea Iaia
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