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sabato 30 marzo 2019

La donna dei fiori


Un dono d'amore alla donna dei sogni,
una magica gonna che si alza al vento
sono i petali di un omaggio gradito allo sguardo.
L'armonia del suo profumo 
è come un riflesso dentro gli occhi attenti
che mentre scivolano sul taglio dei seni
le nari annusano il lieve candore di pelle
come gocce di perle in un intimo a cena...
e magari sotto un cielo pieno di stelle.
Soltanto un euro il suo costo,
e le sue spine saranno come baci alla bocca
che avranno i morsi alle tue labbra
con il segno del suo rossetto...
o un tulipano che ti consegna le chiavi in mano
per il tutto compreso in un letto.

La donna dei fiori mi fermò
lungo la strada,
immaginando, avessi la mia
per farne un regalo e sognare...
poco più di vent'anni e lasciata alla strada,
campava di quello che offriva
come primizia di primavera
ad un prezzo scontato.

Ma non poteva sapere che sospiravo per lei,
ed era per lei quel dono d'amore dagli occhi marroni
e dall'accento straniero.
Distante, un banchetto con suo figlio
di quasi sei anni,
aspettava la madre
con qualcosa da poter mangiare
vendendo quei fiori.

Aveva un barattolo di stupidi avanzi
di pochi centesimi di euro
lasciati dai passanti che andavano così di fretta
da non  vederlo nemmeno...
la donna dei fiori cercava il mio sguardo
come pietà scolpita
pur di non fare un altro mestiere.

Presi una rosa così vellutata,
proprio come una gonna bagnata
in una giornata di pioggia
e poterla abbracciare confuso
in maniera selvaggia.
Non capì quel che provavo per lei
e nemmeno le venti euro dentro la tasca...
la sua bocca rosea come una pesca 
dopo lo stupore degli occhi ripeteva...
soltanto un euro il suo costo,
e queste spine
saranno come baci alla bocca
che avranno i morsi alle tue labbra
con il segno del suo rossetto.
  
Andrea Iaia

venerdì 29 marzo 2019

Inspiegabilmente confusa


Sono inspiegabilmente confusa
perché ho avuto le mani, le sue,
sopra il mio seno
e a scoprirmi sotto la gonna.
Ho lasciato la terra
per spaziare nel desiderio, 
e l'ho sospirato la sua bocca
ad assaggiare le ciliegie mature
prima che le mie labbra gemessero
di parole sconce.
Confusa e persa nei corpi nudi
che cercavano di spegnere il fuoco
e che appena sembrava spento
si avvampava di nuovo,
ogni imperfezione
corrispondeva ai miei capricci.
Ore divine passate su un letto
e su affreschi di cielo
come se non fosse quella una stanza,
vibrazioni alla luce degli occhi,
mentre bevevo nei sogni...
una bambola di porcellana il mio corpo
rotto nei giusti tempi.
Inspiegabilmente confusa,
nella mia irresistibile tentazione
che era anche la mia oscurità
e la mia dannazione
nella rugiada che percorreva il velluto
dei petali in fiore nel lembo di carne.

Andrea Iaia

Un desiderio, o solo un sogno?


Notte incantata
e incancellabili le sue parole smorzate
in un luce soffusa
che penetrava dalla finestra,
in cui odori e suoni si mescolavano
tra ombre che parevano avvolgersi
per farmi mancare il respiro.
Labbra incollate
come se lo avessi conosciuto da sempre,
e pupille piene di luce
ad incantarmi di vibrazioni
ne l'alzarmi una coscia
e violentarmi così,
come volevo che fosse
per provare i brividi dietro la schiena.
Gli anelli di fumo, concentrici e sparsi,
mi fanno pensare 
che non l'avevo mai visto prima
e sapeva di dolce, 
d'umori e di orgasmi,
o forse, era uscito dalla mia mente soltanto.
Un desiderio, o solo un sogno?
Il mio passato o il mio futuro?
Di certo, un sortilegio
in cui il mio corpo è ancora caldo
di sesso infinito...
vorrei mi prendesse ancora
per sentire il profumo delle sue labbra 
e la sua lingua a girare sulla mia,
mentre mi cinge i fianchi
e spinge... spinge...
sino all'estremo delle sue forze.

Andrea Iaia

Stanotte...


Buonanotte poeti!
Io me ne vado, non so dove,
magari davanti a un lampione 
a vedere gli insetti che girano intorno
e capire perché danzano alla luce
senza un bicchiere di troppo.
Buonanotte alla via,
solitaria e smarrita
col fascino di farci l'amore
in un desiderio che fa pace
col mio destino,
e vedere se smorza il suo labbro
mordendo appena il mio
soffocandolo di gemiti sparsi.
Il mattino è lontano,
e ti chiedo la mano donzella
svegliata dal mio dolore...
so che sei dietro fessure
a vedere quale è la mia meta
con un bicchiere di troppo.
Buonanotte anche a te
che scruti oltre il cielo
a vedere quale è la mia scelta
senza impedirmelo con l'angelo buono,
ma se il silenzio è rumore,
e non ho mai ammazzato nessuno,
stanotte son nudo, bastardo dentro,
e ho appena ucciso me stesso
davanti a un bicchiere di troppo.
Proprio stanotte, che ha l'abito giusto
per celebrare un pianto a dirotto.

Andrea Iaia

lunedì 25 marzo 2019

Non so dove mi trovo


Non so dove mi trovo.
Credo d'essere dentro il mio letto,
ma non sento sotto, lenzuola e materasso,
è buio, non vedo e tocco qualcosa
e percepisco il soffitto. 
Sono sospeso,
 nudo e ingarbugliato nel mio lenzuolo
c'è un altro me stesso,
e accanto, un donna che non conosco. 
Risacca e odore di salmastro
m'impregnano le nari,
e di colpo, vedo il mare e mi tuffo
dentro il turchese così cristallino,
e scendo giù, nel profondo mistero
che mi coinvolge, e sul cuscino,
la donna si gira, mi abbraccia
e mi avvolge... profuma di sesso
e la sua bocca è bagnata
di umore selvaggio.
Non è la mia donna, ma mentre le onde
sciorinano lente e schiumose sulla sabbia,
un bacio mi stampa e socchiudo i miei occhi,
e avverto il fiato mancarmi, voglio lasciare la morsa,
ma il mio sesso nel suo è un gancio che mi trascina...
scendo ancora più giù nel profondo...
la sua lingua come un serpente mi attanaglia la gola
mentre l'acqua riempie i polmoni.
No so dove mi trovo,
ma credo d'essere alla finestra
a guardare le luci lontano,
dopo di essere sceso dal letto
e lasciato i suoi seni gonfi di sesso e sudore.
Questa volta è mia moglie dopo aver fatto l'amore
che si gira, volta il cuscino e mi abbraccia.
Mi tocca e mi scuote.
ma non sento la voce e avverto che grida,
piange e singhiozza di colpo,
mimando le labbra, capisco che sono morto.

Andrea Iaia

sabato 23 marzo 2019

Due donne deluse


Hall di un albergo: due donne deluse
si incontrano per caso 
e si raccontano a vicenda
davanti ad un “Gin”, in bicchiere con ghiaccio
e ad un cameriere che non perde uno sguardo.
Lampadari a gocce e luci sfavillanti
sul rosso velluto di un bar all'interno,
sedute ad un tavolo, in parole intrecciate
gettano veleno su come i loro mariti 
le hanno rese cornute.
E come fossero amiche da sempre,
sgranano rancori, rabbia e male parole
mentre le mani lascive si toccano
per sostenersi a vicenda.
Poi un'intesa, un sorriso che ammalia,
e sui tacchi sospesi salgono in camera.
Specchi maliziosi, di un'ospite che sale le scale
intravede in loro sensualità perversa
e rimane discreto al loro passaggio.
Riflessi di forme, segrete e bollenti,
una non entra in camera sua,
e l'altra discreta, l'accetta per pura paura 
di non essere sole nello stesso dolore...
e la luce soffusa nell'interno e su pelle
diventa voglia di annusarne l'odore
mentre il rosso di labbra s'incolla all'altra d'istinto.
Interno di dolce penombra: le donne diventano amanti
e si spogliano a vicenda anche dell'intimo
per fare esperienza del sesso femminile, come fosse sottile
una cosa segreta ma tenuta nascosta
per paura di essere considerata diversa.
E nella notte profonda, sul letto disfatto,
mentre una dorme abbracciata al cuscino,
consumata d'amore, di baci e succhiotti
sui seni gonfi e nel sesso aperto,
l'altra si alza, e attenta a non fare rumore,
si riveste e le lascia un biglietto con poche parole:
“Torno da lui, ma tu quando vuoi puoi chiamarmi
al numero che ti trascrivo...
ti amo e che resti un segreto di due donne deluse.”. 
Al mattino, l'altra si sveglia e cova rancore
per come l'ha lasciata, ma sul suo seno bagnato 
ci sono i segni di un amore sognato e desiderato.
Non si sente diversa, e in silenzio si alza...
calze di seta e con fiato felpato
torna anche lei da lui con un muto sospiro di non sentirsi indecente.

Andrea Iaia

Anni 40


Anni 40, 
tra erba e sterpaglia, a ridosso di un fiume,
in un pomeriggio di giugno,
due innamorati e forse clandestini,
erano a baciarsi e a farsi avance,
prima dell'imbroglio
che avrebbe scatenato la grande guerra
in un Italia, fascista e persa nell'orgoglio tedesco.
Il canneto nascondeva gli occhi indiscreti
dei ragazzini che marinavano la scuola
per andare a vedere oltre, le donne,
quelle maritate e signorine
a lavare i panni nella corrente dell'acqua,
curvate e affaticate, mostrando i seni acerbi e maturi...
e si masturbavano sognando
di averle in un rapporto sessuale, quelle più belle!
La ragazza ignara dell'uomo maturo,
si lasciava toccare, idealizzando un futuro...
e le parole erano dardi di fuoco
che accendevano la loro passione.
Anni 40, 
povertà e miseria dominavano scenari...
e l'unico sfogo, era la radio,
ascoltare musica americana
ed immaginarsi pin-up seducenti, 
mentre il bianco e nero aveva silenzi
per potersi nascondere, ed era come una lama 
che divideva il contrasto di forme.
La ragazza, non sapeva di essere amante,
quell'uomo le dava l'incanto,
che intanto, era sposato ed uno dei suoi figli
marinava la scuola al mattino.
Il rombo di un aereo interruppe l'ardore
e si guardarono negli occhi
trattenendo lacrime per non farsi male.
Anche i ragazzini al mattino
e le donne, a lavare i panni
capirono che girava in continuazione
per una ricognizione tedesca,
e che il primo bombardamento sarebbe arrivato presto.
Si composero in fretta, e tutti, bruciarono i loro sogni.

Andrea Iaia

venerdì 22 marzo 2019

Mi disse...


Mi disse che gli uomini le facevano schifo,
che sin da bambina hanno cercato di molestarla
in un gioco sulle ginocchia,
dal miserabile di un dottore ed un parente
che volevano esplorarla se stava bene.
E lei ferma, a lasciarsi fare,
per paura di passare per una sciocca,
ma avrebbe voluto ucciderli
o vederli strisciare, come vermi sul pavimento,
era diventata cattiva, bastarda... 
ma i suoi occhi dolci smentivano il cuore
e aveva capito 
che poteva ottenere tutto con il ricatto.  
Mi disse che crescendo,
portava più i pantaloni che una gonna...
che l'ottenere non era un modo
di condurre la sua vita,
e sognava un abito da sposa, 
un marito e una casa,
ma se gli uomini la usavano solo per il sesso
doveva maltrattarli, ripagarli
per quel che aveva subito
e averne di loro il possesso.
Confidenze di donna, usata e maltrattata,
ho pianto per lei, sedotta e rifiutata,
perché sapevano che odiava i maschi...
un ideale interrotto dal gusto
di essere ascoltata e amata per quel che era.

Andrea Iaia

Un bacio rubato


Un bacio rubato 
come sinfonia scandalosa
dentro un portone,
nel silenzio dell'anima
come spezia dall'odore profonda
che entrava nelle nari
e ci coinvolgeva in una spirale 
senza ritorno.
E le mani, le mie a sconvolgerti
dentro il piacere,
tra la biancheria e il dolce profumo del miele,
e le tue, a scompigliarmi i capelli,
in impercettibili voglie
impreziosite dal desiderio
di fare all'amore in piedi
e contro la parete del muro.
Mentre gli occhi chiari,
come quelli del mare
avevano la struggente melodia
di aprire il ventre, alzando una gamba...
quel bacio rubato aprì una danza
con la paura che ci vedesse qualcuno,
una figura chiunque ad entrare
o scendere le scale.
Sconosciuta donna dalle labbra morbide
e dentro le pieghe di ciglia smarrite,
ci siamo intesi con il semplice sguardo
mentre il cuore batteva di phatos
in comunione di saltare il fosso
benché avessimo un'altra vita,
e ti ricordo malinconica, 
dentro un teatro di recitazione,
forse delusa da chissà quale scena...
a volte, non si comanda la propria passione,
e fu bello, dolce il ricamo sui seni e alla gola
mentre chiedevi di essere presa ancora
in quel portone, che come un alcova
scopriva la nostra malizia.

Andrea Iaia

giovedì 21 marzo 2019

Una volta eri mia


Pomeriggio di domenica:
nutrendo il mio ardore
dentro dettagli di occhi che si parlano tra loro
con la bella affacciata alla finestra,
contengo la voglia di stare fra le sue gambe
dentro ad un letto.
Una volta era mia, è successo
che attirato dall'odor di vaniglia
e quello di resina, dai tronchi arbusti,
nel velo scuro del crepuscolo,
che abbiamo fatto all'amore
nel vento caldo d'estate.
Ti andavo dietro, come un lungo bisogno
di averti affianco...
e ricordo le passeggiate
lungo la via che costeggia i binari dei treni,
quelli locali che passano di rado,
la via dei pioppi o degli innamorati
in cui ti chiesi d'esser mia moglie.
Dicesti sì, con quella voglia
di bagnare le labbra con le mie
e insaporirle dal tuo rossetto...
applausi e confetti hanno coronato un sogno
con le promesse che si fanno marito e moglie.
La bionda che invidiavano tutti, e parlavano forse un po' troppo,
ed è strano che ora, seduto, io ti guardi da un bar vicino
mentre spii il tuo uomo e mi lanci di rado un sorriso,
restando nascosta dietro la tenda.
Lo so che sei lì, 
con i capelli raccolti come donna di casa
e mi chiedo cosa mai ci ha divisi,
tu che da sotto la gonna,
lasciavi che la mia mano 
risaliva la pianura delle tue gambe.
Forse un malinteso, che come profumo d'incenso
ha bruciato la nostra passione
nel braciere di un bisogno d'avere un nuovo amore,
o forse la paura di tradirmi ancora.
Vedo lui andar via come un amante
da un segreto tutto tuo che mi lascia affranto...
e una volta eri mia, ed è successo
che il vento caldo d'estate
ha cambiato per sempre la nostra vera poesia.

Andrea Iaia

mercoledì 20 marzo 2019

Bella straniera


Bella e romantica con la luna nel volto,
triste e in partenza al binario dodici
di una stazione del sud...
aveva appena pianto e nascondeva
nel soprabito corto
indossando un taillur che sapeva di rosa
i suoi capelli raccolti.
Dietro di lei un facchino a portar le sue valige,
ne ammirava lo stile
e l’andatura di una donna di classe
era bella, ma non si era accorto
che sotto il cappello grazioso
sfoggiava un viso vezzoso
che cercava gli sguardi degli altri
per dominarli nella coscienza.
Una sorta di dèmone nelle vesti di un fiore
che costeggia le traverse e le pietre
dei lunghi binari,
misteriosa ma da averla per sempre
per farla rinascere farfalla
racchiusa nel bozzolo..
era in cerca di casa,
ma la mia, aveva un'altra vita.
Tra i sospiri tirati,
l'ho vista fermarsi e tirarsi una calza,
ripassarsi le labbra con il rossetto...
era proprio bella e piena di charme,
di mascara e colpi di cipria, in un fascino sobrio
che come un bicchiere di vino, la mente t'inebria.

Ogni tanto guardava l'orario di partenza
e controllava il suo di orologio con estrema impazienza...
al facchino, un velo di rimpianto
sfoggiò sul suo viso,
perché capiva che non era la donna per lui.
Chissà, se nella sua mente
non sognava una cena a lume di candela
con lei di fronte e aromi piccanti
in fantasie galoppanti,
o come magari in una giornata di pioggia,
accompagnarla con il suo ombrello al viatico di casa
e assaggiar la sua bocca dal sapor di ciliegio.
Si domandava: da quale amore partiva delusa,
e come un film dal sonoro muto,
con la scusa di guardarle le gambe,
si chiedeva, se davvero ne valeva
la pena provarci.

Poi, mentre saliva sul gradino del treno
ha perso una scarpa
e l'ha aiutata a rimetterla a posto,
"Merci", ha risposto in francese,
in quel profumo di bocca
che adornava l'aria di zenzero e limone,
e in quella scena incompresa
ha capito che nel divario tra loro c’era proprio un abisso.
L'ho vista sparire nella nuvola di fumo e vapore,
al fischio di un capo stazione che aveva premura,
e contenendo il mio ardore
ho contemplato le sue sovra cosce
oltre le calze di seta,
in quello spazio di nudo che lambisce la carne e l'intimo
mentre saliva desiderosa di mettere fine alla storia e partire.
Ha cercato invano il mio sguardo dal finestrino,
un occasione per rimanere,
ma notando l’assenza, ha scrollato le spalle
e si è fatta spazio tra viaggiatori nel corridoio
che l'ammiravano stupiti e confusi
inoltrarsi e scomparire.
Non avrà mai un nome la bella straniera
ma il suo odore di femmina farà sempre parte
di un segreto nascosto nel profondo dell'intimo
d'averla avuta nel letto, una notte soltanto...
e mentre osservavo il treno partire
tirai dalla tasca la sua giarrettiera smarrita
per annusare ancora il suo odore felino.

Andrea Iaia

domenica 17 marzo 2019

Specchio delle mie brame


"Specchio delle mie brame
chi è la più bella del reame?".
Di certo, lo specchio riflette se stessi
e sai bene di giocare
chiedendo il suo permesso
di entrare nei desideri
di qualcuno che guarda.
Il trucco nasconde imperfezioni,
e sai benissimo di essere un bel boccone
per chi smania di avere le labbra sulle tue...
vivi dentro un embrione
in cui sai di uscire 
e raccogliere adorazioni,
per questo, interroghi lo specchio,
per avere la certezza
di fare colpo sul maschio.

Andrea Iaia

sabato 16 marzo 2019

L'anima


C'è un luogo dentro di te
che si chiama anima...
lì, puoi trovare sensi di colpa,
sorrisi e principii
di ciò che è udibile,
tutto ciò che in te è libera scelta.
Non cercare risposte,
l'anima è come un fiume che scorre
negli irti pendii
di ciò che non è capibile...
ma ti fa attendere
che qualcosa cambi,
e dipende da te, 
se starne dentro o fuori.
L'anima accarezza il volto
e lo rende più umano, 
asciuga le lacrime
e ti fa capire
che nulla è impossibile.

Andrea Iaia

Capriccio


venerdì 15 marzo 2019

Afferrerò parole...


Sentimi vicino


Splendeva sul dito
della tua mano
una farfalla che svolazzava
leggiadra sul tuo destino...
sentivi la pelle tremare
e il cuore battere forte,
affinché i tuoi occhi
meravigliati sorridessero
al battito d'ali.
Era un angelo!
Un piccolo angelo trasparente
in veste di insetto...
gli angeli sanno travestirsi
in ciò che non t'aspetti.
Ma prima,
un cielo di stelle infrangeva il buio
per non farti avere paura...
seppur mi chiamavi nel sonno,
tormentata di spazi insicuri,
e ti stringevo forte
per farti guardare le stelle
e dirti: non sei sola,
hai un cielo brillante
che sorveglia il tuo cuore...
dormi serena,
e ascolta l'acqua
di un immaginario ruscello
il cielo non può farti regalo più bello.
Splendeva sul dito
della tua mano
una farfalla che svolazzava
leggiadra sul tuo destino...
sentimi dentro, adesso che sei da me sei lontana,
sentimi vicino, col battito d'ali,
che la misericordia di Dio non si consuma.

Andrea Iaia

giovedì 14 marzo 2019

Cosa vuoi da me?


Tu cosa vedi?

Vedo gente che si muove
e si danna alla ricerca della felicità,
mentre io ho te
e tutto quello che mi serve.

E sei felice?

Se i tuoi occhi accendono i miei
e si stupiscono ogni volta,
facendomi sussultare il cuore, si.

E allora cosa provi?

Mi perdo ogni volta che mi abbracci.
Sono in posto in cui ho desiderato esserci,
provo l'alba che mi si apre davanti
e l'orgoglio del sole
dentro i miei occhi.

Cosa vuoi allora da me?

Che mi stringi forte e di spalle,
che mi fai sentire il possesso di uomo
sulla sua donna,
e che non mi lasci mai andare.

Andrea Iaia

giovedì 7 marzo 2019

Regina di notte


 Sei la parte più importante 
di un mondo che non fa chiarezza,
composizione floreale il cui odore 
sul dolore è come una carezza.
Sai piangere e sorridere allo stesso tempo
e dimenticare ferite più profonde
mascherandole con l'amore
e il perdono che è la virtù che consola.
Se disseti il corpo dai rigagnoli di pioggia,
lampeggia in te la profondità 
dell'essere così sensibile 
e forte allo stesso tempo,
che lui non s'aspetta di avere quell'aiuto
dalla donna che tiene accanto.
S'innamora di quei tratti chiari
che cercano un confronto,
ma sa di perdere comunque
perché è lei che emana soluzioni
in quelle ombre.

Allo specchio, i tuoi occhi bagnati di emozioni
attendono quel trucco che sfuma le sottili ciglia
e un make-up che cattura la soglia
di un sogno che lo incanta.
Sai inventarti e disfarti,
di giorno con mille cose da realizzare,
come prendere sembianze di madre e moglie
in cui arranchi tra lavoro e mura 
che si sfaldano per ricomporle.
Ma di notte, sei regina 
in cui la luce inarca le curve del tuo corpo
a mani che le sanno poi esplorare
e ad una bocca che sa appena sussurrare
parole indecenti, suadenti e invadenti
ad una voglia che cresce e si lascia andare...
dissetandoti nel punto in cui sai essere migliore.
Odori intensi nel miscuglio di nuda pelle
come il sapore della tua bocca che sa di panna...
sai tessere tela per catturare il desiderio
che prende le sembianze di una mantide che non uccide, 
ma sfrutta il bisogno
di essere regina, almeno di notte.

Andrea Iaia 

sabato 2 marzo 2019

Le idi di Marzo


Le idi di Marzo,
nella coltre più fitta negli occhi,
disegnano un remoto sogno
svanito come uno scherzo,
che dalla finestra prendono forme.
Nelle ombre concrete di dolci dispetti...
pedalate in bicicletta
nel percorso dove scorre acqua più pura...
"Chi arriva ultimo paga il suo pegno.",
ed io come una scema
ho tradito il mio compagno
per avere umide labbra
sulla bocca di un altro.
Le idi di Marzo,
aprirono un fotoromanzo,
in cui sedicenne sognavo di fare l'attrice...
ero puntuale in edicola a comprare
l'ultimo numero,
come puntuale a macchiarmi 
la bocca da peccatrice.
"Se mi ami, dammi la prova!",
ed io come una scema, 
ho perso l'onore per essere donna
di uno che poi mi ha lasciato
per vantarsi del mio possesso.
Ma le idi di Marzo,
hanno girato ora della mia pagina un foglio
in cui la ricchezza ha scritto il suo destino.
C'è una ragazzina cresciuta
che aspetta un figlio.

Andrea Iaia

Luce...