Il mio ristoro è sulla tua bocca.
Sulle morbide tue labbra dove sostano le mie
per indicare alla lingua
l'intima fessura
e poterla bagnare sulla umida tua.
Magico amplesso dei sensi
in cui gli occhi si chiudono
e sognano valli incantate
che si materializzano su palmo di mano
mentre questa preme e sonda i tuoi seni.
Ti stuzzico l'irto capezzolo
mentre affondo la lingua e mi prendo gli umori
stringendo le labbra non troppo strette
e mordendo appena il muscolo
oltre la porta.
E mi prendo persino le lacrime
del tuo caldo cuore,
per fonderle nella passione
dove il fiato si accorcia
e si perde nel breve e smorzato respiro.
Ho voglia di bere nel paradiso di odori
della tua pelle...
e di scendere piano,
dal collo sul ventre
per cogliere l'ardore del tuo roseo fiore
e sorseggiarlo come un soave liquore.
Se il dolce ristoro
che spegne la sete
mentre il corpo si avvita
nella notte infinita
tra gambe intrecciate
nel lento aprirsi al bagno dei sentimenti.
Il ristoro dei sensi
nella voglia che s'anima
in ombre sulla parete
e che fanno all'amore
sino a che non ritorna la quiete.
Andrea Iaia
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.