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venerdì 27 gennaio 2017

Innocenza


Innocenza è l'anima che plana e si difende
dal pensiero contorto,
mentre sprigiona essenze d'acqua marina
nel preludio che corre sul filo di lana
e che tende a spezzarlo in quel senso perduto
per un'ora d'amore, seppure breve,
anche di qualche minuto.
Innocenza è lo sguardo abbassato,
il desiderio di stare su erba bagnata
con vestiti leggeri e delicati,
dove aleggia la trasparenza
negli occhi di chi la contempla ammirato,
e vuol possederla in un unico pensiero,
in quella luce, dove le vesti sono di troppo
per farla cadere dentro ad un letto.
Dimmi come fai a resistere
nel modo in cui non ti compete
tu donna, a quella pioggia oscena...
perché un uomo è fatto di carne e non chiede troppo,
se non godere anche di un solo strappo di tempo
in occasioni che rende magico
il fuoco che avvampa,
eppure hai anche tu le tue voglie
in quel ritaglio in cui ti spoglii
per offrirti in un pasto
dove la primizia di umori è solo un assaggio della tua innocenza.
Dimmi come conservi quell'anima preziosa
nel sensuale rapporto tra femmina e donna,
e come scindi le cose nel giusto tempo,
perché non sei nè la "Madonna",  e nè, una che inganna,
e un uomo può solo imparare a frenare l'attesa
per cogliere il frutto nel momento che tu hai deciso.
Sai insegnare che oltre l'istinto,
c'è sempre un cervello che scruta l'intesa
e sa apettare,
e innocenza sono anche le poche parole
o una bocca muta, impacciata al rossore di guance,
il pianto improvviso di quelle rinunce,
le ciglia perlate in un sogno che annuncia
che per avere quel poco, che non è solo sesso,
ma un amplesso di cuori che si dicono tanto
anche quando non serve parlare...
e che se vuoi cogliere il meglio bisogna aspettare.

Andrea Iaia

 

lunedì 23 gennaio 2017

Io e te ci siam letti dentro

 

Un'attesa infinita,
la speranza che non muore,
e un letto ancora intriso di sussurri danzanti
come petali di rose che cadono
su pelle bollente
e mai sazio di umori.
Un telefono che non suona,
mentre pronta e accogliente
è la porta d'ingresso che sprigiona
il desiderio d'averti
in un sogno proibito...
e so che verrai a lucidarti gli occhi
su questa pelle che ami
e sai districarti con magiche dita.
Ma com'è che ci siamo smarriti,
folgorati da un lampo al tramonto?
Io ricordo che ero in quello studio legale
dove avevo appena scritto
la fine della mia storia
con uno che non mi è mai stato accanto,
e mentre seduta condensavo le mie ferite
sei comparso con la tua donna,
decisa anche lei di farla con te finita.
Ho visto il brillare dentro i tuoi occhi...
simili ai miei, che a volte,
non riesco a guardarli dentro uno specchio...
eravamo due anime ferite,
in silenzio, a contemplare le loro vite,
strette in quel nodo,
di false promesse e illusioni,
che più si stringeva dentro il fragile petto,
 e più ti toglieva il respiro a mo' di dispetto.
E com'è che siam finiti in questo letto?
Chissà...
se davvero qualcuno decide
il destino di ognuno...
nessuno può scrivere la parola "Fine."
su quel muro banale dove nascono semi di storia.
Io e te ci siam letti dentro
e avevamo in comune lo stesso sogno.
Ora sono qui che ti aspetto,
con quel profumo addosso che a te piace tanto,
e con quel sussulto di correrti incontro
appena busserai alla mia porta.

Andrea Iaia

mercoledì 18 gennaio 2017

La pioggia è...










 Sotto la pioggia c'è sempre un capo piegato
verso il dolce rumore che distende i sensi,
ne l'ovattato impatto di terra e flora
che scioglie il respiro.
E se c'è l'amore, ognuno segue il suo io
dentro quel filo che separa i tempi.
Qualcuno ama tuffarsi dentro i ricordi,
come a frugare dentro l'anima a cercare qualcosa
che rimanda dietro i vetri il suo passato,
e restandosene in casa, osserva i rigagnoli brevi,
quelli gentili d'acqua
che deformano strade secondo il flusso,
associandole a scelte,
giocando ad accompagnarle con dita,
quasi a cambiarne il destino,
e c'è chi inzuppa le scarpe in pozzanghere sparse,
come a sfuggire dalla tristezza di non poter decidere
in nulla sotto la pioggia battente
e se la prende con il cielo.
Una donna protegge il suo ombrello dalle folate di vento,
e come un fantasma compare negli attimi
in cui nulla è prevedibile,
e il suo ostinato andare avanti e comunque,
sconvolge i piani degli altri,
come se godesse di quel cielo livido e plumbeo
che ovatta l'atmosfera,
e del profumo di asfalto bagnato
che si confonde con quello dei viali e giardini alberati.
Sembra una fuori dal tempo,
aliena di un certo vissuto o con un cuore diverso dagli altri...
perché ascolta la pioggia che parla nel muto dialogo
tra l'atmosfera e il grigio perlato
che impreziosisce le foglie e mescola i piani,
mentre gli altri si perdono nei suoni del traffico
e il meglio di questa "Signora" vita, che rallenta il ritmo
per poter nascondere lacrime e odori
di quello che sembra un po' disumano.
Ma se ci pensi, la pioggia è gentile.
Accarezza i volti sotto gli ombrelli
come una madre che protegge i suoi figli
e li incoraggia a non avere paura...
inumidisce le labbra e disseta la terra
per continuare a scrivere fogli di storia.
Fermati un attimo, sembra dire...
e ascolta da un'altra parte, quella migliore
che si perde, nella frenetica corsa ad un arrivo diverso...
La pioggia è un sensuale rapporto con Dio
nella poesia che bagna l'anima
e sposa la dolce natura.

Andrea Iaia

venerdì 13 gennaio 2017

Tra amiche...


Tra un caffè ed un pasticcino
sciolto in un incontro a tre,
si consuma l'alchimia di una primavera a se,
mentre fuori il mondo corre da un'altra parte
e magari nevica ma non dentro il cuore.
Le risate dentro gli occhi
hanno un sogno diluito in un confessionale ad arco
che scocca nei discorsi la sua freccia...
e una donna se è ferita mai non muore,
ma sbatte le sue ali e poi si alza e vola,
e con le amiche, se ci aggiunge un pizzico di sale
può cucinare sopra il fuoco un uomo.
Tra amiche ci si può dir di tutto...
linea e dieta son discorsi in cui il frutto
è quell'intimo di grido
in cui un uomo soffre e suda
se lei non si concede...
e che dire di quel che nella scollatura s'intravede:
una camicetta aperta quanto basta
sa come tirare fuori quel dèmone che può spezzar la corda,
e un uomo si ritrona in una follia bastarda.
Tra amiche vengono fuori quei segreti di un diario personale,
in cui  a dirla breve, negli specchi e nei riflessi dalle vetrine
si giudicano le offerte e si cade nel misurare tutto...
 ad esempio: "Quel commesso, fuori è un figo,
mentre dentro è un gran cretino
e so come giocarmelo a dovere
per lo sconto che mi può dare.
E poi, una donna non è un oggetto da possedere.",
dice la prima, raccontando... mentre il pomeriggio scivola
tra selfie e tirate minigonne...
in cui tre possono di tutto e tra l'altro,
anche a mostrare oltre le proprie gambe
senza essere imbarazzate.
Tra amiche, si può giocare a tornare ragazzine,
che poi, trucchi ed intimo sono solo assaggini
di quel che possono mostrare
a chi se le va proprio a cercare...
e anche se... "son sposata, quel fusto di quel profilo
me lo farei, anche a costo di fargli il filo...",
ammette la seconda, in cui solo un sogno
può oltrepassare quel confine.".
E la terza... "Che peccato rivedersi ogni tanto...!!!
Il mio uomo mi ha usata per un confronto
tra me ed una con le tette delle mie ancor più grandi...
vorrei punirlo con un appuntamento finto,
ma galante di un presunto sconosciuto.".
E poi arriva l'ultima, la goliardia di una bugia,
un'altra freccia per ridere in compagnia...
che racconta di uno spasimante che di fiori ne portava tanti,
e li usava per sedurla e portarla a letto,
ma che quando gli ha confidato sul divano
mentre questo allungava sulla coscia la sua mano
di essere un transessuale
è fuggito come un cinghiale davanti al cacciatore.
Ed è vero che le risate
sono come pillole di zucchero dentro la tazzina
che sciogliendosi ti fanno diventare sbarazzina,
e tre amiche niente può dividerle,
se non un ritorno dentro l'io che conduce verso casa.
E in fondo, chi può saperlo cosa combina fuori una sposa?
Dai... "Facciamoci una foto e immortaliamo
questo incontro.", dice una, come a dire a chi li guarda...
 ricordati che una donna se è ferita mai non muore,
sbatte le sue ali, ma poi si alza e vola,
ma con le amiche, se ci aggiunge un pizzico di sale
sa come cucinare sopra il fuoco un uomo.

Andrea Iaia


giovedì 12 gennaio 2017

E se magari...

 

E se magari oltre questo emisfero
qualcuno ascolta il nostro respiro,
capirebbe che qui sulla terra
si vive sì, una volta sola,
ma intensamente,
e che l'unione di labbra
è più di un semplice bacio,
ma un'alchimia di corpi che si parlano
senza espressione di voce...
e che si dicono molto più di quello che si vorrebbe dire.
Se magari oltre questa pallida luce
che il mare inghiotte
come un cioccolatino fondente
e si scioglie, scivolando lentamente
sino a raggiungere quel delicato piacere
ci fosse una sala in cui vedere il nostro film...
mi verrebbe da dire...
abbandona il capo sopra il mio petto e ascolta i battiti
di un cuore che pulsa
mentre m'indoro del profumo dei tuoi capelli.
Dai, abbracciami forte
come nella penombra in una stanza
dove io e te siamo siamo una cosa sola...
e osserviamo la nostra storia.
 Quanta paura abbiamo avuto
in quelle parole che non ci siamo mai detti...
 quanto male ci siamo fatti per non aver espresso
quel "Ti amo" dal profondo del cuore.

Andrea Iaia