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domenica 21 dicembre 2014

Il respiro dell'anima


Vivi racchiusa in quel limbo segreto
dove le voci non hanno il tormento sottile
di strisciare nel mondo di vetro, quello dell'anima,
che si frantuma 
non appena il linguaggio
perfora il presente
nella legittima idea
di manipolarti e farti decidere
di essere ovunque, ma fuori dal tuo io,
e ad essere in guerra con tutti, perfino con Dio.
Adesso sei oltre e...
 chissà se non in un pezzo di luna
a dividere come una lama tagliente
questo fragile incontro di anime
che restano abbracciati al presente
e si perdono sempre
in quei frammenti di vita inconfessabili,
magari indecenti, ma pur sempre attimi
di libertà vissuta e sfiorata dal desiderio
di esserci dentro comunque,
e pronti a volare, a far sentire il respiro dell'anima.
Qualunque sia tormento,
il peccato è la convinzione della follia
di farti credere che un seme non può dare la vita
in un'arida terra che non si emoziona
al battito di ciglia
e di un qualcosa che cambia improvvisamente
e prende un'altra via.
La nuova vita può nascere ovunque,
come un fiore che spacca il cemento
e fa sentire il suo urlo, come un vagito dentro il silenzio
crescendo poi in altre ambizioni.
Ci sono voci che non hanno il tormento
di farti sentire diversa, sporca e indecente,
e ti portano oltre, dove adesso tu sei
a guardarci dall'alto,
e a vedere dove finiamo di perderci noi,
che cambiamo pelle all'occasione
per andare vestiti al modello di perfezione
in quell'unica via dell'apparenza.
Vivi racchiusa in quel limbo segreto
e forse hai trovato la pace,
oppure siamo noi divisi da questa sottile parete
dove nessuno può scambiarsi di posto e passare oltre,
ma comunque siamo presenti nella voglia di esserci
e far sentire il respiro
dell'anima libera che vuole volare.

Andrea Iaia

giovedì 27 novembre 2014

Ci sono cose stupende...



Fermati un momento ovunque sei
e lascia andare le tue insicurezze
e chiedi a te stessa
se sei nel posto giusto
o vuoi andare altrove.
Scrivi nella tua mente
quelle emozioni così forti da farti paura
e abbattono dighe per far confluire la vita
nella pianura dei desideri,
e ferma la mente mentre sei in viaggio
e vedi come in un un passaggio veloce
oltre ai binari dal finestrino, 
ogni momento che ti ha delusa,
scompigliato quei giorni
in cui le ferite ti hanno lasciato 
cicatrici nell'anima,
e chiedi a te stessa, se era meglio il passato
o il nuovo a cui ti stai preparando ad avere.
Ci sono cose stupende e immortali,
perfetti a chi si spoglia e lascia le cose
ormai andate nelle piaghe cucite,
e per il quale il cuore
pagherebbe qualsiasi prezzo per averle
e sono lì, pronti per essere afferrati
in una coscienza nuova e pulita
se gli occhi incrociano altri occhi,
si guardano intensamente e si perdono dentro.

Andrea Iaia

lunedì 20 ottobre 2014

Vita...



Vita...
questa vita  ci sorprende con girandole d'emozioni
e inizia con un vagito in cui gli occhi
assaporano un volo nell'azzurro,
assieme a un battito di ciglia
e un pianto tra i colori e cromi
di persone che ti ammirano dietro ai vetri
che vorrebbero legarti in quel vento di passione
in cui imiti le scelte oppure sei perduto.
E nell'irresistibile voglia di una madre
d'averti tra le braccia e contemplarti come dono
conoscerai che il meglio avviene sempre
dopo un certo tempo di dolore
e mutevole scorrerà poi quel tempo
in cui l'essenza di quel filo silenzioso
che lega terra e cielo
si sorprenderà di come imparerai in fretta
le regole che vengono dall'alto
assieme alle vocali, nomi e cose,
e t'insegnerà ad aver fiducia, ad essere leale,
e a non aver paura, ponendoti di fronte il bene e il male
in cui decidere dovrai e a non avere fretta.
E la stessa vita sfuggirà
nelle contraddizioni di una crescita
in cui avrai fame di quelle cose ed amicizie
che baratteranno quello che si conquista con un certo tempo,
con il tutto e subito senz'anima,
ma, solo con l'involucro del corpo, 
così, dannatamente per uno sfizio.
Vita...
questa vita così bella e maledetta
è un viaggio nell'incognito, dove tutto passa in fretta
e ti ritrovi già invecchiato
nell'illogico rimpianto d'aver preso e dato
senza poi ritrovarti nulla tra le mani
e nessuno che ti dica se lo hai fatto bene.
E intanto avrai fame di quei ricordi
dove la stessa luce ti ha visto brancolare in quei passaggi,
ora di sposo, padre e figlio,
compagno di quel viaggio 
in cui stessa luce puoi spegnerla
con un interruttore.
La stessa vita sfuggirà come una finzione
in cui s'aggrappa nella trama di un palcoscenico segreto
la regia di un dolore spettatore, 
in cui dovrai preparati a rinascere di nuovo
in quei bagliori del vissuto.
E comunque sia, è sempre uno spettacolo 
dire poi a chi viene... io c'ero e son passato
attraverso quel preso e dato
ma, ho avuto una mano nella mano
e parole sottovoce
di un Dio seminascosto nel linguaggio della natura.

Andrea Iaia

martedì 14 ottobre 2014

Bisbigli di donne


Bisbigli che nessuno misura
e che neanche i poeti sanno
cos'hanno le donne
e si sforzano d'interpetar i loro sogni.
E il bello è che finiscono
per associarli alle solite cose,
normali voglie
perché sanno di essere a volte sensuali.
E oltre il trucco e il banale rossetto
c'è una bocca che non ama vanità a dispetto,
ma una bellezza interiore
che va al di fuori di un pettegolezzo,
giusto per scambiare le solite fresche parole.
Bisbigli che son come fogli
di pagine bianche,
perché poi, quello che scrivono dentro
lo fanno con inchiostro simpatico che si cancella...
e io non ho visto una donna dirmi cose di donne,
ma so che tra loro ci sono segreti, legami e pareti
dove non si può sconfinare
perché l'uomo non sa penetrare
l'intimo di un'anima così femminile.
Le donne, si potranno parlare per ore ed ore,
raccontarsi e ridere di noi che ci perdiamo
dentro l'ardore di un corpo svestito,
perché non sappiamo resistere al loro spogliarsi
ed è lì, che poi difettiamo
e lasciamo modo che i bisbigli vanno a sposarsi
con cose che vorrebbero fare con qualcun altro.
Le donne, te lo lasciano capire
quando si parlano e si raccontano:
li senti bisbigliare da quelle bocche
che vorresti chiuderle con le tue labbra,
e baciarle con grande passione,
 per carpire cos'hanno dentro
da sognar sempre il meglio.

Andrea Iaia

lunedì 13 ottobre 2014

Certi incontri...


Solo ricordi in quel vicolo 
dove si fonde passato e presente
e il sole quasi non scende
a bagnare di luce le zone d'ombra.
Fantasmi che sembrano andare
dove la noia non muore,
e un barista di spalle al muro 
 pensa al suo tempo sprecato
in quel tratto dove anche i lampioni spenti
sembrano dire che sono feriti.
Distante, un breve sogno
quasi una leggera occasione
di perdersi con una vespa nel vento
in un viaggio senza bagaglio...
là, dove il taglio del giorno
assomiglia a quell'incontro speciale
di un mattino d'estate
degli anni settanta.
Scrutavo carriole e vetturini...
porte dei treni e finestrini alla stazione
per vederti scorgere da qualche parte...
una fuga d'amore e una canzone
di Gianni Morandi,
per noi giovani e ballerini
in una società che stava cambiando.
E quella vespa è stata la nostra ruffiana
che ci ha visti fare all'amore in quell'avventura
di breve durata...
sfavillante e superba,
guardiana del nostro incontro dentro il canneto.
Se questo presente fosse poco migliore
e nel vicolo tornerebbe il sole
io ti porterei ancora
dove stendemmo tovaglia sul prato
in quel silenzioso splendore dei tuoi cinquant'anni.
Un barista ricorda i suoi clienti,
e ricorda il tuo ingresso come un vento
in quel mattino d'estate...
minorenne e maliziosa...
chiedesti un aperitivo,
e poi di fare un giro sulla mia vespa.
Certi incontri nascono all'istante 
e se non li cogli, ti perdi certi bisbigli
in quella danza ambiziosa del caso
che si diverte ad unire le anime
che non sanno di esistere da qualche parte.

Andrea Iaia

martedì 7 ottobre 2014

Suggestioni allo specchio


Nella giusta penombra
prepara l'attesa
nell'aura distesa di anfora colma
di seduzione...
palpitante adulazione
dove pupille si esaltano
al sospirato incontro.
Colombe le gambe che fremono 
mentre sottile
scende l'idea d'aprirle
come ostrica che offre la perla
a bocca assetata... 
desiderosa di entrare nel solco
e smarrirsi alla luce.
Suggestioni allo specchio
mentre il pennello ritocca le labbra
con l'acceso colore della passione...
emozioni di donna nel segreto lucente
di ciò che vorrebbe e non dice.
Ha un'alba segreta il suo cuore
per chi riesce ad entrare e restarne abbagliato
di un ipotetico viaggio verso il peccato...
gabbia dorata l'offrirsi
dentro il sublime pensiero
di cadere nel fuoco
e bruciarsi anche solo per poco

Andrea Iaia

lunedì 6 ottobre 2014

Non dovevi innamorarti di me


Non dovevi innamorarti di me
che percepisco il respiro
di una donna che sente troppo
il battito di un'emozione...
io che scrivo, penso e son capace di volare
nelle magie di una finzione
per colorare il grigio delle lacrime.
Non dovevi innamorarti di me che rido e piango,
capace di far l'amore
solo a contemplare un dolce sguardo
e di stare ore ed ore
davanti a un corpo muto
come un quadro senza musica
per afferrarne la poesia del silenzio.
La fragilità è come una musa con le corde tese
in un disegno dove amo saper toccare
note dentro fremiti senza pretese...
e tu che sei sensibile all'amplesso di concentrati occhi
non dovevi innamorarti
 di quella lucida follia presente
in battiti ribelli e forse sciocchi
nel cadere dentro le mie braccia
e tormentate labbra
che cercano le roventi tue.    
Perché quando ti innamori di un uomo simile
che sa toglierti anche il respiro
è come ad avergli dato l'anima,
e sia che ci rimani o te ne vai
mi avrai poi sempre dentro
nel rivisitare l'intimo.

Andrea Iaia

mercoledì 1 ottobre 2014

Un giorno me ne andrò



Un giorno me ne andrò
e non so se ci sarà il sole ad accompagnarmi
o la luce pallida della luna.
Se sarò cosciente 
o attraverso il viaggio di un dormiente
e se avrò più o meno
la mia dose di paura.
Me ne andrò nella poesia dell'universo
con il fruscio dei miei passi
a solcare quei confini di un altro inizio,
per ricevere quel bacio sulla bocca 
dal sapore di ciliegio,
nel profumo di quel mistico
in cui dicono, rivedi le persone perse.
Avrò polvere di stelle addosso
a bagnarmi come acqua simile alla pioggia,
e il vestito della festa
per entrare in quella quiete
che annulla la distanza dal dolore.
Me ne andrò senza rimpianto
confondendoni nell'aurora
che precede nuova luce,
con una carezza al volto
che ti farò, prima di passare oltre.

Andrea Iaia

lunedì 29 settembre 2014

Non ricordo io chi sono



Non ricordo io chi sono.
Il risveglio è quasi sempre una magia
che spegne il sogno e ti conduce
in quel silenzio di una nuova vita,
dove quella nebbia che ti fa velo sulla strada
ti apre all'improvviso
 uno scenario da dipingere con le dita.
Specchio di un delicato incanto
in cui un volto che non mi appartiene è dentro
e sembra quasi farmi dei dispetti
in cui giuro, io quello poi non sono
e nemmeno quella donna alle mie spalle
fa parte dei ricordi.
Se mi cerchi, dimmi se mi son smarrito
in questo planetario
di solitudini e frammenti
dove il sentimento è in ogni battito
e sfiora la coscienza,
ed è dannatamente in guerra con i sensi.
Non ricordo io chi sono,
ma so che il buio ha un delicato tono rosa,
come la stanza dei desideri,
dove ogni scatola di giochi è al giusto posto,
e il grembiule bianco che mi aspetta
per un viaggio chissà dove.
Se mi cerchi, dimmi se so tornato
dove ho vissuto da bambino
a scoprire le paure e quel posto sotto il letto
in cui imprigionavo le mie stelle...
e quella donna, amica della mamma
che mi conturbava forte.
Fuori piove... 
e la pioggia mi ricorda il primo bacio sulle labbra,
l'irrequieto adolescente sporco di rossetto
e la compagna mia di banco
con la delicata mano sopra i pantaloni...
ma dannatamente, non ricordo poi chi sono,
e nemmeno tu alle mie spalle,
delicata donna che mi accompagni.
Se mi cerchi, non farmi poi del male
ma riportami nella mia fragile illusione
di sapere se son passato attraverso questo specchio
o son rimasto a vedere il mio passato
dove si spento quel sorriso
e cancellato quell'immagine
un un assaggio delicato della vita.

Andrea Iaia

venerdì 26 settembre 2014

Equinozio d'autunno



Equinozio d'autunno...
e un bacio all'estate partita per altri mondi,
come un padre che vede sua figlia
cercare l'amore confuso lì, nel profondo
di un cielo vestito d'azzurro.
Le colline hanno il sapore del vento,
quello deciso a spogliare l'amante
per farci all'amore
con il flusso di quelle apparenze
che sembrano dolci carezze...
mentre le foglie sono segreti 
che vanno a posarsi su pagine bianche... 
per essere lette
come estratti di una promessa
in palpiti intimi di vita vissuta.

Un fuori tempo dell'io che si confronta
e si rinnova con l'opaco caldo 
che sfiora la pelle,
quella di donna che si prepara a vedersi
dentro il cristallo delle ambizioni...
e scruta la notte per contare le poche stelle
a cercare quella in cui ha riposto il futuro.
C'è chi ha paura dei temporali
e si attacca alle vesti di madre 
che hanno l'eterno grembiule sul ventre,
e chi s'aspetta frutti più dolci...
per allietare la sua coscienza
e pulirla con essenze dai toni d'ocra e di rosso,
quasi come ad avere un permesso
a ricominciare la sua nuova vita 
senza più quella vecchia paura.

L'equinozio d'autunno 
prepara i sentimenti a un'evento più grande...
muove la voglia di offrire riparo
a una foglia smarrita e tremante
dal nome straniero...
ed è come fare entrare quel vento
che spazza i ricordi
e beve quel vino leggero
che ha quell'accento frizzante del primo mosto
per capirsi con il linguaggio degli occhi.
E dentro questo scenario
un contadino si leva il cappello
al suono delle campane,
sinfonia del melograno dipinto in quadri d'autori
assieme al castagno dal dolce sapore
inebriato di resine e muffe leggere.
Una suora accende il cero pasquale
nel vespro che accoglie l'ultimo viaggio
di un uomo al suo funerale...
e un giovane prete col cerimoniale
inizia quello che chiamano giusta vendemmia
con un segno di croce.
Raccoglierà vite contorte,
dove confuse agli assassini e perversi
ci sono quelle odorose di santi.

Andrea Iaia

martedì 23 settembre 2014

Un giro in moto...


Un giro in moto
ti offro nel breviario di un mattino,
per fendere la nebbia
e per andare un po' lontano
dove lo smog e il suono ballerino
del battito quotidiano
ti racchiude in quelle stesse emozioni
dal colore pigro e sempre eguale.
Un'evasione per toccar l'ebrezza
e il fascino sinonimo di quell'abbraccio,
il tuo, che stringe la mia vita...
e il palpito dei seni
che premono sopra la mia schiena
come una sfida a correggere 
il rituale delle sensazioni.
Un giro in moto
per avere lungo il tratto il capo chino,
il tuo, come ad ascoltare quei brevi sentimenti
di un sognare appena lungo il viaggio
mentre gli alberi ci attraversano davanti...
e ci indicano un sentiero dove forse piove
il nostro incontro, per incollar le labbra
e lasciarci andare per un giorno
in tremanti membra che bramano di essere
uno sopra l'altro a fondere passione, 
distesi sopra l'erba.
Un giro in moto per attraversar l'ignoto
e giacere a lungo nel filo del piacere.

Andrea Iaia

lunedì 15 settembre 2014

Rivoglio il mio mondo


Quand'ero bambino avevo grandi progetti
e sognavo di realizzarli
senza rendermi conto che ognuno di essi
aveva una strada tortuosa e difficile da percorrere.
Eppure, giocavo per strada con calzoni corti e a volte stracciati o ripezzati,
 perché quello era il mio mondo marginale e affamato in cui stendevo i desideri.
E negli anni veloci, in cui non mi sono reso conto di crescere,
improvvisamente, qualcuno ha rubato quei sogni su fili appesi,
cambiandoli in un sistema in cui devi per forza far compromessi,
lottare e spingere, ma anche scavalcare il tuo migliore amico
per non fare che egli ti rubi quell'innocenza in cui ci credevi.
Un sistema per niente piacevole in cui ora mi accorgo chi siamo...
ipocriti, gli uni con gli altri... fingendo persino che ci siam conosciuti
per paura che i loro figli, tolgono ai nostri,
quell'unico posto che forse ci resta per sopravvivere...
dimenticando persino, quanto siamo stati compagni e felici,
pur non avendo nulla da scambiarci, se non l'amicizia,
quella vera, pura, che distingue l'infanzia dal mondo degli ipocriti adulti.
Arroganti e perversi, persino capace di mentire perché vogliamo essere diversi.
Rivoglio quegli anni, in cui uno schiaffo ti faceva capire che stavi sbagliando... 
e che non devi confondere la vita 
con qualcosa che ti appartiene e fare quello che vuoi, 
ma condividerla con persone che ami... 
e sopratutto, rivoglio quelle cadute in cui un ginocchio sbucciato
aveva il giusto dolore per farti sentire amato 
da una bocca di mamma sopra l’ingenua ferita.

Quand'ero bambino, di mio padre avevo un grande timore
e bastava il suo sguardo per farmi capire il momento di fare silenzio
e credevo che aveva una gran forza, che era invincibile, possente ai sentimenti,
e crescendo, ho scoperto che era il più debole 
e che doveva recitare la parte di un padre.
Rivoglio quel mondo, perché io non sono diverso e fare il padre non mi riesce.
Lo rivoglio per riaccogliere i cocci per strada ed anche quello che ho perso...
lo rivoglio, per il semplice fatto che crescere è solo una farsa.
Svaniscono i sogni!
Qualcuno li ruba e ti fa piangere forte,
più di quelle cadute in cui non c'è una mamma che corre e ti asciuga gli occhi...
e sei solo, sfinito d'inganni anche se hai una grande famiglia
e vuoi il meglio per loro, rubando e togliendo agli altri
i tuoi stessi sogni.
Mio Dio, ferma questi anni, prima che non sia già troppo tardi.
Stiamo ingannando e diventiamo bugiardi
quando non raccontiamo ai figli i fallimenti...
e ferma questa specie di ruota della fortuna
che gira e regala le delusioni per riempire i volti di sorrisi più falsi
di chi crede che un posto si conquista per quello che vali.
C’è sempre qualcuno che ti scavalca 
perché ha paura di perdere quello che crede suo...
e rivoglio il mio mondo, quello dal pieno profumo di grandi risate
dopo aver fatto la pace col compagno di giochi.

Andrea Iaia

venerdì 12 settembre 2014

Voci e suoni nella strada

violentmovement:

Dubrovnik, Croatia

Voci e suoni d'allegria
in un angolo di mondo
dove spazia la serata nella dolce compagnia
di chi cerca l'attimo per evadere dal tempo
in quei viaggi dei camerieri attenti
e di occhi che brillano alle portate
che scorrono come fiumi
dello stesso vino sopra i tavoli.
Marciapiedi in pietra
 hanno oracoli e confidenze
che hanno visto tempi di coscienza
sporcarsi e poi pulirsi
in deboli apparenze
e dal costo di una cena...
e c'è chi non può passare
perché da scandalo a chi giace
nel suo gozzovigliare...
maledetto gioco
dove ognuno affoga nel suo io.
Se cerchi la poesia, in questa strada non la trovi.
I muri hanno orecchie
e le luci sono specchi
dello stesso suono in cui ognuno si riflette...
e può essere bello e anche brutto
risvegliarsi dentro un letto
e vedere un altro al proprio posto.
Non sempre la musica è la stessa
e c'è quella di un'orchestra in una piazza
a farti dondolare in allegria,
e quella muta che scivola come rugiada
a bagnare l'anima...
e nessuno è sopra a un cavalcavia
ma, sempre su una strada 
che giudica se il cristo viene escluso
 o se è dentro una speranza
di chi si lustra gli occhi al cielo.
Ci sono voci e suoni di un'altra festa
in una via che non vedi ...
e delle luci che imbiancano un altro marciapiedi,
oltre, dove l'anima si ciba della fede.

Andrea Iaia

venerdì 5 settembre 2014

Un attimo prima...


Un attimo prima, 
e in mezzo a così tanta passione
di essere dentro uno scenario diverso
da quello che sembra apparente e normale...
e percepisci la vita avventurarsi 
anche in modo contrario
e contro il tempo
che cambia le nostre emozioni.
Accade sempre prima di ogni qualcosa
per far sì che t'innamori
di quello che senti dentro il presente...
mentre bevi tristezza 
nel viaggio ancestrale di vita,
che questa passione
strappa il poeta dentro
 per meravigliarsi di così tanta bellezza...
persino nel grigio di un giorno
che annuncia un gran temporale.
 E appena la voglia si concentra nel suono
e si fonde nell'aria...
vivi l'attesa e cresce quel desiderio
di esserci dentro
per farti cogliere all'improvviso
da quell'odore che si fonde tra terra ed aria...
e ti immerge in quel bene interiore che esplode.
E in quel breve istante
in cui la pioggia annuncia il suo arrivo...
anche uno sconosciuto che passa 
può essere parte di te che cerca se stesso,
e di quel temporale, non vedi l'ora che arriva
come un bel compromesso
per toccare la vita e andare oltre,
quasi a bucare l'aria e volare.

Andrea Iaia

martedì 2 settembre 2014

Un caffè...


Un caffè...
e magari in centro di qualche isola di fantasia
aiuta a dimenticare le nostalgie.
Magari al balcone di casa
con la moka o caffettiera che usi
col vestito più bello di fresca seta,
a sentire il suono di vita,
e l'andare del giorno verso la via,
dove risiedono i sogni.
E magari raggiungerli dentro l'aroma
che si si perde lento nell'aria...
e chi non s'aggrappa a questo fumo che spira
e ti porta lontano...
dove il cuore batte forte
 e accende le luci degli occhi,
per sorprendersi in quello che sembra poi sciocco
e che a pensarci, è sempre stato davanti.
Un caffè...
e chiunque tu sia, lo bevo con te,
giusto per quello che un detto dice,
che chi non lo beve con un certo qualcuno,
sarà sempre "Nessuno" 
a bussare alla tua porta.
Un modo di dire, fazioso e non buono
nemmeno poi da abbinare e pensare,
e d'augurare a qualcuno...
 ma certe cose, momenti e pazzie,
se le condividi, sarai in compagnia
e in pace con l'anima tua.

Andrea Iaia


sabato 30 agosto 2014

Ti respiro...



Ti respiro più che mai
mischiando il tuo odore nella brezza,
come fosse una carezza
che solo un padre può capire
quell'istante fatto di un impasto
di una figlia che ti abbraccia,
amalgama di acqua e sale
di un pianto che diventa pane.
E rubo quell'istante
come un ladro di ricordi
e faccio mio quel respiro
che sa anche di mio
confuso in aria e vento
e nel brillare di quel mare,
tua compagna di una sera...
e so, che anche se,
non sei presente,
ti sento nell'anima profonda
di quell'essere comunque in vita
da un'altra parte.
Ed è per questo che ti respiro.
In fondo, nessuno può slegarci 
da quell'invisibile filo
che ci lega anche oltre la vita.

Andrea Iaia

giovedì 21 agosto 2014

Io sono un uomo che...



Io sono un uomo che ascolta strane onde,
suono che si diffonde
come un grido dell'invisibile all'umano,
 perso nel confine della convenienza.
Difficile da prendere e capire,
scartarmi o lasciarmi perdere dentro l'evidenza
d'essere migliori, quando invece non lo siamo.
Cammino scalzo dentro i desideri
che non mi fanno più dormire...
e non è una coscienza sporca che mi pesa,
ma tenerla linda, quasi da punire
l'umana voglia di ribellarsi
e gridare al mondo... quanto sei vigliacco
a prendertela sempre con i deboli.
Mi dicono che sono prove...
ma quale Dio ti punisce per vedere se sei forte
o se sei capace di seguirlo
anche se vorresti ammettere che la religione
non segue spesso la ragione.
Io sono un uomo fatto a pezzi
dalla stupida ipocrisia
di chi ti presenta un modello assai perfetto
di uno spicchio di felicità interiore
in chissà quale sala poi d'aspetto
fatta di buone parole per catturarti da un'altra parte.
E se contempli la morte di qualcuno... 
ti dicono... “Rimani forte,
che prima o poi la rivedrai e sarà una bella festa!”.
Chissà cosa e poi rivedrò...
e se sarà tale e quale come mi ha lasciato
o se il disagio della perfezione
è solo un'illusione di quel sogno di cui ha bisogno l'uomo...
e comunque sono uno
in cui la fede è la misura di quel che resta dentro,
ed è qui che si gioca a dadi la mia vita
e non in uno scritto concepito
o un versetto mal capito,
che poi con quello si fan le guerre
e si finge d'essere pulito
davanti al dono dell'infinito
arrivando a dire... “E' giusto cancellare chi non ama un'altro.”.

Quale treno parte ora per il cielo...
per vedere se davvero oltre,
se la ridono di metterci in disparte,
o piangono perché siamo soli
e ci diverte spartire una certa torta
fatta di arroganza e perversione
di affidarci sempre a dei coglioni
che mostrano parole solo per la bella faccia
di essere il salvatore sempre della solita illusione.
E sono sempre un uomo
che assiste in modo stanco
questo scempio di risate stupide
davanti ad animali vestiti come umani
che scimmiottano addestrati
 ad essere intrepidi nelle sfide,
mentre chi dovrebbe avere un cuore ed il coraggio
è solo un fetido pagliaccio,
uno che dipinge la sua faccia
mentre dentro, resta quell'intruso
che non gli basta avere un muso lungo e protestare,
ma vuole rimanere così com'è... a convenienza
per paura d'esser tolto anche la coscienza.
E mi domando...
cosa dirò di noi a quel Dio che ha creato il mondo
semmai quel treno passa
ed io lo prendo per davvero.
Mi restano le onde con i suoni e le sue voci
 a raccontarmi che perfino Lui 
viene messo ancora sulla croce
da chi si batte il petto mille volte
sempre per l'umana voglia di sembrar perfetto
anche se dovesse spingere nel baratro
uno che non ha il biglietto
di star dalla sua parte.

Andrea Iaia

lunedì 18 agosto 2014

Io sogno...



Io sogno un mondo
dove un ritaglio di questa vita
è cucito, intessuto con il cielo
che non ha nulla di quel vero
di quel che mi raccontano
per farmi cambiare dentro.
Un'anima Dio me l'ha data...
ed è quella da levigare, trasformare
e magari riempire di quell'amore
dichiarato e mai compiuto
dall'indifferenza di chi le applica a parole.
Io sogno quelle favole
dove t'insegnano una morale
e non aver paura di quel suono
che si chiama amore.
Sogno di non essere un girasole
che gira dove la luce vuole
per raccogliere solo grappoli
di spiacevoli illusioni.
L'indifferenza uccide
e divide come una spada l'arroganza del se stesso
con Colui che l'ha creato,
compiendo l'atto irreversibile
del costruirsi un altro dio perfetto
e confezionato al suo modello.
E se guardo poi lontano,
non è per separarmi
da un gioco che mi divora,
ma per guardare chi a lungo l'altro ignora,
e si ritrova solo
ad aspettare la mano di qualcuno,
magari da quell'alto dove non ci arriva
e crede ad un dio assente
o creato solo per le coscienze praticanti.
Io sogno...
e forse sogno troppo
sino ad evaporarmi a chi s'aggrappa al nulla
e si ricorda per un attimo
che le persone vere ancor ci sono...
e non è vero che i sogni si frantumano
sempre quando viene l'alba:
è proprio allora che cresce la voglia
di curare nuova erba.

Andrea Iaia

sabato 16 agosto 2014

Che vuoi che siano...


Che vuoi che siano
le incomprensioni strane
e contorte che possano accadere
di tanto in tanto:
una ragione presa di petto
poi non serve, se la stessa 
può salvarti dalla morte di chi ami...
e dovrai decidere
se hai bisogno di quel bacio
che non si stacca più dalle sue labbra,
oppure rinunciarvi per l'orgoglio
di una posizione.
Le anime s'incontrano per caso
e una fusione magica
compone l'alchimia del volersi bene
e giurarsi eterno amore...
e il collante, se può sembrare strano,
è soccombere al momento giusto 
per non tenere il peso
di non avere lucidato il cuore.
E non si tratta di perdere una battaglia,
ma di essere come una conchiglia 
che si apre ed offre il suo segreto...
cioè morire per quel bacio affascinante,
che proprio in quel momento
di grande incompresnsione,
mette fine alla parte del leone
per entrare in quella di passione.
Che vuoi che siano
quei momenti di ripicca
o di un muso duro più del marmo
per stare ferma in quel che credi:
la vita è breve ed è fatta per la fede
e non di certo per quello che possiedi.

Andrea Iaia

giovedì 14 agosto 2014

Mi guardo allo specchio e...



Mi guardo allo specchio
e non è il mio volto quello che vedo,
ma una forma vivente
che si domanda perché vaga nel mondo,
se il mondo non ruota intorno a lei.
Odio la nebbia,
ma non il vapore acqueo che si confonde
e ti porta al respiro di Dio
che ti fa annusare i profumi della natura
e t'inebria e ti epura...
ma quella che porta all'indifferenza
di chi proprio dichiara d'amare
e che crede, che un'opera pia
sia la cultura del suo salvarsi.
Ho vissuto poesie cucite ai sentimenti,
impigliato al colore degli occhi
di quello che pareva sbiadito 
in polvere di nuvole che mi cadevano addosso,
e mi sono sempre chiesta
se qualcuno ci guarda oltre la barriera del cielo.
Ma i satelliti e le astronavi sono andate oltre
ed hanno trovato il buio nel cosmo
e dunque, il cielo è solo sopra le palpebre
alla ricerca di qualcosa 
che potrebbe cambiarci dall'egoismo...
oppure dentro di noi ad occultarci il segreto
del probabile orgasmo della coscienza.
Mi guardo allo specchio
e mi chiedo se sono io quella che cerco...
se viaggio aggrappato ad un sogno
oppure agli scogli di questa vita
come chi scala vette per trovare la pace...
ma odio quell'infinito
in cui ti fanno credere che chi s'è nè andato
vive con gli angeli e con il Cristo abiurato e insultato
forse troppo dagli stessi che dopo lo pregano.
Sono convinto che l'Uomo non è sul suo trono,
e che agli angeli hanno tolto le ali
per darli agli umani,
e che il buon Dio ci ha dato un potere speciale
cui non sappiamo d'avere e d'usare...
e mi guardo allo specchio, 
forse troppo a lavarmi le mani,
per capire chi sono e mi pare di udire
mia figlia che chissà da quale parte mi chiama.

Andrea Iaia

sabato 9 agosto 2014

Lei non s'aspettava


Lei non s'aspettava
quell'acqua improvvisa dal cielo,
e nemmeno un rifiuto di un viaggio indecente,
come se la pioggia avesse il potere
di annullare gl'incontri
e far nascere un pianto
per un appuntamento mancato.
Eppure in estate
si viaggia con un certo sorriso
davanti ai progetti.
Si decide comunque
di andare oltre
per compiacere se stessi,
e... la vita è mia, si dice spesso,
...voglio godermela tutta
per il bisogno di evadere
e non m'importa poi cosa accade:
il caldo è come una spada
che divide il cuore...
ho bisogno di sole, baci e mare
per il piacere di amare
l'io desolato dalla stagione passata
e disegnarlo come una che ha potuto
godersi l'estate. 
E invece, non s'aspettava
di conoscere un'altra se stessa
e s'incamminò a piedi nudi per un tratto di strada
tenendo le scarpe in una mano
e nell'altra, la borsa
dello stesso colore del suo rossetto
ormai disciolto sulla sua bocca.
E tutta bagnata, 
seguì il percorso d'amore
disegnato da qualcun altro, 
divertendosi un mondo
a creare spruzzi d'acqua
nel lago imprevisto sul marciapiedi,
con un certo sorriso
per un bene interiore
mai provato prima d'allora.
E imparò che un raggio di sole
può essere dentro
anche fuori se cade la pioggia,
e che quando le cose cambiano 
o annullano un certo progetto,
qualcuno dall'alto,
vuol farti conoscere il meglio dentro te stessa,
come donna e non come oggetto.
E in poche parole, godi comunque
anche se piove,
la vita è breve e non è certo il mare
a smuovere onde di bene interiore. 

Andrea Iaia

L'uomo senza nome


Tornò di sera
dopo aver inseguito una chimera,
senza ricordarsi del suo nome
e dove era stato...
l'uomo misterioso
senza casa 
e nemmeno un piccolo ricordo
della sua vita.
E chi aveva goduto del sole durante la giornata
disse ch'era scappato dalla guerra,
un profugo, magari ricercato 
dalla sua terra...
uno che aveva moglie e figli
dall'altro lembo
di un continente più bizzarro
a cercar fortuna
nell'inconscio suo sussurro
di trovar l'America in Italia.
Tornò all'improvviso
mentre il sole scendeva nel suo mare,
lui che ne era uscito tra le onde
stanco e perso
e con le scarpe in mano,
l'unica cosa cui lo legava
ad un filo illogico di un rimorso.
E dissero ch'era caduto 
mentre navigava
su una grossa nave,
e che nel bere sale a sorsi
 aveva anche gridato "aiuto!"
e che nessuno s'era accorto della sua scomparsa.
E invece, era uno qualunque del paese
che aveva dato il suo soccorso
ad un bimbo che s'era allontanato e perso,
e che quando un'onda l'ha inghiottito,
 afferrandolo per i piedi dentro il mare,
gli scivolò nel profondo dell'abisso
andando incontro alla sorella morte.
Si ritrovò le sue scarpe in mano
e sconfitto e perso,
quel mancato salvatore
preferì dire a chi non s'era accorto
della disgrazia, il suo nome.
Disse che aveva perso la memoria...
e chissà quanti ce ne sono 
di questi sconosciuti in altre storie!

Andrea Iaia

Siamo quelli che non si arrendono


Siamo quelli che non si arrendono,
quelli che dietro un pianto
han seminato la speranza
per affrontare altre battaglie,
quelle della vita
che non si limita a ciò che è perduto.
ma ad accogliere il perdono
come un disegno di matita
su quel telo che compone il suono.
Ed anche se soffriamo,
non è detto sia per debolezza,
ma per quel grande amore
in cui l'entusiasmo
non è poi cosi, lontano...
basta solo aver fiducia
del bimbo che portiamo dentro
che su altalene della vita
dall'alto vede un'altro mondo.
C'è un fumo che ci annega
e in cui dentro ci sono le parole,
 che ci fanno molto male...
ma siamo quelli che non l'abbandonano
perché sanno che come il fumo
svaniscono all'istante
e fanno crescere quel seme
di un fiore simile al ciliegio
in cui il sole bagna poi il coraggio
di venire fuori
e di apparire buoni e belli dentro.
Siamo quelli che non si arrendono
alle offese, odio e invidia,
perché benefica è la pioggia che infine bagna tutti,
e che se ognuno diventasse giardiniere di se stesso
estirperebbe il male
e pianterebbe l'amore che ti offro io adesso.

Andrea Iaia

Immagina...


Immagina...
di vivere il tramonto
e di condividere emozioni,
sorrisi e lacrime strappate
in una passeggiata mano nella mano
con la parte del tuo cuore...
e nel lento sciabordio dell'acqua
che carezza lieve la sua costa
sentire il sole che ti scalda,
parla e attinge dal sussurro della sera
quelle parole che non hai mai detto.
E' quello l'attimo
in cui il mondo non esiste
e puoi mostrare le ferite
e le parti melanconiche 
di un amore non vissuto
e farle andare tra le onde...
a perdersi tra confessioni e rivelazioni...
perché il linguaggio
può essere gentile
e la parte che t'ascolta può capire
e abbracciarti nel silenzio delle immagini
che dipingono la vita.
Siamo solo spettatori
di quella flebile speranza
che ci rende unici
se ci diciamo quello che ci pesa dentro....
e non occorre gridarlo al mondo.
Ci sono occhi che sanno interpretare
quello che senti.

Andrea Iaia

Il pescatore


 In fondo è questo il senso
dell'avere dentro il mare...
per seguirne i moti 
e leggermente accarezzare il cielo
in una felicità confusa negli odori
della brezza... 
e di essere in quel leggero vento
che imprime ovunque amore
e che ti lascia una carezza
come per dirti... io ci sono ancora!
Anche oggi ti ho portato i fiori
e morivo dalla voglia di sentirti
magari dentro il silenzio del cobalto
dove gli occhi non cercano l'inferno della vita
ma l'essenza di quell'averti
anche solo per un istante.
E c'era il solito pescatore
nella paziente attesa
di una verità condita
di una pesca miracolosa...
e degli sposi a farsi immortalare
nel sogno appena cominciato
del loro stare insieme.
Ed è stato lì, che ho provato il desiderio
 di fuggire via e di portarmi il mare
per non essere un intruso
nel valore delle cose...
perché quando si vuol bene,
ci si può anche allontanare
e lasciare il sogno
a chi è sospeso tra la terra e il cielo.
Ma il pescatore ha detto
resta ancora:
ognuno ha quel suo da sciorinare al vento...
e c'è chi lo spegne dopo un attimo
non contento perché vuole altro...
tu invece, ci vivi dentro
ed io sognavo proprio questo incontro.

Andrea Iaia

Estranei dal mondo


 Le carezze delle onde
cancellarono le impronte,
forse, per tenersi il nostro segreto
di quando eravamo passati abbracciati,
e la schiuma dall'orlo turchino,
gelosa del nostro incontro,
fece sua nel breviario notturno
quel bacio appena lasciato
sulle tue labbra,
nel desiderio di essere alcova
e possederci in eterno.
Per sempre terranno nascosti
quella voglia di essere estranei dal mondo...
il nostro improvviso silenzio
dove la brezza sciose i legami
di vite diverse...
per essere impressi almeno una volta
 dentro un quadro dipinto.
E al nostro restare
sotto lo sguardo di luna
a fissarci negli occhi,
e a scoprire di noi, 
quell'indicibile sete di labbra,
si unì il respiro di quelle onde
e il riflesso leggero di luci
come bisbigli argentati
di quello che stava accadendo in noi
 in una parte occulta
del grande confine del desiderio.

Andrea Iaia

Vorrei staccare questa spina


 Vorrei staccare questa benedetta spina
e dire basta con la vita,
perché si muore d'indifferenza
e  di ambiguità condita d'egoismo,
dove ognuno pensa 
solo a quel circuito del se stesso.
Vorrei staccare non perché mi sono perso,
ma perché dentro non mi ci trovo
e vedo tutti distanti un mondo
per la paura di perdere qualcosa,
quel mondo che ormai non mi appartiene,
corroso dal veleno.
E qualcuno mi parla di speranza,
un prete ascolta le coscienze
e mi porta esempi del vangelo,
dove uno è stato messo in croce
per predicare il bene...
ed io sono in bilico a guardare il cielo
e a scegliere da che parte stare.
Vorrei un angelo che mi rapisse ora,
un sogno dei miei quasi sessant'anni
in cui ammetto di non avere forze
per proseguire oltre...
la realtà mi ha tolto tutto
anche il desiderio di sognare...
e si muore per non aver prodotto frutti
o di assimilare solo incomprensioni.
Mi dicono che ci sono i figli da mandare avanti,
astri da far splendere in questo universo,
e quando vuoi proteggerli
lo stesso prete dice che non sono nostri.
La vita mi ha deluso,
illuso dalla stupida incoerenza
in cui ognuno mostra l'innocenza,
ma forse, sono io che son di troppo,
fuori gioco e scappo...
ma vorrei solo chiudere i miei occhi
per svegliarmi altrove e non nel vedermi
sempre in questo specchio.

Andrea Iaia

martedì 24 giugno 2014

Vola con me

Fuji Vulcano.  www.do Expression

Torno a volare in alto,
a lambire il paradiso perduto
in cui forse, punito, sono caduto...
a raccogliere il pianto di Dio
e il senso di un certo dolore
che arriva come un uragano
quando meno poi te lo aspetti.
Torno a percepire i profumi
di quelle altezze così vertiginose
proprio in quel punto in cui cadendo 
sento di precipitare all'inferno...
per capire che quel buio 
che ti separa dal mondo,
è un viaggio verso l'ignoto
a scoprire un nuovo giorno
confezionato alle esigenze 
della natura...
e può essere un vento
che taglia il meridiano dell'aria
a sospingerti ad aprire le nuvole,
per scoprire che oltre, c'è l'albero rosa
proprio quello dei sogni,
e che invece dei frutti, sono appesi
favole scritte sui rami con una certa morale
che ti fan crescere
proprio quando stai male.
Oppure, il moto di acque nel mare,
con le onde spumose 
che vanno a lambire ferite
di una spiaggia vinta nell'anima,
violentata e profanata 
dai modi occulti
di una guerra di mondi 
che albeggia sempre 
dall'odio e l'ipocrisia.
Ma tu, anima mia,
vola con me sotto il cielo che chiede
la pulizia dei sentimenti,
per poter concepire l'ignoto
come un figlio 
che salta dal nulla
e rimedia il dolore del parto.
Perché i profumi sono essenze di quello che ami
e li percepisci se solo li chiami
a condividere le tue cadute.
Vola con me, oltre le nuvole
e quelle parole che tagliano il cuore...
perché se ti rialzi hai già vinto 
e aperto botole ancor più nascoste,
per salir così in alto e veder come nasce un temporale
e spezzarlo all'inizio,
prima che si fonde nell'aria
e faccia poi molto male.

Andrea Iaia