BENVENUTO/A

IN QUESTO BLOG, VENGONO ASSOCIATE IMMAGINI LIBERE DAI THUMBLR ALLA POESIA DE L'ANIMA E PUOI CONDIVIDERLE, BASTA FARNE ESPLICITA RICHIESTA ALL'AUTORE, CIOE' ME. LE OPERE SONO PROTETTE DA COPYRIGHT SIAE CHE NE TUTELA POSSIBILI VIOLAZIONI E LE PUBBLICAZIONI SONO RISERVATE AGLI USI DI CUI SOLO L'AUTORE PUO' CONCEDERE. LE IMMAGINI INVECE, QUAL'ORA SIANO DI PROPRIETA' COMPROVATE, BASTA FARMENE RICHIESTA E PROVVEDERO' A RIMUOVERLE. SE VUOI ISCRIVERTI, UNIRTI E COMMENTARE IN QUESTO BLOG, CLICCA SUL BANNER SOPRA E LASCIAMI LA TUA EMAIL IN MODO CHE POSSO AGGIUNGERTI FRA GLI APPASSIONATI DI LETTERATURA. A TUTTI COMUNQUE, ANCHE CHI E' SOLO DI PASSAGGIO, AUGURO UNA BUONA SOSTA IN QUEST'OASI DI POESIA E EMOZIONI.

lunedì 29 settembre 2014

Non ricordo io chi sono



Non ricordo io chi sono.
Il risveglio è quasi sempre una magia
che spegne il sogno e ti conduce
in quel silenzio di una nuova vita,
dove quella nebbia che ti fa velo sulla strada
ti apre all'improvviso
 uno scenario da dipingere con le dita.
Specchio di un delicato incanto
in cui un volto che non mi appartiene è dentro
e sembra quasi farmi dei dispetti
in cui giuro, io quello poi non sono
e nemmeno quella donna alle mie spalle
fa parte dei ricordi.
Se mi cerchi, dimmi se mi son smarrito
in questo planetario
di solitudini e frammenti
dove il sentimento è in ogni battito
e sfiora la coscienza,
ed è dannatamente in guerra con i sensi.
Non ricordo io chi sono,
ma so che il buio ha un delicato tono rosa,
come la stanza dei desideri,
dove ogni scatola di giochi è al giusto posto,
e il grembiule bianco che mi aspetta
per un viaggio chissà dove.
Se mi cerchi, dimmi se so tornato
dove ho vissuto da bambino
a scoprire le paure e quel posto sotto il letto
in cui imprigionavo le mie stelle...
e quella donna, amica della mamma
che mi conturbava forte.
Fuori piove... 
e la pioggia mi ricorda il primo bacio sulle labbra,
l'irrequieto adolescente sporco di rossetto
e la compagna mia di banco
con la delicata mano sopra i pantaloni...
ma dannatamente, non ricordo poi chi sono,
e nemmeno tu alle mie spalle,
delicata donna che mi accompagni.
Se mi cerchi, non farmi poi del male
ma riportami nella mia fragile illusione
di sapere se son passato attraverso questo specchio
o son rimasto a vedere il mio passato
dove si spento quel sorriso
e cancellato quell'immagine
un un assaggio delicato della vita.

Andrea Iaia

venerdì 26 settembre 2014

Equinozio d'autunno



Equinozio d'autunno...
e un bacio all'estate partita per altri mondi,
come un padre che vede sua figlia
cercare l'amore confuso lì, nel profondo
di un cielo vestito d'azzurro.
Le colline hanno il sapore del vento,
quello deciso a spogliare l'amante
per farci all'amore
con il flusso di quelle apparenze
che sembrano dolci carezze...
mentre le foglie sono segreti 
che vanno a posarsi su pagine bianche... 
per essere lette
come estratti di una promessa
in palpiti intimi di vita vissuta.

Un fuori tempo dell'io che si confronta
e si rinnova con l'opaco caldo 
che sfiora la pelle,
quella di donna che si prepara a vedersi
dentro il cristallo delle ambizioni...
e scruta la notte per contare le poche stelle
a cercare quella in cui ha riposto il futuro.
C'è chi ha paura dei temporali
e si attacca alle vesti di madre 
che hanno l'eterno grembiule sul ventre,
e chi s'aspetta frutti più dolci...
per allietare la sua coscienza
e pulirla con essenze dai toni d'ocra e di rosso,
quasi come ad avere un permesso
a ricominciare la sua nuova vita 
senza più quella vecchia paura.

L'equinozio d'autunno 
prepara i sentimenti a un'evento più grande...
muove la voglia di offrire riparo
a una foglia smarrita e tremante
dal nome straniero...
ed è come fare entrare quel vento
che spazza i ricordi
e beve quel vino leggero
che ha quell'accento frizzante del primo mosto
per capirsi con il linguaggio degli occhi.
E dentro questo scenario
un contadino si leva il cappello
al suono delle campane,
sinfonia del melograno dipinto in quadri d'autori
assieme al castagno dal dolce sapore
inebriato di resine e muffe leggere.
Una suora accende il cero pasquale
nel vespro che accoglie l'ultimo viaggio
di un uomo al suo funerale...
e un giovane prete col cerimoniale
inizia quello che chiamano giusta vendemmia
con un segno di croce.
Raccoglierà vite contorte,
dove confuse agli assassini e perversi
ci sono quelle odorose di santi.

Andrea Iaia

martedì 23 settembre 2014

Un giro in moto...


Un giro in moto
ti offro nel breviario di un mattino,
per fendere la nebbia
e per andare un po' lontano
dove lo smog e il suono ballerino
del battito quotidiano
ti racchiude in quelle stesse emozioni
dal colore pigro e sempre eguale.
Un'evasione per toccar l'ebrezza
e il fascino sinonimo di quell'abbraccio,
il tuo, che stringe la mia vita...
e il palpito dei seni
che premono sopra la mia schiena
come una sfida a correggere 
il rituale delle sensazioni.
Un giro in moto
per avere lungo il tratto il capo chino,
il tuo, come ad ascoltare quei brevi sentimenti
di un sognare appena lungo il viaggio
mentre gli alberi ci attraversano davanti...
e ci indicano un sentiero dove forse piove
il nostro incontro, per incollar le labbra
e lasciarci andare per un giorno
in tremanti membra che bramano di essere
uno sopra l'altro a fondere passione, 
distesi sopra l'erba.
Un giro in moto per attraversar l'ignoto
e giacere a lungo nel filo del piacere.

Andrea Iaia

lunedì 15 settembre 2014

Rivoglio il mio mondo


Quand'ero bambino avevo grandi progetti
e sognavo di realizzarli
senza rendermi conto che ognuno di essi
aveva una strada tortuosa e difficile da percorrere.
Eppure, giocavo per strada con calzoni corti e a volte stracciati o ripezzati,
 perché quello era il mio mondo marginale e affamato in cui stendevo i desideri.
E negli anni veloci, in cui non mi sono reso conto di crescere,
improvvisamente, qualcuno ha rubato quei sogni su fili appesi,
cambiandoli in un sistema in cui devi per forza far compromessi,
lottare e spingere, ma anche scavalcare il tuo migliore amico
per non fare che egli ti rubi quell'innocenza in cui ci credevi.
Un sistema per niente piacevole in cui ora mi accorgo chi siamo...
ipocriti, gli uni con gli altri... fingendo persino che ci siam conosciuti
per paura che i loro figli, tolgono ai nostri,
quell'unico posto che forse ci resta per sopravvivere...
dimenticando persino, quanto siamo stati compagni e felici,
pur non avendo nulla da scambiarci, se non l'amicizia,
quella vera, pura, che distingue l'infanzia dal mondo degli ipocriti adulti.
Arroganti e perversi, persino capace di mentire perché vogliamo essere diversi.
Rivoglio quegli anni, in cui uno schiaffo ti faceva capire che stavi sbagliando... 
e che non devi confondere la vita 
con qualcosa che ti appartiene e fare quello che vuoi, 
ma condividerla con persone che ami... 
e sopratutto, rivoglio quelle cadute in cui un ginocchio sbucciato
aveva il giusto dolore per farti sentire amato 
da una bocca di mamma sopra l’ingenua ferita.

Quand'ero bambino, di mio padre avevo un grande timore
e bastava il suo sguardo per farmi capire il momento di fare silenzio
e credevo che aveva una gran forza, che era invincibile, possente ai sentimenti,
e crescendo, ho scoperto che era il più debole 
e che doveva recitare la parte di un padre.
Rivoglio quel mondo, perché io non sono diverso e fare il padre non mi riesce.
Lo rivoglio per riaccogliere i cocci per strada ed anche quello che ho perso...
lo rivoglio, per il semplice fatto che crescere è solo una farsa.
Svaniscono i sogni!
Qualcuno li ruba e ti fa piangere forte,
più di quelle cadute in cui non c'è una mamma che corre e ti asciuga gli occhi...
e sei solo, sfinito d'inganni anche se hai una grande famiglia
e vuoi il meglio per loro, rubando e togliendo agli altri
i tuoi stessi sogni.
Mio Dio, ferma questi anni, prima che non sia già troppo tardi.
Stiamo ingannando e diventiamo bugiardi
quando non raccontiamo ai figli i fallimenti...
e ferma questa specie di ruota della fortuna
che gira e regala le delusioni per riempire i volti di sorrisi più falsi
di chi crede che un posto si conquista per quello che vali.
C’è sempre qualcuno che ti scavalca 
perché ha paura di perdere quello che crede suo...
e rivoglio il mio mondo, quello dal pieno profumo di grandi risate
dopo aver fatto la pace col compagno di giochi.

Andrea Iaia

venerdì 12 settembre 2014

Voci e suoni nella strada

violentmovement:

Dubrovnik, Croatia

Voci e suoni d'allegria
in un angolo di mondo
dove spazia la serata nella dolce compagnia
di chi cerca l'attimo per evadere dal tempo
in quei viaggi dei camerieri attenti
e di occhi che brillano alle portate
che scorrono come fiumi
dello stesso vino sopra i tavoli.
Marciapiedi in pietra
 hanno oracoli e confidenze
che hanno visto tempi di coscienza
sporcarsi e poi pulirsi
in deboli apparenze
e dal costo di una cena...
e c'è chi non può passare
perché da scandalo a chi giace
nel suo gozzovigliare...
maledetto gioco
dove ognuno affoga nel suo io.
Se cerchi la poesia, in questa strada non la trovi.
I muri hanno orecchie
e le luci sono specchi
dello stesso suono in cui ognuno si riflette...
e può essere bello e anche brutto
risvegliarsi dentro un letto
e vedere un altro al proprio posto.
Non sempre la musica è la stessa
e c'è quella di un'orchestra in una piazza
a farti dondolare in allegria,
e quella muta che scivola come rugiada
a bagnare l'anima...
e nessuno è sopra a un cavalcavia
ma, sempre su una strada 
che giudica se il cristo viene escluso
 o se è dentro una speranza
di chi si lustra gli occhi al cielo.
Ci sono voci e suoni di un'altra festa
in una via che non vedi ...
e delle luci che imbiancano un altro marciapiedi,
oltre, dove l'anima si ciba della fede.

Andrea Iaia

venerdì 5 settembre 2014

Un attimo prima...


Un attimo prima, 
e in mezzo a così tanta passione
di essere dentro uno scenario diverso
da quello che sembra apparente e normale...
e percepisci la vita avventurarsi 
anche in modo contrario
e contro il tempo
che cambia le nostre emozioni.
Accade sempre prima di ogni qualcosa
per far sì che t'innamori
di quello che senti dentro il presente...
mentre bevi tristezza 
nel viaggio ancestrale di vita,
che questa passione
strappa il poeta dentro
 per meravigliarsi di così tanta bellezza...
persino nel grigio di un giorno
che annuncia un gran temporale.
 E appena la voglia si concentra nel suono
e si fonde nell'aria...
vivi l'attesa e cresce quel desiderio
di esserci dentro
per farti cogliere all'improvviso
da quell'odore che si fonde tra terra ed aria...
e ti immerge in quel bene interiore che esplode.
E in quel breve istante
in cui la pioggia annuncia il suo arrivo...
anche uno sconosciuto che passa 
può essere parte di te che cerca se stesso,
e di quel temporale, non vedi l'ora che arriva
come un bel compromesso
per toccare la vita e andare oltre,
quasi a bucare l'aria e volare.

Andrea Iaia

martedì 2 settembre 2014

Un caffè...


Un caffè...
e magari in centro di qualche isola di fantasia
aiuta a dimenticare le nostalgie.
Magari al balcone di casa
con la moka o caffettiera che usi
col vestito più bello di fresca seta,
a sentire il suono di vita,
e l'andare del giorno verso la via,
dove risiedono i sogni.
E magari raggiungerli dentro l'aroma
che si si perde lento nell'aria...
e chi non s'aggrappa a questo fumo che spira
e ti porta lontano...
dove il cuore batte forte
 e accende le luci degli occhi,
per sorprendersi in quello che sembra poi sciocco
e che a pensarci, è sempre stato davanti.
Un caffè...
e chiunque tu sia, lo bevo con te,
giusto per quello che un detto dice,
che chi non lo beve con un certo qualcuno,
sarà sempre "Nessuno" 
a bussare alla tua porta.
Un modo di dire, fazioso e non buono
nemmeno poi da abbinare e pensare,
e d'augurare a qualcuno...
 ma certe cose, momenti e pazzie,
se le condividi, sarai in compagnia
e in pace con l'anima tua.

Andrea Iaia