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venerdì 14 settembre 2012

Lui, lei e... (racconto)


Quattro giri di chiave... e la porta di casa si apre e spalanca l'ingresso di un appartamento modesto, periferico e lontano dal centro e i suoi rumori. Il senso dell'accoglienza, l'armonia di un insieme di cose, e il fatto stesso di essere dove ci si sente bene, scrolla le simili difese che uno indossa quando vi è fuori.
Giacca e valigetta sul divano, la mano che scioglie il nodo della cravatta, il cellulare posato sul mobile d'ingresso e una specchiata per cercare le impurità o i segni della stanchezza di una giornata... per addentrarsi in quell'armonia che solo una casa, la propria, può dare.
Le dita della mano scivolano sui mobili, aggiustano quadri un po' storti, la mania della perfezione... e il discreto profumo d'ambiente che Sara usa inserito ad un presa, è come un invito ed un benvenuto anche se lei ora non c'è.
Grande Sara! Ha cura di tutto. Niente polvere, pavimento pulito... ogni cosa a suo posto ... l'ha sposata per questo e per la sua semplicità che solo lei può dare. E anche perché cela una carica di sensualità. E' felice d'averla, e per lei farebbe di tutto, anche portarla dove vorrebbe nel mordi e fuggi di un Week end. 
Il mese scorso, le ha regalato un nuovo I-phoone per il suo compleanno.
Milano è una città che offre molto, ma che toglie anche se non si cammina al suo ritmo.
Da un lato i fermenti del web, collettore di idee e novità nei costumi, nei riti e nella lettura critica di quel che succede nella città. Il Fascino architettonico, il sentirsi europei e ponte d'oltre frontiera... con le storie della vita vissuta, gli stili, tutto quello che ha a che fare con i consumi critici, e proiettarsi al futuro con la voglia di migliorare, e dall'altra, le manie del momento, i nuovi riti cittadini, il suo volto multietnico, che per reggere il mood e il suo ritmo, un lavoro non basta, i costi seguono un loro mercato, quello delle banche e dell'inflazione dove tutti devono darsi da fare per tenere il passo, come un grande orologio che segue il suo tempo e non perde un secondo. 
Trent'anni in questa terra, una volta straniera per cercare un lavoro e un futuro da investire, questo, Fabio l'ha fatto, iniziando a lavorare, dapprima in un ristorante come cameriere, e nel frattempo a studiare, per conseguire un diploma da geometra. Conosce Sara e se ne innammora: attese e speranze... e poi, arriva il grande salto: nel ristorante si presenta un amico del suo stesso sud (Marco) che ha un azienda in campo stradale, che si occupa di rilievi per conto del Comune, con degli amici per una cena di lavoro. Abbracci, ricordi vissuti, risate... e l'amico gli offre un lavoro concreto, affermando di avere proprio bisogno di un geometra per i suoi rilievi.
Sposa la sua ragazza, compagna di passeggiate e numerose scappatelle, e compra una casa con un mutuo ventennale. Bambini niente, c'è sempre tempo per fare marmocchi.
Sua moglie invece, lavora alla Malpensa come assistente di una compagnia aerea, ed è al chek-in in turni di lavoro più o meno disparate, e a volte, come stasera, quando lui rientra, non c'è, e Fabio dovrà aspettare le 22,00, poichè l'ultimo volo è alle 21,15.
Poco male: sono le sei e organizzo una cena, sta pensando. Vado a comprare delle costolette di agnello, le batto col batticarne e le passo nelle uova sbattute e poi nel pane grattugiato. Poi, le cucino nel burro, rivoltandoli dai due lati, le dispongo ad asciugare e infine, le sistemo inuna pirofila e le ricopro con della salsa di pomodoro caldo. E sopra, una pioggia di grana e un fiocchetto di burro e le passo al forno quindici minuti prima di servire. Preparo anche un contorno di peperoni e patate insieme sempre al forno. Compro anche un rosso... un Prunello di Montalcino ci sta bene e lo metto in frigo. E anche delle rose da mettere al centro tavola. Sara merita le mie attenzioni. Una mezz'ora più tardi, Saverio, il macellaio, poco distante dalla sua casa, gli taglia quanto ordinato, e completata la spesa, a casa, si mette all'opera, per elaborare la sorpresa succulenta e prendere per gola sua moglie. Si sa che alla sua sensualità, egli deve associare del cibo, per raffinare il gusto e competere con il corpo.
Il muto linguaggio della bocca mentre mastica e ci si guarda negli occhi, hanno sempre messaggi da interpretare, e Sara, in sensualità è un richiamo al risveglio dei sensi.
Il grembiule da casalingo, raccoglie gli odori di quello che sarà cibo per la sua dea. Raccoglie la voglia di accarezzare, esplorare la morbida attesa con immagini mentali. Già si vede seduto di fronte, mentre la mangia con gli occhi a scoprire se oltre il suo trucco ha voglia di fare all'amore. Immagina di farle piedino per stuzzicarla e strapparle un sorriso... e poi la voglia di un bacio per troncare l'attesa.
Il forno è già acceso. Il contorno va preparato prima, e dunque, in una teglia, le patate e i peperoni, tagliate in maniera un po' grossolana con sopra una pioggia di timo e rosmarino, aspettano di essere infornati e di passare per la giusta cottura. Poi, comincio a battere le uova e la carne, e completato il contorno, passerò nel forno la pirofila di carne. Intanto, preparo la tavola: prendo la tovaglia rosa pastello che fa più chic. Dev'essere in quel tiretto, il secondo mi pare. 
La cucina è il regno di Sara. Non ci ho mai messo le mani, ma ricordo quando l'abbiamo comprata: se l'è mangiata con gli occhi dal mobiliere. Ho capito che voleva proprio questa per il suo design, guando mi ha guardato negli occhi e si è sciolta al mio cenno di capo. Bella scelta, ma ora, meglio preparare. Anzi, faccio una doccia prima, poi prenderò la tovaglia e preparerò la tavola.
Ahhhh... che bello il getto d'acqua calda! Toglie lo stress e fa sognare lidi lontani, da raggiungere e correre dentro quell'acqua mano nella mano. Bella la schiuma che scivola sulla pelle: è come la mano di lei che mi accarezza... e intanto, la mano si immedesima in quella di lei che raggiunge le parti più intime... dove vorrebbe che lei raggiungesse, sognando ad occhi chiusi di stare nel letto in una profonda libidine.
Intanto, sul mobile d'ingresso, il telefono vibra: una chiamata in arrivo che non può rispondere. Vibra parecchio e illumina la scritta "mio amore".
Poi, si stanca e si spegne, e due minuti dopo, il led comincia a segnalare un messaggio.
Fabio si asciuga e prepara la pelle tonificandola con buoni massaggi. Poi, passa del tempo allo specchio, ad asciugarsi i capelli e a curare il viso. Forse è meglio sbarbarsi, pensa.
E prende altra schiuma, quella da barba con emolienti al balsamo, per dare un aspetto più fresco al volto che starà a contatto con quello di lei, e comincia a togliersi quello un po' rude, fatto di peli superflui, non consoni al contatto di quella più delicata.
Infine, un cambio d'intimo e jeans per stare più comodo. La maglietta, la metterò alla fine, appena trillerà il citofono con una buona spruzzata di profumo.
Il contorno è quasi pronto. Adesso lo tiro fuori e termino il fine cottura appena rientra e metto dentro le costolette. Prendo il cellulare e le mando un messaggio, così l'avviso e si prepara il palato.
Ma... c'è un messaggio in arrivo... anzi, due: vediamo chi è!
"Amore... dove sei... la macchina non vuole saperne di partire e volevo mi venissi a prendere"... il primo.
E il secondo... "Fa niente, mi accompagna Bruno. Fa la stessa strada.". 
Bruno... il suo collega. Sarà capitato nello stesso turno, che fortuna. 
Adesso rispondo!
Le dita che febbrilmente digitano sulla tastiera compongono... ok, ero a fare la doccia. Ti ho preparato una cenetta squisita. Saluta Bruno da parte mia.
Un poco di malumore per non essere riuscito a leggere il messaggio in tempo, e poi, scacciato il disagio, l'intenzione di preparare la tavola.
Cos'è che dovevo fare: ah... la tovaglia rosa pastello. E' in quel tiretto, il secondo mi pare.
Così è. E mentre la stoffa si posa in mano, al solito profumo di fresco e lavatrice... sotto, spunta un'agenda. Saranno i suoi appunti di lavoro, ma se l'ha lasciato in cucina, dev'essere un ricettario. Sì, deve aver scritto ricette per poi mettere in pratica.
La tentazione è forte d'aprirla, e appena volta la rigida copertina, una scritta con un bacio di forte rossetto cattura la sua attenzione: Il mio diario.
Strano che Sara abbia un diario. Non me ne ha mai parlato.
"Lascia stare Fabio, son cose da donne. Non aprirlo, apparecchia la tavola.
Sai, hai fatto un buon lavoro. Le costolette di agnello non è una cosa che sanno fare tutti. Tu hai lavorato in cucina, hai catturato ricette dai migliori chef per stupire. Che ne dici se le irrori di marsala e fai sfumare la cottura? Dai, stendi la tovaglia e metti le rose al centro tavola: sei così ambizioso, che per lei faresti questo e altro. Anzi, sai che devi fare? Telefona al bar pasticceria di fronte e fatti mandare un buon tiramisù e dille che lo hai preparato tu.".
E invece... disinteressandosi della propria coscienza, comincia a leggere il primo foglio che dice: ho parlato con Marco, mi ha assicurato che lo assumerà. Marco non può dirmi di no, è cotto di me, ed io ho preso la palla al balzo. Del resto, Fabio non sa che prima stavo con lui. Sono amici, e mi ha detto che lo incontrerà quando andranno a fare una cena di lavoro. Sceglierà proprio il ristorante quale lavora.
"Fermati Fabio. Ti prego fermati! Non vedere la parte cattiva: sono cose personali. Chiudi il diario e continua ad immaginare tua moglie com'era un attimo fa. Non stavi sognando un rapporto carnale nella sua sensualità?
Mannaggia a te Fabio... lascia stare" ...
Evviva! Lo ha assunto! Domani mattina, quando rientra, farò finta di nulla, e quando mi darà la notizia, allargherò gli occhi sorpresa e lo abbraccerò. Nel pomeriggio poi, andrò a ringraziare Marco e... gliela darò, come promesso.
"Cazzo! Te l'avevo detto di lasciar perdere! Adesso, avrai un'immagine distorta di tua moglie. Lo ha fatto per te sai? Ma come ti viene in mente che potevi mantenerla facendo il cameriere: lei è una donna di lusso. E... dai... non fare così: chiudi sto cazzo di diario!".
La sua bocca sulla mia... mmm... che sensazione! E le sue mani dappertutto! Abbiamo fatto l’amore in macchina e ha voluto tenersi le mie mutandine per ricordo. Sono ubriaca di lui. Sento ancora il suo profumo addosso. Lo amo!
"Vuoi chiuderlo sto diarioooooooooo...???".
Marco mi ha regalato 1000 euro per il mio compleanno. Mi ha detto: comprati ciò che vuoi. Fabio invece, un i-phoone nuovo. I miei due uomini sono proprio generosi, li amo entrambi, anche se Marco a letto, mi fa godere come una porca. Non è che Fabio non mi fa godere, anzi... però con Marco mi sento più femmina. Lui sa come e dove prendermi. Conosce i miei punti sensibili.
" Sei contento ora razza di stronzo? Adesso stai male vero? Peggio per te, te l'avevo detto di chiuderlo il diario. La pressione ti sta salendo al cervello e stai avendo giramenti di testa. Cosa pensi di fare... leggo i tuoi pensieri sai? Stai guardando il coltellaccio da cucina, il più grosso nel set di legno e... no Fabio... non lo pensare nemmeno: queste cose sono fuori moda, una volta esisteva il delitto d'onore. Distogli gli occhi da quel coltello."...
Che bello...!!! Marco ha spedito Fabio nelle Marche. Dovrà fare dei rilievi ad una strada che devono aprire, perciò, mi sono presa tre giorni di ferie. Io e lui, andremo a Venezia, città dell'amore e del mistero, come una specie di luna di miele. Alloggeremo al Grand Hotel.
" Te lo dico per l'ultima volta: chiudi questo cazzo di diario. Dimentica e smetti di guardare quel coltellaccio. Non sei tipo per queste cose. Cosa stai pensando, che hai una moglie zoccola? Embè? Tu forse non l'hai tradita nelle Marche? Te lo devo ricordare? 
Dici che non sei andato a letto? Però ne avevi l'intenzione!
Sono la tua coscienza sai? Non mi freghi con le scuse. Tu volevi portartela a letto!
Mica puoi essere giustificato con la scusa che ti ha mandato in bianco. E dimmi, l'hai detto a tua moglie che l'hai portata al ristorante? Devo ricordarti che in sua presenza le hai telefonato e detto... amore... sono in camera e mi annoio... sto pensando a te e vorrei accarezzare la tua pelle di seta? E questo, lo hai detto mentre la bella era andata in bagno ad incipriarsi il naso. Credi di essere meglio di lei? Ora chiudi questo diario e prepara la tavola!".
Wow...!!! Una festa in maschera! Marco mi ha portata in una villetta. Siamo andati in gondola mascherati, e dentro, dopo una parola d'ordine e un cerimoniale, ad un suono di corno, le donne si sono svestite, mentre gli uomini si sono mescolati ed io non sapevo chi fosse colui che mi ha preso per mano. Mi ha scopata su un divano, ma credo di essere stata drogata perchè mi hanno fatto bere qualcosa quando siamo entrati e... non ho capito più niente. Avevo solo voglia di sesso. Anche Marco si è divertito. E quando siamo tornati all'alba, preso ancora dall'euforia, ha voluto scoparmi sul letto in camera. Che forza...!!! Se penso che Fabio a stento riesce a farne una... mi viene la tristezza. Però lo amo, è così tenerone e mi copre di attenzioni...".
Che puttana! Ma io l'ammazzo, giuro!
"Cazzo dici, stronzo! Tu non ammazzi nessuno. Vuoi farti 30 anni di galera? Perdere il posto?
Per chi poi... per una puttana? Invece di pensare al negativo, chiediti se l'ami invece e valuta. Io lo so che la ami, perciò, lasciale una scelta: o con te, o con lui.
E smettila di guardare quel coltellaccio.".
Il citofono suona improvvisamente: amore... apri...
"Metti via quel diario e bada alla cottura. Lascia quel coltello maledizione. Perchè l'hai preso in mano! Ti sei ammattito? Porca zoccola... ma mi stai a sentire?"
Ciao caro! Sono quà... bacino...!!! Mmm... che buon odore...
"E' bella Sara! Con la divisa da hostess è più bella ancora! Seguila Fabio, guarda com'è affascinante, e guarda la riga sottile delle calze velate. Prendila da dietro, abbracciala e falle sentire il tuo amore, ora che hai chiuso la porta. 
Ma... ma... che cazzo fai... quel coltello lo avevi lasciato, come te lo trovi tra le mani...
Cazzo fai Fabio... no... noooooo...!!!"...
La lama vibra nell'aria e si conficca dentro la gola, di lato, mentre lui è alle spalle. Gli occhi sbarrati di Sara si confondono tra lo stupore e il colore violaceo della cucina. La vista le si annebbia, e il sangue sprizza a fontana mentre si accascia per terra, cercando con immane forza, di liberarsi di quella lama. Perchè... perchè... chiede con flebile voce...
"Gli mostri il diario, la chiami puttana e le sputi sopra il capo, adornato di morbidi capelli, gli stessi che ti piacevano tanto e che accarezzavi mentre la baciavi. Non mi hai ascoltato Fabio. Ora che hai intenzione di fare... chiama il 118 dai... abbi un gesto di pietà. Salvala, è tua moglie! E invece... la lasci morire. Perdonami, ti sta dicendo, mentre spira con gli occhi sbarrati.".
Ecco dov'è ora il tuo futuro, cazzone! Adesso andrai in prigione e sarai fottuto.
Guardala bene tua moglie... guardala stronzo: sei un assassino. Un pezzo di merda! 
Non meriti nemmeno la mia attenzione. Vaffanculo!
Che pensi di fare ora...
Mamma mia... so cosa stai pensando: vuoi trascinarla nella vasca da bagno e farla a pezzi. No Fabio... questo no. Fabio, ascoltami... telefona alla polizia, custodisciti. Fabiooooo... ti ha dato di volta il cervello? Stai delirando...
Cazzo... e non mi ascolta... non farloooooo...
La sta tagliando a pezzi, che orrore... ma come può fare una cosa simile... taglia la carne come fosse la costoletta d'agnello. E le ossa... crac... che schifo... non credevo arrivassi a tanto!
Guardati, sei tutto sporco di sangue. Ti supplico... non posso assistere a simile bestialità: sono pur sempre la tua coscienza, la parte buona di te. Basta Fabio... non resisto: stai mettendo i pezzi di quel corpo in un bustone dell'immodizia.
Mi gira la testa Fabio... smettila ti prego!".
Un sussulto, il citofono suona. Chi mai sarà ora: sarà Bruno? Colui che l'accompagnata?
Ha dimenticato qualcosa nella sua auto?
Attimi di sospensione, dove il cervello continua a fumare delirio. Se sale, ammazzo pure lui.
Poi... amore... apri... 
E come scosso da un sogno, Fabio annulla il delirio: posa il diario, rimette a posto quella tovaglia e distoglie lo sguardo da quel coltellaccio. Poi, va ad accendere il forno per terminare la giusta cottura.
Le rose... dove ho messo le rose... ah... ecco: l'accolgo così.
Amore... ma che bello... grazie...!!!
Un bacio suggella l'incontro: il sapore della sua lingua è sempre inconfondibile, e la voglia di morderle il labbro è qualcosa di grande, ogni volta procura un tremòre di sensi. Assaggiarne gli umori, mentre gli occhi diventano lucidi, è come essere immersi dentro uno spazio dove solo gli amanti sanno poi di ritrovarsi. Un nido segreto fatto di baci e carezze, mentre le gambe fremono e le bocche s'incollano ancora più forte.
Una doccia... e l'immaginazione corre. Stasera l'avrò e reggerò il confronto, dici, mentre apparecchi con un altra tovaglia.
Poi a tavola, intese e sguardi tra occhi che si sorridono mentre la bocca mastica il cibo. 
La osservi bene! Un sorso di vino per mandare giù il boccone, e dopo aver bevuto quel nèttare, con gli occhi lucidi, improvvisamente le dici... sai... volevo mettere quella tovaglia rosa pastello...
Il tempo si ferma. I suoi occhi non sorridono più e diventano assenti. Gli sguardi, sembrano perdersi nel vuoto e non avere quel senso di complicità. Anche il sorriso del dolce masticare si smorza. Poi ho scelto questa tovaglia, continui a dire.
Ah, bene... risponde. Ma il suo respiro è diventato più corto.
Ti chiede se hai cucinato soltanto o hai fatto qualcos'altro.
Sì, le dici: ho fatto una scelta. Ero indeciso se guardare quel grosso coltello o immaginarmi il tuo viso dolce che amo. E alla fine ho scelto. 
Ora, credo che adesso, tocca a te scegliere.

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