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giovedì 31 ottobre 2013

Lei...



Lei, in procinto di un certo partire,
aveva un segreto che non voleva morire
e sognava di raggiungere il mare
per seppellire tra le onde e la spuma
quei ricordi di ottobre alla luna.
Buio più denso, 
in quel che si era addentrata
in un romanzo,
come le storie di certi autori
dove il sole taglia la parte più scura
per filtrare la luce oltre le inespresse parole
in cui il buio viene imbevuto
da una porta che s'apre
e toglie l'andata paura
nello scoprire la sua natura.
Lei aveva le cicatrici
di una notte in cui illusa
da due brillanti negli occhi,
fu ammaliata dal fascino 
riflesso dentro se stessa come uno specchio
in cui confuse la bellezza del corpo
come parte di se che non doveva essere coperta
ma farsi amare, toccare e scivolare da altre mani
verso la stima che il suo uomo non dava
e rimandava al domani.
Lei era una donna normale,
una che la notte dormiva dentro il suo letto,
e si trovò tra le braccia di un altro
per un capriccio banale
di vedere cosa poi si provava
ad essere ancora desiderata.
E promise che non ci doveva essere un'altra volta,
e provò a partire nella sua vita
col suo compagno più sciolta,
ma ogni tanto il segreto compare
e la illude a riprovare
quei giochi notturni in un silenzio d'amare.

Andrea Iaia


mercoledì 30 ottobre 2013

Mio fratello...



  Mio fratello dipinge sui muri
anneriti dal vento
un cielo pulito o stellato
pieno di eventi
e m'insegna che una pagina sbiadita
di un solo giorno
può essere cancellata
da un cuore condito
di un dolce ritorno.
Mio fratello
compone una musica nuova
diversa dal suono
e dal chiasso di strada.
E mi dice, che se voglio fare il pirata,
devo farlo non sulla strada,
ma con un certo sorriso,
e magari in ospedale,
a far terapia a quegli ammalati
che soffrono molto le loro pene.
E devo avere un volto
sformato e colorato
per emozionarli e sfidarli
a non avere paura
di un altro finale. 

Mio fratello sa far da mangiare
un cibo dal sapore squisito
con spezie leggere
dal vento dei monti...
e mi racconta di gente,
di feste e di luci, 
e di canti al ritorno in paese,
quando il sole è al tramonto...
e quelli piegati dal giorno
sui campi ingialliti dal sole
macinano poi del grano
fino a far diventare polvere d'oro
quello che che le donne sanno impastare
per farne buon pane.
E m'insegna che ancora oltre,
ci sono fratelli che non hanno quel bene
e ridono poco,
e s'incontrano solo per parlare del nulla
sognando terre senza le guerre.

Mio fratello guardava il cielo 
quel giorno d'agosto,
e si stupiva del mare dipinto
soffiato dal vento
e voleva essere nuvola per farsi accarezzare
dal suono e dal dolce tramonto
per poi raccontarmi
quello che avrebbe visto dall'alto 
nei riflessi ondulati delle leggere onde.
E fu rapito dall'estasi del suo stesso sogno,
quello di un ponte
per arrivare a un sorriso,
in cui molti si perdono
quando la pioggia bagna la terra
e la vita dopo, sembra un fiore reciso.
Sapeva sempre come guidarmi
quand'ero indeciso
e lo ricordo così, 
con quella valigia stretta nella sua mano
per un viaggio, quella domenica sera
 che lui non aveva per niente deciso.

 Andrea Iaia 4/10/2008

domenica 27 ottobre 2013

La luce


 E' una strana impressione
questo bagno di luce
dove l'anima sogna
una mano che sfiora la pelle.
Io ti vedo e ti parlo.
Ti tocco e accarezzo
l'emozione che accende il calore...
in quest'autunno cadente
dove il canto di vita
ha una voce silente che vibra nel corpo
e accende la voglia di avere speranza
nel dolce amaro lenzuolo
che muta nel suono.
Ed è una strana emozione
prendere al volo
questo filo invisibile
che varca gli oceani,
monti e vallate
che lega attraverso lo spazio
la meraviglia degli occhi
quando sposo e tocco
il bagno di luce.
E' profumo che apre a nuova vita
e che c'era prima dell'essere
sotto il cielo infinito...
prima del tempo e degli attimi innamorati.
Apro le ali
per un volo dell'anima
in cui l'ardore respira
melodie che riempiono il cuore
mentre l'orizzonte rispecchia
l'angelico mondo che brilla
e riempie la terra di mille colori.

Andrea Iaia

sabato 26 ottobre 2013

Questo cielo...



Questo cielo
è come un fazzoletto che asciuga la terra...
un foglio dell'anima
in cui si scrivono storie
e si sciolgono i peccati del cuore
in cui immergiamo lo sguardo
per un bisogno di luce.
Questo cielo è lo stesso
in cui si matura nel grembo di vita
tra sospiri, emozioni
per scaldare il battito dell'ego
che regala gemme dell'infinito
ad occhi limpidi
che hanno asciugato
frammenti ormai stanchi di certi ricordi.
Apro i polmoni
per inspirare quell'ambizione
di essere in alto
come ciliegio fiorito
a perquisire oltre le nuvole
per catturare quei desideri inespressi
che hanno dormito
nell'incognito gioco
di sovra impressioni mentali...
e mi accorgo che questo cielo
ha brindato ai sospiri
di chi ha cercato angeli senza le ali
nel miraggio di un certo cammino
dove l'oro e l'argento
indefinibili colori di luce
sono stati sorgente
di un sogno leale
di un nuovo risveglio.

Andrea Iaia

giovedì 24 ottobre 2013

Aria



Io sono aria,
il silenzio stupefatto del respiro
di un qualcosa che non vedi
ma che senti come un filo
che ti lega nel presente
e cuce quel vestito che ora indossi.
Quella che ritorna
col profumo della pioggia
o con gli odori della terra
appena smussa dal buon vento...
di fronde che si agitano 
all'alito del mattino o al respiro della notte
che come un manto colora e chiude gli occhi
chi vuol passare dentro un sogno.
Sono quella che ti sorride...
quella cui ascoltavo sulla spiaggia
le tue indiscrezioni lasciate dentro un letto...
quella che già sapeva
del tuo nome scritto sul libro della vita
ancora prima che il suono
propagasse voglia d'incontrarsi.
Sono aria,
una bocca che bacia il sole
e si mescola nella pelle
per darti quei fremiti
di un angelo che passa
e cattura quelle stelle
per darti l'emozione di vivere la vita.

Andrea Iaia

mercoledì 23 ottobre 2013

Abbracciami...



Possiedimi sera,
nel fascino dei riflessi d'acqua
poco mossa
che accarezza lieve la mia veste
e ne fa tela per la voglia
di fissare i tuoi colori
e stenderli nel notturno immenso,
e in quelle luci di sottofondo
che parlano dell'oltre,
come una porta aperta 
verso terra che m'appassiona.
Portami distante da questo mondo,
fosse solo per un momento
in modo da riprendere 
la mia anima perduta
innamorata del tramonto
che in quella luce,
come una visione,
filtra attraverso bianche lacrime
per aver sognato quel bacio caldo
che si fonde sulle labbra della terra
e dichiara il suo amore
al crepuscolo di una scena
che sensuale dentro narra.
Abbracciami e assaggia questo corpo
che attende solo la tua ombra
nel furtivo approccio di dolci sentimenti
come un intrigo appuntamento
verso quella che può sembrare poesia,
ma che è la fragile passione di una pena
che ha voglia di sentirsi donna.
Io e te, mano nella mano
dove il sogno inizia nel lieto respirare
e dei palpiti sfiorandoci nel silenzio
e in quello stato dove non so più
dove finisco io e dove cominci tu
a raccontarmi vita.

Andrea Iaia

venerdì 18 ottobre 2013

Le emozioni...



...E non sai quanto piango e rido
in questo tempo dove cadono le emozioni
...come fossero reti di un pescatore
che catturano desideri dell'inconscio
per vivere di silenzi,
umori da ingoiare
dentro i passi del mio vagare.
Non sai che quando guardo l'infinito
ho sempre un po' paura poi di perdermi
pensando a quel domani...
retorica di un sogno
immerso nel profano
come fosse acqua in cui mi ci rifletto
 e mi conosco.
Accanto, nell'ondular di onde...
madri con i fiori bianchi,
miraggi conosciuti solo nella parte immersa
ma che non fanno parte del mio mondo...
velano quel tempo che forse mi somiglia
ma che mi scacciano
perché dentro quelle lacrime
io sono quella loro figlia
di un sublime incontro di anime
forse perse dentro il bianco e nero di una storia.
Non sai quanto amo le figure dolorose,
gli ultimi che non hanno nessun domani che li sposa
in questo tempo dove fingere è una moda
per raccogliere consensi...
e non sai che gran compenso è avere
uno che ti regala gli occhi
 per ammaliare un tempo delicato
in cui non sai come uscirne
e ti sei forse troppo dissociato.
Sono amante della vita
e conosco il mio peccato.
Ma so che le emozioni
sono confessioni di un tempo emarginato
che vuole esplodere nell'anima...
segreti da tenere o incorniciare nel vissuto
per colorare di passione
l'inconscio che mi stringe 
e vive dentro il mio riflesso...

Andrea Iaia

martedì 15 ottobre 2013

Le tre sorelle



Erano tre le sorelle del mare...
unite dall'embrionale bisogno
di essere chiare
nello specchio del cielo
e cristalline nel leggero ondulare di acque
per perquisire l'anima
in viaggio verso le angosce terrene.
E una, stava sognando le onde più inquiete
la notte cui fu destata
dal silenzio di quelle tenebre,
come preludio di quello che doveva accadere
tra le ombre di sera di un fine settembre.
L'altra, scostò le lenzuola ancora calde
per aprire la porta
al suono insistente del campanello...
e si trovò di fronte 
uno d'aspetto poco composto
che le disse...
tua sorella è scomparsa,
e quello che resta, è solo un diario
con l'indirizzo ed un nome
nell'immaginario disegno di essere
soave profumo.
Erano tre le sorelle...
ma eran le stesse in un gioco di specchi
in cui si scambiavano i nomi...
simbiosi di vita
per attraversare oceani
a catturare aromi di venti 
e bocche di sale...
solo che una, non si sarebbe tolta la vita
se non avesse ucciso il sogno dell'altra...
e la terza dormiva dentro i riflessi dell'acqua
mentre la luna confuse gli umori
e non riuscì a svegliarsi
perché colpita direttamente al cuore.

Andrea Iaia

martedì 8 ottobre 2013

Scende la sera



Scende la sera e tutto colora
nei frammenti di vita
e lei è innammorata di un'amante proibito
nella tela del suo pensiero.
Anche oggi il vestito lucente 
della sua pelle l'ha fatto sognare
e quasi come un sussurro
ha raccontato  
quello che dentro nasconde.
Un amore che brucia
e che non le appartiene,
ma che è dentro una pagina di un'altra vita
pungendo la carne
per non essere dentro quel foglio
di strano diario...
e la sera incipria il suo volto
come candida neve
che scende soave
e alimenta quel fuoco
nei sensi proibiti del suo dolce sognare.
Come un veliero in occhi socchiusi,
il desiderio si gonfia nei riflessi del mare
e viaggia in un letto dove cerca di farsi domare
dall'ardito pensiero di concedergli tutto.
E scende la sera e tutto colora
in quel viaggio proibito
dove poi ti chiede
se sei tu quella donna che sogna
o deve cadere su un'altra che ha voglia
di avere lo stesso appetito.

Andrea Iaia

lunedì 7 ottobre 2013

Canna la mela, donna riempita e brucia la luna (filastrocca)



Canna la mela, donna riempita, 
e brucia la luna.
Calca di fango, venne lo scuro 
ed ebbe paura
dell'odore di alghe dentro quel fiume 
alla piccola luce di un lume
di un uomo con l'ago che voleva cucire
pelle svestita tra fasci d'erba
la piccola donna per non farla dormire.
Canna la mela, donna riempita, brucia la luna...
dentro un segreto da non rivelare ad alcuno
perché c'era un sarto nell'odore di alghe
che sapeva cucire le pieghe di un lungo digiuno.
E fu quella sera, che un'ora sfuggita
prese la strada di un certo disagio
e fece l'incontro col sarto.
Il melo oscurò la luna
e affermò di avere un segreto
ma anche paura
di quell'uomo alle spalle 
e col fiato sempre più corto.
E disse che si era smarrito
ma non venne capito. 
Canna la mela, donna riempita e brucia la luna
ma non era una donna
colei che di spalle sentiva l'odore di alghe di fiume
e veniva poi trattenuta dai lunghi capelli
dal quel sarto che era a lungo a digiuno.
E' ancora un segreto che sale
dalle acque del fiume,
dove quel sarto finì fracassato
e legato a una pietra di suo sudiciume
e la piccola donna 
che non era una donna ora riassume
la storia del melo che aveva paura dell'uomo.
Canna la mela, donna riempita e brucia la luna...
dormi piccino, che il sarto non viene...
si è smarrito anche lui che voleva cucire
un vestito dismesso di un piccolo maschio.

Andrea Iaia

domenica 6 ottobre 2013

Atto d'autunno

 

Disciolto sole in pozzanghere mute
e riflessi argentati che sanno di noi
come imprigionati in un'altra storia
e in un altro tempo vissuto
in straordinaria poesia.
Disciolta è anche la danza
di foglie gialle e rosse di clorofilla
tra rami leggeri e ondulati dal vento
e dall'impietosa betulla
che assiste al cambiamento di scena
come un atto di muto incontro
in cui persino la mano
ricerca la vita nell'ampiezza
di foglie morte
in quell'agonia di un passaggio
attraverso invisibile porta aperta.
E dentro, ci siamo noi,
seduti a una fredda panchina
e scossi dal fondo disteso come porpora
di un tappeto di strano silenzio
e di quel moto tremante
che sa di addio
appena un riciclo di soffio di vento
rianima un mulinello
di altre, stanche cadute al suolo,
prima mute e ora danzanti
come un saluto prima di andare
verso nuovi affluenti.
Qualcuna, sarà raccolta dal desiderio di un bimbo
che la vuole tra pagine di un diario ancora brillante
a poter raccontare un autunno diverso...
e la sua innocenza
in certi sogni che sanno poi di speranza...
e altre, saranno note  di dolce musica
su tombe nel viale di ghiaia e dei cipressi
a comporre nuovi risvegli
a una madre, un padre o un figlio,
chiunque ha l'odore di momentanea lontananza.
Ci siamo noi, in questo tempo uggioso
in cui la pioggerellina non bagna che il cuore
che palpita mentre le mani si uniscono
appena ci alziamo da fredda panchina
per percorrere il viatico di alcune foglie
come ad accompagnarle dove si forma la brina
e lasciarle che varcano la soglia
di quella invisibile porta
che ci emoziona e ci fa piangere come bambini.

Andrea Iaia

sabato 5 ottobre 2013

Io e te nella follia di esserci



Io e te nella follia di esserci
in questi silenziosi muri
che hanno visto animare ombre
a realizzare desideri inconsci
e di nuovo ad esplorare strati di nostra pelle,
soave musica di palpiti non arresi
al fuoco dentro le pupille
che si cercano, bramano
di uno sfrenato sesso e anche un po' ribelle
di uno strano repertorio
da eseguire senza spettatori.
Abbiamo visto sogni realizzarsi
e altri infrangersi su scogli
di giorni andati e persi
nella consapevolezza
di non avere valige di certezze,
ma siamo qui,
a guardarci e a contemplarci
ancora dentro gli occhi...
e com'è strana questa vita,
in cui basta un attimo
per ricominciare tutto...
e ti guardo nel sospeso di svuotati sensi,
io che dispenso umori
e rido e piango senza una ragione,
ora sono a disegnarti la tua bocca
in quel desiderio di ricominciar di nuovo
a far l'amore.

Andrea iaia