Lei, in procinto di un certo partire,
aveva un segreto che non voleva morire
e sognava di raggiungere il mare
per seppellire tra le onde e la spuma
quei ricordi di ottobre alla luna.
Buio più denso,
in quel che si era addentrata
in un romanzo,
come le storie di certi autori
dove il sole taglia la parte più scura
per filtrare la luce oltre le inespresse parole
in cui il buio viene imbevuto
da una porta che s'apre
e toglie l'andata paura
nello scoprire la sua natura.
Lei aveva le cicatrici
di una notte in cui illusa
da due brillanti negli occhi,
fu ammaliata dal fascino
riflesso dentro se stessa come uno specchio
in cui confuse la bellezza del corpo
come parte di se che non doveva essere coperta
ma farsi amare, toccare e scivolare da altre mani
verso la stima che il suo uomo non dava
e rimandava al domani.
Lei era una donna normale,
una che la notte dormiva dentro il suo letto,
e si trovò tra le braccia di un altro
per un capriccio banale
di vedere cosa poi si provava
ad essere ancora desiderata.
E promise che non ci doveva essere un'altra volta,
e provò a partire nella sua vita
col suo compagno più sciolta,
ma ogni tanto il segreto compare
e la illude a riprovare
quei giochi notturni in un silenzio d'amare.
Andrea Iaia