Ore passate a contare i minuti,
a fissare un tramonto
e lasciarsi andare in quel che era il pensiero
in pagine bianche
mai scritte e inviolate,
come gemme che aspettano
di essere toccate e bagnate
da parole suadenti dentro l'ignoto.
Ore passate a guardar passare quei treni veloci
dalla finestra di casa,
e immaginare di essere dentro
per raggiungere voci
che ti fanno sentire qualcuno...
nel taglio di luna verso luci e bagliori
a cercare fortuna...
io che invitavo il giorno migliore
a brillare dai tetti
anche quando la pioggia consunta
smacchiava la voglia della mia tinta
di essere azzurro più azzurro
del profondo del mare...
e m'inventavo carezze mai avute,
una splendida donna
regina di un sogno al mio fianco,
conosciuta magari in un treno
dentro un viaggio dal sapore più sano.
Ore passate a contare i miei giorni,
ad aspettare che un magico incanto
sciogliesse l'istinto
di mettere i numeri in fila ad ognuno
e di spargerle in quel pallido rosa
delle guance fior di ciliegio
che restava inerme ad un bacio,
sorpresa mentre leggeva il suo libro...
credendo d'essere dentro un racconto
e in un sogno immorale
che toglieva il respiro
mentre passavo tra i suoi capelli
le mie fragili dita...
e una bocca un po' schiusa
impaziente d'essere su labbra gelose
in quelle ore a ricamare
un fanciullo immerso dentro i suoi sensi
che si perdeva tra le braccia di una donna più grande.
Ancora ti penso e non so nemmeno il tuo nome,
ma so che eri in un treno
che mi passava davanti e veloce.
Andrea Iaia
a fissare un tramonto
e lasciarsi andare in quel che era il pensiero
in pagine bianche
mai scritte e inviolate,
come gemme che aspettano
di essere toccate e bagnate
da parole suadenti dentro l'ignoto.
Ore passate a guardar passare quei treni veloci
dalla finestra di casa,
e immaginare di essere dentro
per raggiungere voci
che ti fanno sentire qualcuno...
nel taglio di luna verso luci e bagliori
a cercare fortuna...
io che invitavo il giorno migliore
a brillare dai tetti
anche quando la pioggia consunta
smacchiava la voglia della mia tinta
di essere azzurro più azzurro
del profondo del mare...
e m'inventavo carezze mai avute,
una splendida donna
regina di un sogno al mio fianco,
conosciuta magari in un treno
dentro un viaggio dal sapore più sano.
Ore passate a contare i miei giorni,
ad aspettare che un magico incanto
sciogliesse l'istinto
di mettere i numeri in fila ad ognuno
e di spargerle in quel pallido rosa
delle guance fior di ciliegio
che restava inerme ad un bacio,
sorpresa mentre leggeva il suo libro...
credendo d'essere dentro un racconto
e in un sogno immorale
che toglieva il respiro
mentre passavo tra i suoi capelli
le mie fragili dita...
e una bocca un po' schiusa
impaziente d'essere su labbra gelose
in quelle ore a ricamare
un fanciullo immerso dentro i suoi sensi
che si perdeva tra le braccia di una donna più grande.
Ancora ti penso e non so nemmeno il tuo nome,
ma so che eri in un treno
che mi passava davanti e veloce.
Andrea Iaia