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lunedì 20 giugno 2016

Ore passate...

Ore passate a contare i minuti,
a fissare un tramonto
e lasciarsi andare in quel che era il pensiero
in pagine bianche
mai scritte e inviolate,
come gemme che aspettano
di essere toccate e bagnate
da parole suadenti dentro l'ignoto.
Ore passate a guardar passare quei treni veloci
dalla finestra di casa,
e immaginare di essere dentro
per raggiungere voci
che ti fanno sentire qualcuno...
nel taglio di luna verso luci e bagliori
a cercare fortuna...
io che invitavo il giorno migliore
a brillare dai tetti
anche quando la pioggia consunta
smacchiava la voglia della mia tinta
di essere azzurro più azzurro
del profondo del mare...
e m'inventavo carezze mai avute,
una splendida donna
regina di un sogno al mio fianco,
 conosciuta magari in un treno
dentro un viaggio dal sapore più sano.

Ore passate a contare i miei giorni,
ad aspettare che un magico incanto
sciogliesse l'istinto
di mettere i numeri in fila ad ognuno
e di spargerle in quel pallido rosa
delle guance fior di ciliegio
che restava inerme ad un bacio,
sorpresa mentre leggeva il suo libro...
credendo d'essere dentro un racconto
e in un sogno immorale
che toglieva il respiro
mentre passavo tra i suoi capelli
le mie fragili dita...
e una bocca un po' schiusa
impaziente d'essere su labbra gelose
in quelle ore a ricamare
 un fanciullo immerso dentro i suoi sensi
che si perdeva tra le braccia di una donna più grande.
Ancora ti penso e non so nemmeno il tuo nome,
ma so che eri in un treno
che mi passava davanti e veloce.

Andrea Iaia


giovedì 9 giugno 2016

La donna velata



Nella stazione,
dove alcuni convogli fendono l'aria senza fermarsi,
c'è un sublime profumo di rose
nella nota stonata tra me e uno che dorme
dimenticato dal tempo,
e una donna velata, uscita forse,
dal suo stesso libro che legge nella sala d'aspetto.
Un trolley è il suo compagno di viaggio
e un biglietto, un raggio di luce dentro il futuro
che condensa l'ansia,
mentre fuori, ci sono sorrisi che vengono e lacrime che vanno,
occhi che cercano qualcuno in arrivo,
valigie e cartacce, altro profumo di chi parte,
 compreso l'uomo col berretto rosso
che impartisce destinazioni ad ognuno.
E se proprio devo dirlo a qualcuno...
la donna velata sussulta a ogni annuccio di un leggero ritardo
che diventa bugiardo e le allunga l'attesa.
S'accorge in dove la guardo,
e scosta una gamba per farmi annusare
il cielo di un sogno,
in quel taglio perfetto, che dolce s'incurva
nella stoffa di raso che emana un altro odore inebriante.
Provo a pensare a un'amante o una vedova
in cerca comunque di un letto...
il demone dentro scalpita per una di lusso
 che ammalia e cattura nell'antico mestiere,
mentre la parte più sana della coscienza
combatte per una donna in partenza 
ad un cambio di vita da qualche parte.
Sta di fatto che è bella, calda e sensuale,
 e mi immergo in un sogno dove in un letto,
bacio il suo corpo dall'inguine in su, e poi ancora più giù
e mi batte il cuore ora forte...
Ma lei mi guarda dal di sotto del velo,
e interpretando il mio perverso pensiero...
 gira le pagine assai lentamente
e fa finta di leggere, ora che sa
che sono in quel frammezzo dove la stoffa
 contiene il frutto proibito.
 Cuce un ricamo di trame più scure,
mentre un rapido parte, togliendo il respiro
a una sconosciuta che ha perso il suo treno...
sospetta la mia debole voglia e con mossa leggera
le sue mani sbottonano un'asola
per dare più luce ai suoi seni...
e il suo labiale mastica frasi che sanno di un tempo proibito,
e si ritocca la bocca
con morbido tocco di un dolce rossetto.
Il vapore di un vecchio treno in arrivo scioglie il pudore
 e in quella sala d'aspetto, già stretta di se,
di colpo, mi chiede se l'edicola è aperta.
 Azzardo un sorriso e ad offrirle un caffè in quello spazio
dove tutti concedono il loro breve vissuto...
lei accetta e si alza leggera di un peso.
Un barman strizza arance più rosse delle mie guance,
e un altro, dosa creme e caffè a sconosciuti e commesse,
la donna velata invece,
nel suo caffè, consuma con me un sogno improvviso,
 scoprendo la carne nuda oltre il reggente
della sua sovracoscia,
e per gli sguardi dei consumatori, di stupore e di riso
divento il fortunato che siede al suo fianco.
Per un'ora, la donna velata mi regala un sogno e un'illusione.

Andrea Iaia