Torno a volare in alto,
a lambire il paradiso perduto
in cui forse, punito, sono caduto...
a raccogliere il pianto di Dio
e il senso di un certo dolore
che arriva come un uragano
quando meno poi te lo aspetti.
Torno a percepire i profumi
di quelle altezze così vertiginose
proprio in quel punto in cui cadendo
sento di precipitare all'inferno...
per capire che quel buio
che ti separa dal mondo,
è un viaggio verso l'ignoto
a scoprire un nuovo giorno
confezionato alle esigenze
della natura...
e può essere un vento
che taglia il meridiano dell'aria
a sospingerti ad aprire le nuvole,
per scoprire che oltre, c'è l'albero rosa
proprio quello dei sogni,
e che invece dei frutti, sono appesi
favole scritte sui rami con una certa morale
che ti fan crescere
proprio quando stai male.
Oppure, il moto di acque nel mare,
con le onde spumose
che vanno a lambire ferite
di una spiaggia vinta nell'anima,
violentata e profanata
dai modi occulti
di una guerra di mondi
che albeggia sempre
dall'odio e l'ipocrisia.
Ma tu, anima mia,
vola con me sotto il cielo che chiede
la pulizia dei sentimenti,
per poter concepire l'ignoto
come un figlio
che salta dal nulla
e rimedia il dolore del parto.
Perché i profumi sono essenze di quello che ami
e li percepisci se solo li chiami
a condividere le tue cadute.
Vola con me, oltre le nuvole
e quelle parole che tagliano il cuore...
perché se ti rialzi hai già vinto
e aperto botole ancor più nascoste,
per salir così in alto e veder come nasce un temporale
e spezzarlo all'inizio,
prima che si fonde nell'aria
e faccia poi molto male.
Andrea Iaia