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martedì 18 settembre 2012

Il Confessore (racconto thriller)


Annalisa sedeva sulla poltrona: gambe unite e raccolte dentro, la schiena curva verso il braccio, e la testa immersa in un settimanale illustrato che teneva tra le mani. Di fronte a lei, Carmela, un'anziana donna di quasi ottant'anni dallo sguardo assente, allettata per il morbo d'Alzhaimer, e oltre, un televisore acceso con il volume basso, giusto per tenerla compagnia. Non aveva mai fatto la badante, ma si trattava di assisterla soltanto la notte, poichè, all'indomani, sarebbe arrivata la figlia della nonna.
Carmela, a volte, sedata dai medicinali dormiva, e le poche volte cui era lucida, il suo sguardo assente si limitava a fissare il soffitto sopra di lei nel suo mondo da vegetale. Veniva alimentata da un sondino naso-gastrico con liquidi, tramite siringa.
Quello che stava facendo Annalisa, non era un lavoro da infermiera, si trattava di uno di quelli saltuari, senza averne la necessaria preparazione e di solo compagnia, giusto per non lasciare sola la vecchietta, in quanto la figlia, avendo famiglia, non poteva trascurarla. Quei lavori intermediari, in attesa di uno che ti sistemi e che per necessità, le donne, ma anche baldi giovanotti, decidono di fare, per mantenersi agli studi o essere indipendenti dalla famiglia. Lavori pagati alla cessazione del servizio, senza contributi versati e risolti bonariamente tra due persone pacifiche. Annalisa, ne aveva provati molti: da banconista al bar, a cameriera nelle pizzerie e persino come presentatrice di una linea di cosmetici, a commessa in svariati negozi, perfino in quelli di cineserie. Il suo diploma era in attesa di essere valutato da numerose aziende cui aveva inviato i curricula, e la speranza... l'attesa di realizzarsi, era al lumicino, dato i suoi 23 anni.
Vuoi fare la dama di compagnia?
... Le aveva proposto Giulia, un'amica che già aveva sperimentato questo tipo di lavoro, una volta, compagna di scuola.
Si tratta solo di fare compagnia, e che sia di giorno o di notte, non fa differenza. Non devi assistere, per quello, ci vuole un diploma d'infermiere e molte famiglie non possono permettersi alti costi.
A fine servizio, ti metti in tasca venti euro. Non capita tutti i giorni, ma in mancanza di altro...
E che dovrei fare?
Nulla d'importante: ci sono anziane arzille che sono sole. A me una, mi trattava come una figlia, visto che aveva nostalgia di un passato remoto e che le sue due uniche erano altrove, maritate. Mi faceva il caffè, il panino con la marmellata e attenzioni che solo una madre può dare e a volte, mi faceva stare male quando alla fine mi metteva i soldi nella borsetta.
Mi è capitato anche di andare a far la spesa o a pagare le bollette a persone sole. Potevo permettermi di studiare, di guardare la tv o di dilettarmi al portatile, navigando in rete. Però, questo, solo due o tre volte massimo alla settimana, e il vantaggio è l'alternativa: se trovi subito dove andare in giorni di stallo, stai a posto. E comunque, ti potrebbe capitare di fare compagnia a persone malate e che sono tranquille. Di notte dormono e anche tu lo sei. Io, prima di essere assunta a tempo pieno, avevo un'agenda fittizia di appuntamenti. Insomma: ti devi dar da fare e accettare qualsiasi cosa che non offenda la tua persona.
Annalisa aveva accettato, e avuto l'indirizzo di una signora, si era recata all'ubicazione della donna.
La figlia di costei, Maria, l'aveva rassicurata: mamma dorme, ma a volte, se si sveglia non devi preoccuparti, devi solo darle un poco d'acqua, facendo attenzione che riesca a deglutire. Alle otto di domani, io sarò qui e potrai andare, per il resto, potrai usare il frigo se ti va di mangiare o bere, oppure farti del caffè. I biscotti sono nella seconda anta in alto della cucina, e in caso di necessità, il telefono per chiamarmi è sul comodino. E' un cordless, e al tasto 1 c'è il mio numero di casa, al tasto 2, quello del mio cellulare. Io ti chiamerò alle 23,00 e domani mattina alle 06,00 per informarmi dello stato di mia madre, e dunque, Annalisa, era immersa in quello che diciamo, un lavoro occasionale, e d'altra parte, si sentiva come a casa sua. La sua prima notte era una esperienza che doveva ancora provare... come si dice: a pelle!
Fece una telefonata col suo cellulare per rassicurare la mamma e poi lo posò sul comodino accanto al letto della vecchia e cominciò a sfogliare il settimanale.
Kate Moss aveva trovato il suo nuovo fidanzato, e Belen, si stava scarrozzando la sua ultima fiamma ed Emma, aveva mandato affanculo il suo. Figuriamoci a chi poteva interessare questi tipi di notizie se non a chi è in cerca di pettegolezzi o chi deve far passare la sua noia, pensò Annalisa, e quel settimanale era lì, insieme ad altri, certamente di proprietà di altre dame passate in quella casa. Alla tv, invece, stavano dando il solito telequiz della serata e da li a poco, un film, dopo il Tg e la solita solfa dei noiosi pacchi.
Nulla di eccezionale in altri canali, e la lettura, seppur noiosa, le dava modo di capire quant'è ingiusta la vita, che da tutto ad un oca e niente ad una che deve sbarcare il lunario. Se non passi dal letto di qualche imbecille o leccaculo pieno di soldi, non sei nessuno, pensava. E inoltre, che senso ha reclamizzare costose macchine o gioielli quando quasi la metà della popolazione italiana è disoccupata o precaria. Ma, girando la pagina, un foglietto con un numero catturò la sua attenzione. La scritta, in corsivo, diceva: se ti senti sola, chiamami. E accanto, un num. di cellulare.
Sarà della figlia Maria o di qualche altra venuta qui, si stava chiedendo, e il dubbio sulla figlia se lo tolse andando a pigiare il tasto 2 del cordless. Non era il suo!
Continuando con la lettura, la tentazione di comporre il numero e di vedere chi le rispondeva era forte, ma se lo fece passare, poichè il suo, poteva essere memorizzato in quello dello sconosciuto e non voleva correre questo rischio. Però, ogni tanto, la curiosità era tale che era combattuta dentro. Dava un'occhiata a quel foglietto che poteva strapparlo o rimetterlo nel settimanale, oppure, lasciarlo sul comodino per farlo notare alla figlia della signora Carmela all'indomani.
Poteva anche trattarsi di altro, ma alla fine, lasciò quel foglietto bene in vista sul comodino.
Un'ora dopo, iniziato un film, Annalisa, talmente presa dalle scene, sussultò non poco, non appena il cordless si mise a suonare. Non erano nemmeno le dieci, e la signora Maria, aveva detto che l'avrebbe chiamata alle 23,00, per cui, prese l'oggetto con sicurezza e rispose... pronto?
Dall'altra parte, una voce maschile, roca, artefatta e impostata sul sensuale prese a dire in modo cadente... come mai non mi hai chiamato, eppure ti senti sola.
Chi è lei... replicò Annalisa...!!!
Ooooohhh... ma il tuo confessore! Il mio numero è lì, perchè non mi hai chiamato?
Guardi che ha sbagliato, io sono un'altra persona. Forse, cerca chi è venuta prima di me?...Disse Annalisa in modo deciso e sicura di se, senza per nulla scomporsi dalla poltrona.
No cara! Cerco proprio te. Ti senti sola, non è vero Annalisa?
Annalisa posò giù la cornetta, questa volta spaventata, poiché quell'uomo aveva pronunciato il suo nome, e dunque, la conosceva. Ma, come poteva sapere che era lì: chi aveva inserito quel foglietto tra le pagine del settimanale?
Pensò ad uno scherzo e tornò alla posizione precedente, gettando uno sguardo distratto allo schermo ed un altro a quel cordless. Non aveva neppure pensato a guardare il display per vedere chi l'aveva chiamata, e rimase perplessa per un poco a meditare. Poi, guardò la vecchietta che dormiva beatamente e scrollò le spalle. Finì per pensare... quell'idiota deve aver sparato a caso, oppure, la ragazza precedente, doveva chiamarsi come me, Annalisa.
Decise di farsi un caffè per scacciare quel brivido provato, ma come fece per alzarsi, lo squillo inatteso del cordless la fece inquietare. Questa volta, guardò il display, e il numero sovraimpresso coincideva con quello del foglietto.
Annalisa... Annalisa... non devi chiudermi il telefono in faccia, prese a dire quella voce roca e cadente. Detesto queste cose, affermò smorzando, quasi come se avesse l'asma.
Senti, non so chi sei, ma chiunque tu sia, stai sbagliando persona. Non sono Annalisa ok?
Replicò la ragazza...!!!
Ahahahahah... non giocare con me... si che lo sei. Hai delle comode Superga grigio topo ai piedi, jeans e camicetta bordò Terranova.
Senti, stronzo! Non so chi cazzo sei e nè come sai chi sono, ma se è uno scherzo, adesso stai andando oltre. Mi stai spaventando!
E' stata Giulia a dirti chi sono vero?
Ahhhhh... ecco la mia Annalisa... quella che preferisco! Amo le donne che s'incazzano... Io... io... non conosco questa Giulia, ma ti assicuro che quel numero sul foglietto era per te e tu non mi hai chiamato. Sei cattiva, continuò a dire lo sconosciuto, sempre con la cadenza di voce che ora era davvero inquietante. Allora: non vuoi confessarti con me?
Ho capito, sei Filippo, il babbeo che fa scherzi cretini. Ma con me non attacca: ora chiamo la polizia e faccio mettere sotto controllo la tua chiamata.
Giaaaaaà.... mmm... e magari dirai pure che all'Ipercoop hai eluso la sorveglianza, quando sei entrata nei locali Terranova e messo nella borsetta la camicetta che hai addosso. E che ne dici, del tuo curriculm alterato: mica hai fatto il master di lingua a Londra.
Chi cazzo sei bastardo! Adesso hai rotto sai?
E Annalisa chiuse il telefono a malo modo, rimurginando e tenendo il broncio, come se quello, avesse violato la sua privacy. Stizzita, si alzò per andare ad aprire il frigo. Da lì, prese un brick di bibita vitaminizzata e se ne versò un poco nel bicchiere, e stava bevendo, quando il cordless riprese a squillare. Non poteva staccarlo, perché doveva chiamare la signora Maria, e dunque, corse a rispondere, anche per non svegliare la nonna.
Sei davvero cattiva Annalisa! Non hai proprio rispetto per il tuo confessore, disse questo. E poi... so tutto di te. Dimmi, è buona la bibita che stai bevendo?
Questa frase raggelò Annalisa!
Cazzo: mi sta spiando, pensò! E si mise a guardare ovunque, in cerca di una telecamera. Poi, si diresse verso la finestra in cerca di qualcuno con un binocolo, in linea d'aria a quello stabile.
Se stai pensando che io ti stia spiando, sei su falsa strada, continuò a dire quella voce ormai bacata nella sua raucetudine. Un confessore conosce i pensieri, e io conosco i tuoi. Allora: ti va di dirmi chi è quel ragazzo a cui hai fatto una pompa in macchina l'altro ieri?
Annalisa, ormai aveva il ghiaccio al posto del cuore. Cosa vuoi da me... disse... tremando di paura.
Te l'ho detto: che confessi, e devi dirmi tutto quello che hai nella coscienza. Se vuoi, abbiamo tempo sino a domani mattina.
E' assurdo, disse Annalisa: e perchè dovrei dirle a te poi...
Per pulirti la coscienza prima che t'ammazzi.
Non vuoi morire in pace?
Senti... vaffanculo, disse! E riattaccò di nuovo.
Spaventata, premette il tasto 2 e chiamò la signora Maria.
E' successo qualcosa? Disse questa...
Mi perdoni signora, ma... e le raccontò tutto.
Va bene, disse la signora, non prima di essersi preoccupata anche lei. Sarà uno che ti conosce senz'altro e ti ha vista salire. Come ha fatto ad avere il numero di casa non lo so. Comunque, stacchi pure il telefono e mi dia il suo di cellulare, la richiamo io domani mattina. Stia tranquilla e non apra nessuno. Domani, chiamerò la polizia e farò controllare le chiamate ricevute.
Annalisa staccò subito la spina della base dov'era inserito il ricevitore. Dette un'occhiata in giro e controllò le imposte. Andò perfino ad accertarsi che la porta di casa fosse chiusa bene e che tutte le stanze, avessero le finestre chiuse. Poi, sprofondò sulla poltrona pensando allo stronzo che le aveva messo paura, ma anche alle sue verità. Doveva essere per forza uno che la conosceva molto bene per sapere tutte quelle cose di lei, e anche quanto fosse ingenuo per aver lasciato il suo numero sul foglietto, prova che lo avrebbe incastrato, se questo, fosse finito nelle mani della polizia. Una cosa però, era riuscito a farla lo stronzo: inquietarla davvero e molto! Annalisa non era tranquilla, specie al pensiero che quello poteva spiarla, e certo è, che quando le ha chiesto se era buona la bibita, la stava veramente spiando.
La pubblicità alla tv la distrasse appena, ma di poco, poichè quel cordless riprese a suonare nonostante la spina staccata dalla presa . Come poteva essere...!!!
Timorosa e col cuore in gola, aprì la conversazione senza parlare.
Oh... Annalisa...!!! Mi credi un deficiente vero? Ok, se ora stai pensando di chiamare la polizia, sappi che non puoi farlo. Il telefono deve essere inserito nella presa e stai parlando con me, e il tuo... guarda bene...
Annalisa, prese il suo cellulare dal comodino, e con enorme sorpresa, scoprì che la batteria si era scaricata. Un sussulto le impedì di parlare.
Sempre più smorzando la voce e tirando sempre più spesso il fiato, quell'uomo aggiunse: ora dovrò ammazzarti sai? E lo farò appena chiuderai gli occhi. Penetrerò nella stanza come ombra e ti ucciderò.
Ma... ma... che ti ho fatto... perchè ce l'hai con me... disse con paura la ragazza!
Perchè sei cattiva e non hai confessato! Ben tre volte mi hai chiuso il telefono in faccia, eppure sono stato educato, ti ho lasciato persino il mio numero. Confessa e morirai in pace!
Cosa devo confessarti... tutto questo è assurdo. Ma perchè non mi lasci in pace...
Vuoi essere lasciata in pace? Ok, se fai una cosa per me, allora ti lascerò in pace.
Che... devo fare... rispose stando al gioco: aveva capito che se quell'uomo stava avanzando una richiesta, poteva smascherarlo. Se ipoteticamente avanzava una pompa, poteva essere quel ragazzo cui si era appartato o un suo amico. E invece, quello la spiazzo con... uccidi la vecchia!
Come... uccidi la vecchia...!!!
Annalisa entrò nell'angoscia e cominciò a tremare. Non posso farlo, disse: non sono una criminale.
Perchè non puoi... guardala! Che vita è quella! D'altra parte, sta aspettando la morte. Prendi il cuscino e mettilo sulla faccia. Tre minuti appena e l'avrai uccisa. Non ci saranno tracce e nessuno ti accuserà! Penseranno che sia passata dal sonno alla morte.
Ma che cazzo dici... tu sei sicuramente suo genero, il marito della signora Maria... bastardo! Vuoi liberarti degli impicci non è vero? Vaffanculo... domani dirò tutto a tua moglie, e me ne fotte un cazzo se dirai ai quattro venti quello che sai di me!
Attenta Annalisa... stai scherzando col fuoco. Ti osservo sai? E smettila di gesticolare. Facciamo così: ti do tempo sino alle quattro, ho il pieno controllo su di te, e se ammazzi la vecchia ti lascerò tranquilla. Oltre le quattro, ammazzerò te!
Non ci casco stronzo! Perchè poi dovrei ammazzarla la vecchia...
Per motivi miei cara. Ma lo sai che sei bella? Certo che una pompa me la farei fare da te. Beh, fai come vuoi, io ti osservo, e se vuoi confessarti, in alternativa all'omicidio, puoi usare il mio numero.
Ma vaff...
Click...!!!
Annalisa, rimase imbambolata. Stavolta era stato lui a chiuderle il telefono. Controllò ancora il suo cellulare: porca merda... era scarico del tutto e non aveva il carica batterie con se. Poi, fece un giro minuzioso per la casa, controllando ovunque e persino sotto le sedie se vi erano micro telecamere, e quando si stancò, si trovò combattuta. Quel maniaco mi ha chiesto di confessare.
Riattaccò il telefono alla presa e compose il numero.
Finalmente...!!! Allora, Annalisa, ti sei decisa a confessare?
Se lo faccio, mi lascerai tranquilla?
Dipende dalla confessione cara! Se mentirai, no! So tutto di te, quindi, evita di dirmi minchiate. Se proprio non vuoi confessarti, allora, ammazza la vecchia!
Devo pensarci rispose la ragazza!
Ok, tempo sino alle quattro, poi ti ammazzerò...continuò ancora a dire quel maledetto dalla voce strisciante e roca. Infine, chiuse!
Annalisa, rimase a pensarci. Pianse! Non aveva via d'uscita.
Guardò la vecchia che dormiva e quel sondino naso-gastrico. Che cazzo di vita sta facendo, pensò! Piena di piaghe poi... non può nemmeno girarsi. E pensò anche, che in fondo, se una santa morte l'avrebbe colta, sarebbe stato un sollievo per la donna. Poi, riflettè sui suoi peccati. Che doveva dire a quel bastardo: che sottraeva soldi al padre dalla tasca dei suoi pantaloni la notte?
Che faceva la cresta sulla spesa?
Che aveva fatto sparire alcuni oggetti d'oro degli affetti personali della famiglia, per venderseli ad uno di quei tanti negozi “Compro oro”? Che non poche volte si era prostituita per soldi?
Già! Forse è uno dei miei clienti, pensò. Ma che dovevo fare...
Come cazzo sbarco il lunario se questo governo maledetto ci ha messi tutti alle ginocchia...
Tre volte era andata da alcuni pensionati, trascinata da amiche che ci erano già state: e per la modica somma di 20 euro, li aveva deliziati con la bocca. Da qualcuno, si era persino lasciata toccare, e questo, era una routine che faceva tre volte a settimana ad ognuno, per mettersi un centone o anche 150 a settimana nella borsa. E a quel ragazzo che aveva menzionato il maniaco, lo aveva fatto gratis perchè gli piaceva.
Vero che aveva sottratto la camicetta ai negozi “Terranova”, come era vero che aveva alterato il suo curricula. E chissà se non sappia anche, che ho causato due sinistri con la macchina di papà e non ho detto nulla perchè sono scappata. Papà trovò il danno all'auto e imprecò al vento, prendendosela con il governo che non puniva abbastanza i delinquenti. Gli venne anche un attacco di cuore e fu portato in ospedale.
Diverse volte, fu presa dal prendere il cordless e confessarsi con quel bastardo, oppure, staccare la spina alla vecchietta.
Poi, vinse la sua audacia, e mandando affanculo il bastardo, ebbe un'idea: prese una bottiglia di birra dal frigo, la aprì e gettò il contenuto nel lavandino. Poi spaccò la bottiglia e disseminò i vetri per terra, vicino alla porta e alle finestre, e ancora, mise delle sedie in contrasto con delle scope e ramazze, in modo che, se il bastardo provava ad entrare, avrebbe fatto rumore. Afferrò un grosso coltello dalla cucina e se lo tenne a portata di mano.
Rientrando, vide la nonna sveglia.
Vuoi dell'acqua le disse?
Non ottenendo risposta e vedendo che la fissava, prese il bicchiere dal comodino e l'aiutò a sorseggiare. Poi, la vecchia, richiuse gli occhi. Guardò a lungo la vecchietta e il cuscino. La sua anima era divisa tra la folle proposta e quella di avere un gesto di pietà. In fondo, avrebbe aiutato l'anziana signora a non soffrire più, e la linea di farlo o non farlo, era davvero sottile. Diverse volte , fu tentata ad essere decisa a compiere quel passo, ma la sua coscienza glielo impediva, e con questo andare, il tempo scese alle tre di notte. Alla tv stavano dando un vecchio film di De Sica in bianco e nero, e in tutto questo tempo, il telefono, rimase muto.
I suoi occhi si stavano addormentando e, nonostante cercava di tenerli svegli e i brividi di freddo la stavano provando, strinse forte nelle mani quel coltello. Si stava chiedendo come poteva penetrare in casa quell'uomo, e se lo avesse fatto dalla porta (sempre sospettando nel genero della vecchia, con dei doppioni di chiavi), si sarebbe fatto male provocando dei rumori. Allora sì che lei avrebbe accoltellato lui.
Più tardi, avvinghiata in quella poltrona, mentre stava per abbandonarsi nel terpore che l'avrebbe condotta al sonno (per ben tre volte, la testa si era abbandonata su di un lato e altrettante volte, aveva spalancato gli occhi, provata dal freddo)... nel silenzio assoluto, la tv era accesa ma muta, giusto per farle compagnia e dare l'idea a chi la stesse spiando che fosse sveglia, lo squillo del cordless la riportò nell'amara realtà.
Brividi in tutto il corpo la percorsero, e il suo orologio al polso, segnavano giusto le quattro.
La voce, sempre più concentrata nella sottospecie d'asma e cadenzata come nei serial killer televisivi, cominciò a dire: Il tempo è scaduto Annalisa! Ora verrò da te e ti ucciderò. E' inutile che hai disseminato vetri di bottiglie ovunque e messo sedie sparse per farmi inciampare. Entrerò come polvere e mi materializzerò davanti a te, e quel coltello che hai tra le mani mi fa ridere.
Cosa credi di poter fare davanti ad un ombra: davvero credi di poterti difendere?
Smettila bastardo! Ma che ti ho fatto poi... lasciami in pace!
Annalisa... Annalisa... ti do l'ultima possibilità: confessa o ammazza la vecchia...
Pur combattuta e intimorita... quell'uomo la stava spiando in tutto e sapeva molto di lei... vinta dalla parte malvagia, con l'altra mano prese il cuscino e lo mise sulla faccia della vecchia tenendolo per poco e pressando. Poi, presa dal terribile rimorso, fece cadere il cordless e il coltello e fuggì in bagno piangendo e vomitando.
Non posso farlo... no... non sono un'assassina... ripeteva singhiozzando, mentre era china con la testa sul water e le ginocchia piegate sul pavimento. Gli attimi in cui vessava il suo stato furono veramente drammatici, poichè passavano dall'azione compiuta al pentimento. Poi, versata anche l'anima in quella tazza, si alzò, e dietro di lei, la sagoma di un'ombra la fece restare immobile. Tremando tutta, e girando il capo, gli occhi puntarono ai piedi per alzarsi lungo le gambe, il corpo e il volto. Davanti a lei, la vecchia, in piedi e con il coltello in mano, il suo, che aveva lasciato cadere. Hai fatto male a non ammazzarmi, disse la vecchia!
Non ne posso più di fare questa vita da vegetale. Non ti sei nemmeno pulita la coscienza.
Ora dovrò cercarmi un'altra ragazza.
Con gli occhi sbarrati e pieni di paura... tutto aveva pensato, fuorchè che il bastardo che la vessava era già in casa nella personalità di quella vecchia... Annalisa non ebbe nemmeno la forza di gridare, poiché la lama vibrante nella mano dell'anziana donna in camicia da notte, fece scendere il buio su di lei.
Ohi... ma... mi stai ascoltando?
Dico a te... ci vuoi andare a fare la dama di compagnia... le stava dicendo Giulia, scuotendola per le spalle per strada.
Ma che ti ha preso... Vuoi rispondermi?
Eh? Io... io... No, scusami Giulia... è che avevo preso un altro impegno, e me ne sono ricordata ora, mentre mi parlavi.
Annalisa andò via ancora scossa, lasciando l'amica sorpresa e pronunciando... fanculo ad anima, che mi mette i brividi con i suoi racconti e mi fa suggestionare talmente da farmi entrare nella scena.

Andrea Iaia


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