Queste mani

Queste mani hanno visto il tempo ferirsi

 in lampi più muti

dove il tuono alzava la voce

e strappava il giorno come un quaderno

in bagliori immersi.

Hanno stracciato fogli,

quelle con le piaghe degli anni

mutate dentro la carne

per una stupida guerra...

e con unghia spezzate dentro la terra...

hanno raccolto il frutto divino dopo la pioggia

tra stoppie e odori di muschio

dei giorni più grigi.

Queste mani hanno impastato farina

per fare buon pane e biscotti

e interpretato i sorrisi di vecchi e bambini

come i messaggi sul carro di stelle

per raccontare ai figli dei figli

dell'uomo venuto dall'acqua e che amava l'argilla.

E hanno portato scodelle a lattanti...

lìtanie al cuore dei santi

per scongiurare i sogni ribelli

e le voci intorno a querce e betulle.

Queste mani...

hanno abbracciato le forti sue spalle

sulla soglia di porta,

quando improvviso è comparso

con la cartella un po' storta

ed ha chiesto dell'acqua.

Hanno sciolto il pianto

come seme fecondo sulla sua barba

mentre chiedeva perdono...

e carezzato le labbra

seppur screpolate

mentre domandava chi ero.

Un sogno mai spento nello sguardo nel vuoto

dove le ombre erano simili

a quelle di un tempo remoto...

e l'argilla...gli ha ricordato i suoi vasi...

il sorriso di una fanciulla e le dolci sue frasi

come baci rubati nell'ombra di un muro...

o dietro la quercia per sentirsi al sicuro.

Queste mani ora tremano spesso

ma scavano ancora dentro l'abisso

per trovare disegni, quelli migliori

come un viaggio sul carro

tra le stelle e i bagliori.

 Andrea Iaia