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giovedì 20 ottobre 2016

Rossa!


Rossa!
Ancestrale promessa di un cuore selvaggio,
busso al remoto di un sogno
e cavalco desideri celati
dentro l'inconscio di un conturbante disegno.
Viaggio in quel desiderio
che non riesco a reprimere
e sono sangue che scorre senza pudore,
prototipo di uno stile di vita.
Se saprai far posto alle sfumature
e guardare oltre le curve del corpo
senza cadere dentro l'inganno,
noterai cuciture di un abito nuovo
che veste stagioni...
dove dentro si cela una lingua sincera.
 Sono rossa come la filigrana di foglie d'autunno
in cui la linfa si scioglie in scene sensuali
 e divento passione, quando sono normale
ma vipera che morde quando ci vuole.
Il rosso ti attrae?
Ti darò la chiave per meglio conoscermi
se saprai rispettarmi...
so essere emozione in queste candide chiome,
come il tramonto che accende
occhi lucidi dentro un dipinto
speziato d'autore.

Andrea Iaia

sabato 8 ottobre 2016

L'autunno di una volta


L'autunno di una volta dipingeva
ampie varietà cromatiche le foglie,
e nel suo percorso, odori caldi di vitigni,
confondeva la loro linfa nelle delicate striature
sino a farne vie intersecate per alimentare il cuore.
Chi le vedeva staccarsi
e cadere ondulanti, accompagnati da un lieve vento,
s'inteneriva guardarle andare chissà dove,
forse a morire altrove,
e qualcuna più fortunata, finiva per essere raccolta
da ragazze innamorate per farne segnalibri,
tra parole, intense e belle,
quelle celebri d'autore.
Qualcun'altra, finiva al muro dentro un quadro,
ma l'autunno di una volta
aveva i canti dei compagni
che ornavano i disegni dentro i campi
sfogliando i frutti, per mettere nel cesto quelli buoni,
lasciando quelli ancor più verdi a prendere il suo colore.
E il contadino arava la sua terra con un bue legato all'aratro
e si spellava le mani trascinando il peso,
contento era poi al fare della sera
quando un piatto di minestra e il sapore del buon vino
declinava il giorno, ponendolo di frammezzo al sogno
e s'addormentava soddisfatto per un futuro di una buona resa
e sua moglie, invece, d'avere un'altra casa.
Le tramogge eran piene di raccolto di fine estate
e i quaderni, quelli dei segreti,
erano posti in una scatola di latta....
c'era il fuoco nel braciere per i primi freddi,
e lontani erano i pensieri della nonna
con i piedi fra gli alari
che s'addormentava quasi sempre alla sua sedia
con i ferri della lana in mano,
e chissà... se i suoi pensieri andavano
a quel figlio perso nella guerra,
o alle bandierine ostentate a salutare gli alleati,
o alla gioventù passata così veloce come il vento.
L'autunno di una volta aveva l'aria salubre dei primi agrumi,
l'oro fra i capelli nei crepuscoli precoci,
il richiamo di una mamma al suo bambino
che giocava per la strada,
profumi aspri, di querce, leccio e del castagno
che chiamavano al gran ballo della raccolta,
nel segno dell'equinozio.
Ma se domandi ad un ragazzo cos'è l'autunno,
ti risponderà che è la stagione della vendemmia e dei raccolti,
quella che ti prepara al freddo inverno,
della festa d'ognissanti,
e commemorazione dei defunti,
il detto a San Martino dove il mosto diventa vino.
Non sa che è sopratutto il profumo della terra,
del legno che cambia la corteccia...
delle muffe del sottobosco che esaltano gli odori dei svariati funghi...
l'assaggio della pioggia sulla lingua...
la mutazione del paesaggio sotto un altro aspetto.
L'autunno di una volta ti cambiava dentro.
Ti preparava ad un nuovo anno con l'inizio della scuola,
e le merende nel cestino erano fette di buon pane
bagnate sopra di caffè e di zucchero appena ornate
per lenire il morso della fame.
Le sagre del paese avevano canti e suoni
di strumenti un po' bizzarri,
e se chiedi a Gino, il figlio del mugnaio,
oggi, che ha quasi sessant'anni,
ti risponderà balbettando che in autunno riempie il carro
di fieno, biada e paglia per le bestie nella stalla,
che è la stagione degli amori,
e che lui stesso, quand'era alunno
era innamorato della figlia del fornaio
ed aveva inciso un cuore
che ancora sanguina di resina ad un grosso faggio...
e che quell'amore non corrisposto l'aspetta ancora,
perché lei, ora, vedova è di nuovo sola
e come allora, non ha il coraggio di dichiararsi..
L'autunno di una volta toccava nel profondo
il grande cambiamento,
e mio padre, vendendo caldarroste
era in piazza a riscaldare i cuori dei passanti,
e ad incoraggiare quei braccianti che al fare della sera
tornavano dai campi.
L'autunno di una volta è fermo come fotogramma nella mente
e rivedo tutti quelli che se ne sono andati
poveri ma felici e sorridenti
davanti ad uno scatto di un fotografo
con la testa in uno scatolo
e diranno anche di me le stesse cose
quando un lampo illuminerà a giorno il ricordo.

Andrea Iaia