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giovedì 21 agosto 2014

Io sono un uomo che...



Io sono un uomo che ascolta strane onde,
suono che si diffonde
come un grido dell'invisibile all'umano,
 perso nel confine della convenienza.
Difficile da prendere e capire,
scartarmi o lasciarmi perdere dentro l'evidenza
d'essere migliori, quando invece non lo siamo.
Cammino scalzo dentro i desideri
che non mi fanno più dormire...
e non è una coscienza sporca che mi pesa,
ma tenerla linda, quasi da punire
l'umana voglia di ribellarsi
e gridare al mondo... quanto sei vigliacco
a prendertela sempre con i deboli.
Mi dicono che sono prove...
ma quale Dio ti punisce per vedere se sei forte
o se sei capace di seguirlo
anche se vorresti ammettere che la religione
non segue spesso la ragione.
Io sono un uomo fatto a pezzi
dalla stupida ipocrisia
di chi ti presenta un modello assai perfetto
di uno spicchio di felicità interiore
in chissà quale sala poi d'aspetto
fatta di buone parole per catturarti da un'altra parte.
E se contempli la morte di qualcuno... 
ti dicono... “Rimani forte,
che prima o poi la rivedrai e sarà una bella festa!”.
Chissà cosa e poi rivedrò...
e se sarà tale e quale come mi ha lasciato
o se il disagio della perfezione
è solo un'illusione di quel sogno di cui ha bisogno l'uomo...
e comunque sono uno
in cui la fede è la misura di quel che resta dentro,
ed è qui che si gioca a dadi la mia vita
e non in uno scritto concepito
o un versetto mal capito,
che poi con quello si fan le guerre
e si finge d'essere pulito
davanti al dono dell'infinito
arrivando a dire... “E' giusto cancellare chi non ama un'altro.”.

Quale treno parte ora per il cielo...
per vedere se davvero oltre,
se la ridono di metterci in disparte,
o piangono perché siamo soli
e ci diverte spartire una certa torta
fatta di arroganza e perversione
di affidarci sempre a dei coglioni
che mostrano parole solo per la bella faccia
di essere il salvatore sempre della solita illusione.
E sono sempre un uomo
che assiste in modo stanco
questo scempio di risate stupide
davanti ad animali vestiti come umani
che scimmiottano addestrati
 ad essere intrepidi nelle sfide,
mentre chi dovrebbe avere un cuore ed il coraggio
è solo un fetido pagliaccio,
uno che dipinge la sua faccia
mentre dentro, resta quell'intruso
che non gli basta avere un muso lungo e protestare,
ma vuole rimanere così com'è... a convenienza
per paura d'esser tolto anche la coscienza.
E mi domando...
cosa dirò di noi a quel Dio che ha creato il mondo
semmai quel treno passa
ed io lo prendo per davvero.
Mi restano le onde con i suoni e le sue voci
 a raccontarmi che perfino Lui 
viene messo ancora sulla croce
da chi si batte il petto mille volte
sempre per l'umana voglia di sembrar perfetto
anche se dovesse spingere nel baratro
uno che non ha il biglietto
di star dalla sua parte.

Andrea Iaia

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