Solo ricordi in quel vicolo
dove si fonde passato e presente
e il sole quasi non scende
a bagnare di luce le zone d'ombra.
Fantasmi che sembrano andare
dove la noia non muore,
e un barista di spalle al muro
pensa al suo tempo sprecato
in quel tratto dove anche i lampioni spenti
sembrano dire che sono feriti.
Distante, un breve sogno
quasi una leggera occasione
di perdersi con una vespa nel vento
in un viaggio senza bagaglio...
là, dove il taglio del giorno
assomiglia a quell'incontro speciale
di un mattino d'estate
degli anni settanta.
Scrutavo carriole e vetturini...
porte dei treni e finestrini alla stazione
per vederti scorgere da qualche parte...
una fuga d'amore e una canzone
di Gianni Morandi,
per noi giovani e ballerini
in una società che stava cambiando.
E quella vespa è stata la nostra ruffiana
che ci ha visti fare all'amore in quell'avventura
di breve durata...
sfavillante e superba,
guardiana del nostro incontro dentro il canneto.
Se questo presente fosse poco migliore
e nel vicolo tornerebbe il sole
io ti porterei ancora
dove stendemmo tovaglia sul prato
in quel silenzioso splendore dei tuoi cinquant'anni.
Un barista ricorda i suoi clienti,
e ricorda il tuo ingresso come un vento
in quel mattino d'estate...
minorenne e maliziosa...
chiedesti un aperitivo,
e poi di fare un giro sulla mia vespa.
Certi incontri nascono all'istante
e se non li cogli, ti perdi certi bisbigli
in quella danza ambiziosa del caso
che si diverte ad unire le anime
che non sanno di esistere da qualche parte.
Andrea Iaia
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