Le idi di Marzo,
nella coltre più fitta negli occhi,
disegnano un remoto sogno
svanito come uno scherzo,
che dalla finestra prendono forme.
Nelle ombre concrete di dolci dispetti...
pedalate in bicicletta
nel percorso dove scorre acqua più pura...
"Chi arriva ultimo paga il suo pegno.",
ed io come una scema
ho tradito il mio compagno
per avere umide labbra
sulla bocca di un altro.
Le idi di Marzo,
aprirono un fotoromanzo,
in cui sedicenne sognavo di fare l'attrice...
ero puntuale in edicola a comprare
l'ultimo numero,
come puntuale a macchiarmi
la bocca da peccatrice.
"Se mi ami, dammi la prova!",
ed io come una scema,
ho perso l'onore per essere donna
di uno che poi mi ha lasciato
per vantarsi del mio possesso.
Ma le idi di Marzo,
hanno girato ora della mia pagina un foglio
in cui la ricchezza ha scritto il suo destino.
C'è una ragazzina cresciuta
che aspetta un figlio.
Andrea Iaia
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