Lei
leggeva i libri al contrario
perché
sapeva come andavano a finire le storie,
e
teneva il libro così capovolto
come
un guscio in cui le parole
si
combinassero tra loro
per
formare immagini
da
raccontare alle bambole.
E
leggeva quello che su fogli
non
c'era scritto,
perché
all'asilo le avevano detto
che
le storie nascono dal profondo del cuore
e
vanno viste immergendo
dentro
la mano, come nel mare
a
prendere conchiglie da regalare.
Celeste
il suo nome,
come
il cielo bucato da un raggio di sole
in
cui la terra si esalta con i profumi
e
chiama i suoi frutti per essere colti
da
un certo sorriso...
il
fantabosco e la natura
si
stupiva nel vederla in vestaglia
e
bigodini rosa
ad
imitare la mamma
con
quell'aria boriosa
e
ballerina su un pentagramma
di
emozioni di un biondo di grano...
ad
inventarsi cuccioli, rane,
fate
e invasioni di certe farfalle
per
colorare un mondo inespresso
che
i grandi non hanno.
E
lei sapeva perché
l'avevano
perso e diceva...
i
grandi, leggono sempre nel modo giusto
e
non si accorgono
che
il bello è nascosto
dentro
l'inverso.
Andrea
Iaia
Commovente e toccante l'ingenuita e la purezza dei bimbi... Mi sono emozionata... Grande Andrea dall'anima bella e sensibile ... Un abbraccio alato da me❤️
RispondiEliminaI bambini sono la parte più dolce di questo mondo e la loro semplicità insegna come vivere ai grandi. Un abbraccio di cuore.
RispondiElimina