Sembianze di certi ricordi
tornano a rivivere dentro la mente
e sembra che il tempo si sia fermato a ieri,
anziché di tanti anni...
fiammante distacco
di un via vai di treni che se ne vanno
portando anime oltre frontiera.
E anche se io non c'ero,
mi hanno detto che un uomo raccoglieva orologi
forse per annullare il suo tempo
e se ne andava alla stazione
per vedere partire vagoni di gente
a cercare lavoro altrove.
Erano albori degli anni cinquanta
e nella pioggia, nel vento e la nebbia
comparivano come fantasmi facchini
con le loro carriole di solitudini
a spartirsi bagagli di cartone legati con spago
di chi tornava e partiva
per un viaggio verso chissà dove.
Ognuno di loro aveva una storia:
un soldatino partiva e lasciava nel pianto
la sua innamorata...
una donna raggiungeva il marito
nell'incertezza di ritrovarlo in qualche pezzo di mondo...
e un ladro fuggiva per evitare
il giudizio feroce della sua gente...
storie comuni, ma che dentro,
un facchino tossiva assai malamente.
Sarebbe morto di stenti
se l'uomo degli orologi non si frapponeva nel mezzo
e tutto si fermò in un istante...
e come se realizzasse
i desideri più inconsci di ognuno,
l'attimo cambiò i destini dei viaggiatori
e ognuno trovò il vero e inconscio suo desiderio.
L'uomo di questo racconto era mio nonno
e mi ha lasciato quando aveva già settant'anni.
Diceva che quando stai per partire
o decidere per un qualcosa,
ferma un attimo il tempo
e quel tempo ti ridarà quello che hai perso
o hai lasciato in sospeso.
Andrea Iaia
Stupenda, non ci sono parole parla da sola come le tua anima...un abbraccio grande
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