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mercoledì 25 settembre 2013

Le foglie rosse d'autunno



Siamo in quel che si dice viaggio dentro l'autunno,
foglie che migrano in delicati disegni
come fossero aeroplani
sul sentiero di nuova stagione
in cui l'odore del muschio e del castagno
si confonde con il primo fumo
di un camino domestico di un casolare.
Odi tu quel lamento?
Tu che sei sotto delicate coperte
non puoi sentir lo screpitio
di grondaie dove fronde
agitano le foglie per il fragile spavento.
Le loro foglie son destinate a morire
e a compiere quel dolce volo
dal soffio delicato del vento
che le trascina là dove vuole.
E dov'è il cantico poi si diffonde,
c'è sempre un viaggio e una leggenda
che si confonde alle domande.
Tornavan dai campi
i contadini stanchi per la raccolta di olive,
quando in un viottolo antistante
a un vigneto di buon primitivo
una fanciulla di circa tre anni
se ne stava accanto al corpo di madre
riversa per terra, uccisa da vili soldati
dopo aver fatto scempio del suo corpo grazioso
e assai martoriato.
Aveva un biglietto nel suo vestitino macchiato
e scritto col sangue delle sue mani...
“aiutate la mia bambina a crescere sana,
poiché è figlia,
di chi attingeva acqua alla fontana,
un dì, di fine dicembre.
Io devo fermarmi:
l'autunno sta per condurmi
dove un carro m'aspetta per portarmi al frantoio,
dove la linfa si separa dal corpo
per ritornare ad essere ombra.”
I tre contadini commossi e sdegnati piantarono un ceppo
e seppellirono quella giovane madre...
prendendo poi la fanciulla
inteneriti dal loro sorriso
mentre l'autunno faceva sentire
il suo odore deciso.
La chiamarono figlia dei campi
poiché tutti attinsero acqua quei dì di dicembre
e sembrava avesse i loro tratti
nel gioco di strani discorsi e somiglianze del posto.
Non odi tu gli odori di bosco e di fresche zolle
umide di quel dolce pianto
oltre la finestra e le fronde?
La, cera un campo spogliato d'autunno,
ora di foglie rosse come la vite sul suo sentiero...
e quel ceppo piantato
è diventato una quercia dai colori vivaci.
E prima che giunga il momento di perdere
anch'essa le foglie...
queste, si tingono di rosso, viola, giallo e cremisi
per ricordar quella giovane madre uccisa
dalla foga assai innaturale
di una stupida guerra
che rende l'uomo bestiale.
Ma tu, conserva gli odori,
i profumi di campo e di umide zolle
poiché oltre il fiore di questa stagione
l'inverno serve a coprire le ombre
e le sue allusioni.
Quella fanciulla può essere proprio tua nonna,
che in fondo, esse si somigliano tutte
e ne hanno di calde emozioni da raccontare.
L'autunno è un viaggio nella terra ferita
per spogliarla del suo vestito
e rivestirla di frutti più caldi...
e non è solo un tempo o una stagione,
ma una condizione al ritorno dell'essenziale,
a quell'ancestrale bisogno di essere umano
e anche speciale
per cancellare le delusioni.
E le foglie più rosse, sono il cuore che batte
per dire che oltre la morte c'è sempre un'altra vita.

Andrea Iaia

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