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venerdì 27 settembre 2013

Il cantico di un vecchio





























C'era un vecchio seduto al parco 
che con la sua nostalgia
mi raccontò di aver danzato 
in quelle feste del suo circondario 
che spezzavano il ripetersi del lavoro, 
e di aver strappato un bacio all'amata 
nascosto dentro ad un fienile.
E nei suoi occhi, la stessa luce di un improvviso lampo
come il sussultar dell'anima allo specchio
dentro un concentrato di emozioni...
alzò un cantico come in direzione al cielo...
adulazione per una richiesta appesa al filo.
C'eran donne da sposare 
che portavano il grembiule sul davanti
come un messaggio da interpretare...
donne che, private della lingua,
trovavan sempre quella via per esprimere 
il loro universo interiore. 
Ciò che non volevan o non potevan dire
lo esprimevano attraverso le gentili pieghe,
e dagli sguardi penetranti di giovani
che ne ammiravano delicate ciocche sopra gli occhi,
se lo giravano verso destra,
era un invito ad osare in un altro ambiente,
per non esser quella lastra
che si rompe incautamente ed esser male giudicata.
Poteva chiederne la mano
alla famiglia che lo esaminava attentamente...
e se fosse poi sposata, impudica e lasciva, 
serviva a coprire la vergogna, 
come una lezione che spezzava il sogno
di un'evasione al mondo contadino.
E nella stessa melodia, 
raccontò che dagli ulivi ultracentenari 
in armonia di forme e di colori,
c'era quella danza della sera
attorno al fuoco e nel buon vino,
fichi e noci nell'alchimia del pane,
quello cotto sulla legna e fatto a mano
da minute donne che ne raccoglievano 
come dentro un sacco.
Lo si portava il pranzo alla sposa
nei suoi sette giorni di goloso miele...
e Il grembiule sul davanti era come uno scrigno
che conteneva belle cose,
persino pasta e zucchero
attraverso una borsa chiamata nera
per sfamare all'occasione una famiglia intera.
E che quando il destino si accaniva
su una madre ed il suo infante
venuto appena al mondo, 
ecco che il grembiule era come un manto
che avvolgeva il bimbo sul suo ventre 
e seppellito come fosse ancora in grembo
in quell'unica giacenza di ciliegio.
C'eran donne con il pianto agli occhi
a macinare storie in quel convitto di un attesa...
racconti scritti dentro l'universo
come carta stesa
a quei giovani che non sanno
che grande libro della vita hanno
in un anziano che ti guarda dentro gli occhi e sogna.
Il cantico di quel vecchio
mi proiettò in quel soave specchio di un passato
per vedermi in un certo modo
cosa io potrei raccontare ai figli dei miei figli.
Ma passò quel lieve venticello
e mentre io ardevo ancora dal sapere...
quel vecchio reclinò la testa nel braciere della sera.

Andrea Iaia

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