Succube e innamorate
su altalene di silenzi
donne che giustificano
segni viola sotto gli occhi a una caduta...
una porta aperta,
o magari una scala con una corda corta
per difendere bugie non ancora confessate.
Sono assenti in quel volo
dove non si atterra in nessuno scalo,
e il cielo è una violenza in una stanza,
mentre a terra,
ci sono gli occhi compiaciuti di uno stronzo.
Madri che difendono i loro figli
hanno pagine strappate di un quaderno
e proprio il foglio in cui hanno scritto
qualcosa di più bello
c'è che quel figlio è ora un bullo
violentato dalla scusa inesorabile
che tanto, poi, nulla cambia.
E sono a piangere e a pregare quel buon Dio,
con i segni di percosse sopra il volto
quei ragazzi che non vogliono diventare adulti.
Succube e innamorate
su altalene di silenzi
anche quelle spose in fiore
che dal mare azzurro di emozioni
sono poi passate in quel nero di paura,
dove il gentil'uomo cavaliere
è diventato un carceriere
che li abusa quando vuole
nell'indole di un proprio desiderio
dove contano soltanto le sue regole.
E sono pronte ad azzannarti
se ci provi a denunciarlo...
acqua che trabocca dall'orlo di un bicchiere
quel certo figlio di... un altro cielo
che li fa piangere nel silenzio
in cui chiedono un atto di clemenza
o una divina mano per ammansire il lupo
proprio quando lui
picchia ancora in modo duro.
Altalene di dolore
dove quando sono proprio in alto
sembrano che vogliono aprire
un buco dentro al cielo
per rivendicare a Dio
quella mela del Vangelo.
Andrea Iaia
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