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domenica 29 settembre 2013

Ovunque tu voglia andare...



Romantica visione esser dentro una stazione
in cui nessuno poi ti aspetta
in quegli arrivi e partenze
su binari astratti della tua immaginazione...
romantica parentesi di un viaggio
che percorri nel bisogno di mollare tutto
e di andare dove nessuno vuol salire
sul diretto verso l'anima.
Nei vapori e nella nebbia,
preda della solitudine,
ognuno poi si chiede
chi è quell'uomo col cappello
fermo ad aspettare ad un binario vuoto...
e fantastica ad interpretare un certo moto
di un destino meno appariscente...
e sarà una donna che ritorna poi si chiede,
o qualche figlia nei pensieri assai paterni...
o forse uno che ha bisogno 
di stare in quel fascino di una stazione
per vedere dove va la vita
e magari al rallentatore
per fermarla in quei precisi fotogrammi
dove è celato un cerdo ardore.
Ma può essere il tuo io che aspetta 
il tuo stesso arrivo
da certe scelte un po' sbagliate
e il treno dell'inconscio
nel notturno di sfocate luci
ti spinge a stare ovunque ci sia una stazione
per contemplare attese nell'incontro
con la conoscenza
che arriva sempre da dove vuole.
Ovunque poi tu voglia andare,
il fascino del viaggio, metafora della vita
è solo un appuntamento
con quella parte ambile di te
che vuole essere compreso...
e l'uomo col cappello, forse è tuo fratello,
un amico o un fardello che aspetta
quel momento troppo bello
in cui ognuno rinuncia a parole spese
e si ritrova dentro un forte abbraccio.

Andrea Iaia

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