Aspettare sull'erba incolta
senza nessuna pretesa
e avvertire la brezza su chiome recise
mentre il cielo s'arrossa
e profuma d'arancio...
e seguire la mutazione del giorno
che taglia il tramonto
come fosse un dolce coltello
da dividerne il frutto.
Fu così quella volta
che in strane assonanze e aliti di vento...
tra narcisi dormienti
che custodiscono ancora il dolce tremore dell'acqua
che conobbi labbra di donna
nel plenilunio di un raggio dentro i riflessi
e nel silenzio rappreso dei corpi
nell'umido impasto di lingua
in teneri giochi a gustare gli umori
nel brillante degli occhi.
E in soavi parole,
come fossero ceppi nel fuoco
che ardono e lasciano il sapore del legno...
contrasto di odori che lasciano il segno
nell'inchino del sole alla sera.
Avvertimmo il canto di donne
al ritorno della campagna
come il fruscio di pagine che raccontano una storia
e ti vidi fuggire rapita
dalla coltre verde di superbi cespugli
che hanno ancora l'odore delle tue mani.
Aspettare che si apra la porta
e vederti arrivare affascinata da un viaggio
dove il fuoco della memoria
ravviva il desiderio...
e che mi dici... sono tornata...
è quello che aspetto da oltre trent'anni
nel timore degli occhi che come chiavi
girano dentro al ricordo senza segreti
prima che invecchio.
Andrea Iaia
Lascio segno del mio passaggio tra narcisi recisi tuoi e mazzi di rose senza testa li tiene in mano una fanciulla di una mia poesia che grida alla notte il nome dell'amato... Conosco la tua anima e sono entrata tra le tue parole... Sempre un piacere viaggiare con te... Farfallina ti abbraccia con le sue ali... Ha compreso ....
RispondiEliminaCatturo la farfallina per farne poesia e non per farle smettere di battere le ali e le riempio di colori.
RispondiEliminaGrazie del tuo passaggio in questa valle.