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giovedì 10 dicembre 2015

Le donne sono quelle che...


Le donne, amano stare raccolte e composte
mentre piangono in bagno o di nascosto
per non ammettere d'essere stanche.
Sono quelle che non fanno mai vedere
che stanno soffrendo 
o mentono quando hanno un dolore
per non far pesare i loro problemi...
e sono quelle che vanno a fare la spesa
anche se hanno passato
una giornata assai disastrosa,
quelle che incoraggiano i figli,
allevano cani, gatti e conigli
e le vedi sempre a pulire, lavare e stirare
e passano ore in pigiama ad ascoltare
ciò che un uomo non saprebbe mai come fare.
Le vedi alla fermata degli autobus,
del metrò o delle stazioni,
a viaggiare sole con la pioggia o dentro la nebbia
mentre vanno al lavoro...
sognando di stare scalze su spiagge dorate
per godersi il mare e un poco di pace
e le vedi svegliate, impacciate all'arrivo
sempre di corsa per non fare tardi.
Sono quelle che guidano in modo prudente
lasciando la scia del traffico
a maledirle d'averle davanti...
non sanno cambiare una gomma forata
ma hanno il potere di fermare qualcuno
ed incantarle con il fascino 
che sanno emanare come arma segreta.
Ma sono anche quelle che rientrano in fretta
per sorprendere i figli e giocare con loro,
studiare un metodo facile
per insegnare cose di adulti
come sciogliere i capelli raccolti 
in modo così disinvolto.
Le donne sanno farti aspettare 
per rendere più interessante l'incontro...
amano bere poco ad una cena galante
per apparire sensuali e raffinate
ma a casa, cambiano maschera,
amano risparmiare su tutto
e conservare il resto in scatole di latta
per regalarsi un taglio dal parrucchiere
o qualche momento speciale
una volta ogni tanto.
E basta poco a farle felice.
Sono quelle che stendono i panni a sera compiuta,
quando tutti sono a riscaldarsi nel letto,
quelle che danno mille consigli 
e si sentono in colpa quando sgridono i figli,
ma dentro, hanno la purezza nel cuore,
nel candore più fresco di un giglio.
E non fanno mai mancare un bacio d'amore,
un sorriso ed una carezza,
quando sono loro che ne hanno davvero bisogno...
e sono quelle che ti regalano una notte d'amore
in fuoco e passione
anche se non raggiungono l'orgasmo
e non te lo dicono per non farti del male.
Le donne, sono una meravigliosa invenzione
e sono quelle che nel buio e dentro il silenzio
sanno ascoltare il tuo respiro,
leggerti dentro l'anima per carpirne i desideri
e fare in modo di accontentarti...
sanno capire, consolare,
ma sopratutto sanno tutto di te
nel solo guardarti negli occhi,
e sanno rimanere in silenzio 
poco convinte di ciò che le racconti.
Amano i fiori e le piante
e sono come le rose che hanno le spine
sia per graffiare quando sono gelose
che per pungere quando si sentono infine deluse
e non puoi capirle se amano riporre in scatole e scaffali
oggetti inutili, rotti e ricordi
come tessuti piegati dentro cassetti.
Fingono poi di dormire
per raccogliere i sogni di tutti
e sono quelle che si svegliano prima
e che hanno già preparato scodelle 
con dentro buon latte,
nel profumo di casa, di dolci e biscotti,
caffè e nutella per viziare e viziarsi
e mettere in tasca al primo che esce
caramelle e pochi soldini.
Se le vedi mangiare un cioccolatino ripieno
seppur di nascosto
o ballare a piedi nudi nella stanza da sole
non interrompere quella magia:
anche loro sognano castelli 
e principi azzurri che le portano via
dove la brezza del vento le bacia il volto nel sole
per farle sentire davvero regine
in una fiaba a misura di loro.

Andrea Iaia

venerdì 30 ottobre 2015

Essenza di vita


E la baia s'era spogliata
della stagione vissuta...
la sabbia arresa, si lasciava accarezzare
dalle onde spumose del mare...
ed Eleonora aspettava il suo uomo
guardando quel confine lontano
dove era sparito, all'orizzonte,
dopo che le aveva dato una rosa ed un bacio
che sapeva di pesco,
ma dentro, un feroce sapore.
Nel suo ventre aveva qualcosa di lui...
che come la schiuma sulla spiaggia
s'era ritirato da dov'era venuto
un poco per paura di rimanere ne l'argine,
e un po' per i suoi sedici anni
in quel bivio tra essere donna
e in quello di dentro, ancora bambina.
Lo scoglio distante e nel mare,
guardava il promontorio davanti,
e la bellezza di quella fanciulla
che desiderava incastonare
ancora amore e respiro,
inseguendo quella passione
de l'unisono abbaglio di corpi...
e desiderando essere lui,
quell'ingrato passante...
posarle la mano sul ventre
per esplorare quel mondo così sconosciuto e di umano,
in cui dentro, nella stessa acqua,
si formava altra vita...
la stava chiamando
nel desiderio più forte di lei, d'averla tra le musa di un sogno.
Il promontorio, che aveva già visto
pagine d'altre storie vissute,
si perse dentro le forme rigide
dei pensieri formati ne l'inconscio dei due,
e supplicò più in alto di lui l'essenza di luce
a vestirla di vera coscienza...
e come d'incanto,
alle spalle di lei, comparve suo padre
che le pose un braccio su morbida spalla
cosparsa d'antica dolcezza...
e le disse... “Andiamo! Tua madre t'aspetta
e saremo coscienti al futuro,
di qualunque cosa voglia avvenire...
arriverà quel principe azzuro,
ma non dal mare a cavallo di onde ruggenti,
ma dalla parte de l'emozione che non s'arrende,
e amerà il tuo ventre, in cui dentro,
sconosciuto vivente,
avrà per madre, un angelo in sintonia de l'oltre,
che vuole essere presente ad ogni costo.
Lo scoglio, muto a co-tanta poesia,
che come nebbia avvolgeva la scena,
capì che non poteva amare quella dolcezza
che conteneva amore e passione più forte di lui,
e si lasciò ancora bagnare dall'acqua,
nel leggero vapore di sale
che esalava da un tramonto che stava incendiando il cielo,
con i colori accesi, che solo il godere la vita
poteva vedere e disegnare il futuro di lei.
L'essenza di vita prevalse sulla coscienza
e il promontorio chiuse la pagina di un'altra storia
guardando lo scoglio, che a sua volta aspettava un'altra onda
che potesse bagnarlo di calda emozione.

Andrea Iaia

martedì 22 settembre 2015

Una serata diversa


Fu lei a mostrare
una voglia d'infinite tenerezze,
per avere la mano di lui
a viaggiare sui promontori lucenti
di una coscia appena unta di leggero tremore
che si confondeva con l'odore di muschio,
fresco di doccia,
con quello del vestito 
in cui la passione sfiorava il colore
e un movimento sensuale
sul ventre di lui, a l'altezza di un fuoco
che stava per accendersi.
Erano entrambi pronti 
per una serata diversa e impegnativa...
lei sfoggiava un bracciale vistoso
di perle brillanti,
e delle scarpe firmate con stoffa di pelle
che cingeva la gamba a l'altezza del piede,
come un abbraccio
a cogliere leggera follia
di un qualcosa che precede
la caduta in un letto per un sesso selvaggio.
Lui comprese la voglia e accese la sua,
spogliandola prima di sguardi
e di un desiderio ingordo,
e poi, risalendo con quella mano
sulla chioma fresca de l'altipiano,
muovendosi libera, perché sotto il vestito
lei non indossava niente.
E cambiarono le sorti di una sera,
in cui dopo aver fatto l'amore,
concedendosi tutto in ogni centimetro di pelle,
si confusero ne l'oblio dei colori,
presentandosi freschi
agli occhi indiscreti di tutti
sotto la luce calda della luna e delle stelle.

Andrea Iaia

lunedì 7 settembre 2015

Angosce e profumi


Angosce e profumi
di questo anticipo di transito autunnale
che sta per arrivare,
con le sue incognite e desideri celati
come i giorni che sanno
di pioggia e vento
per spogliare anime in erba 
che aspettano il meglio.
Il tempo assomiglia a una madre
che sa del suo frutto di gestazione...
e il soave argento che trafila da fronde,
ad una mano che accarezza il ventre...
mente tu sei lì, sulle sponde di un fiume
a guardare il remoto che passa
e a riordinare le cose
dentro l'attesa.
Fa ancora caldo.
Quel caldo che sa di umido di giorno
e di fresco di sera...
come quella sera, ne l'inaspettato ritorno a casa,
in cui da una finestra illuminata
hai visto tua madre seduta al desco
che s'accarezzava il ventre...
e hai saputo di tua sorella che doveva arrivare
e che non è mai arrivata.
Angosce e profumi di una stagione che va
e di un'altra che arriva,
e chissà se c'è chi raccoglierà le foglie,
quelle che si staccheranno al soffio leggero di vento,
o quelle per terra, bagnate da una pioggia battente.

Andrea Iaia

domenica 6 settembre 2015

Respira!


 

Respira!
Perché questo moto ondoso
non viene dal mare
ma dal di dentro di noi
e odori e profumi selvaggi si condensano
nella spuma più bianca che mai...
che non sbatte sulla nuda roccia,
ma quasi acarezza questo incontro proibito,
come a farne un ritaglio
di una fuga concessa per stare qui e sognare.
Respira!
Perché non scegliamo a nostro piacere,
ma è la vita che sceglie chi vuole
e gli presenta il meglio.
E non farne una colpa:
certe cose passano una sola volta
e bisogna affrettarsi per coglierne il sapore,
altrimenti si perde la pace interiore,
quella che cerchiamo altrove
ma non nell'essenziale che bussa alla porta del cuore.
Si può avere il meglio e non sempre ci basta,
e accade che quando scivoli leggera
sulle onde dell'appagamento,
che un incontro fatale sconvolge i sentimenti
e li mischia con un nuovo ardore
di far fiorire la primavera. 
E può essere un fatto di rivalutazione
o la noia banale di un illusione,
ma comunque fiorisce e respiri quei nuovi odori,
e vuoi librarti leggera, accarezzando quel sogno,
magari in una fuga, per assaporare il piacere proibito
di stare con la parte migliore
 che condivide il tuo cuore.

Andrea Iaia

domenica 30 agosto 2015

Il cielo, la luna e il mare


Solfeggiavano le onde sulle note del grande Maestro
in quel mare della speranza
che univa i pianti e lamenti,
mentre la luna accoglieva gli occhi mai così luminosi,
lì, in quell'inchiostro versato
nell'esodo degli innocenti.
"Sì, però là in mezzo, c'erano dei delinquenti
ed erano troppi.
Io li ho visti, quelli come loro
delinquere e restare impuniti.
Che stessero a macinare la terra,
la loro, martoriata da una guerra
voluta dal loro credo.
In fondo, ci odiano.
E il linguaggio della preghiera
è che moriamo come cani sgozzati."
...furono le parole di chi guardava quel mare
a fatto compiuto,
tenendo per mano la sua innamorata
in quel notturno smorzato tra l'emozione
di un bacio rubato al chiaro di luna...
e il fiato che si perdeva in una stiva.
La stessa luna che illuminava la notte,
storcendo la bocca e accogliendo seppur con dispiacere
il grido d'aiuto e le parole impunite dell'uomo.
E il cielo aprì un varco verso la terra promessa
sulle note di un requiem
che bianca spuma di onde divideva le sorti...
dove da un'altra parte, in un camion su l'autostrada,
corpi ammassati uno su l'altro,
non avevano il bacio della rugiada,
ma quello spettrale di una camera a gas
di un Auschwitz che lento ritorna.
"Si però, erano dei clandestini.
Sapevano che il rischio a volte, dipinge gli umori...
e loro, son divisi nello stesso credo
che ruba i sorrisi e dipinge il terrore...
quello che vogliono imporre a noi,
che siamo l'Europa unita, nel nome di Cristo."
...affermò uno che siede in Parlamento,
distratto da un gioco virtuale, 
da un altro bel mezzo busto che leggeva il giornale.
E il cielo guardò la luna, e la luna il mare,
e sciolsero lacrime alle note di quel requiem
che non era per chi trapassava,
ma per chi è impreparato ad una vita migliore.

Andrea Iaia

martedì 25 agosto 2015

Le emozioni...


Le emozioni sono attimi.
Le percepisci e le respiri
quando ti attraversano come folate di quel vento 
che non sai spiegarti da dove arriva...
e ti restano dentro, con il sapore dell'infinito,
sinché non ne apprezzi
il motivo per cui sono arrivate.
Le altre cose son dettagli,
frammenti di inutili pensieri
se vuoi cercarne una spiegazione...
e le emozioni arrivano per coprire una carenza
o qualcosa che ti manca,
anche se fosse un qualcuno andato via.
A pensarci, siamo nudi uno contro gli altri
in cerca di quel qualcosa che cambia la nostra vita
o che ne dia almeno un senso...
respiro contro respiro...
e confusi in ciò che sembra perso
a torturaci nel capire
perché per avere amore
dobbiamo far gli straordinari nel cercare.
Per questo arrivano quando meno te lo aspetti
e succede che uno sguardo, un gesto o una parola,
accenda ancora il fuoco,
quello che cova sotto la cenere,
che si propaga e brucia il cuore.
Le emozioni sono come amanti passionali
per vivere la nostra vita
senza aver paura di perderli nel sonno all'alba.

Andrea Iaia

martedì 18 agosto 2015

Lascia che sia...


 Lascia che questo incontro sia divino.
Le notti sono fatte per ascoltare i battiti
di chi dorme ed è immerso dentro sogni,
mentre noi la viviamo e ci facciamo accarezzare
dalla brezza che ci percuote
sino a perderci nell'oblio di una bocca
che cerca l'altra per aggrapparsi ai desideri
così disgiunti ed immorali per farne poesia.
Lascia che questa notte sia speciale.
Non ti spoglierò se non vuoi,
ma saprò passare su di te
come la luce buona delle stelle
così sottile e un po' pallida nel riverbero delle effusioni
che sanno prenderti come un'onda 
travolge l'attimo e la fa scoprire nuda
di fronte a quei bagliori così sensuali
che hai voglia di immergerti dentro
per sentire il fremito delle tue ali
mentre si chiudono e si abbandonano ormai vinte.
Si può cadere senza fare niente e uno sguardo può dire tanto,
più delle parole che si perdono per dirsi quello che si vorrebbe,
e può accadere in un momento in cui la voglia è troppo forte 
per scolpire i sentimenti,
che mi abbracci e difendi un'amore così imprevisto, 
nato apposta per confonderci.
Noi che abbiamo vite assai diverse,
 ma che comunque siamo speciali e troppo fragili 
in questo gioco del silenzio dove gli occhi sanno dirsi...
"Voglio cadere e averti addosso
 sino a consumarti di passione,
visto che siam finiti dentro, nella quiete di un abisso
convinti d'essere ormai perduti,
mentre siamo solo un sogno di qualcuno dentro un letto.".
E potremmo risvegliarci con chi ci vive accanto
con quel sapore d'aver fatto tutto con il corpo,
sino a re incontrarci di passaggio e sorriderci a vicenda
per non sentirci in colpa di essere stati dentro un desiderio troppo grande
mentre riprendiamo la nostra vita come abbiamo fatto sempre.

Andrea Iaia

venerdì 31 luglio 2015

Tutto passa (dialogo con la coscienza)

crazy-erotic-smurfette:

“Difficile è la lotta contro il desiderio, perché ciò 
che esso vuole lo compera a prezzo dell’anima.”

— Eraclito

♥

Stai pensando a qualcosa ormai finito,
un amore appassito, andato,
o un lavoro perso, magari un disappunto
con chi ci tenevi tanto,
ed hai scoperto il sipario della delusione
dove dietro, gli attori di una recita incomparabile
non hanno raccolto applausi
e i sentimenti, stracciati in un solo colpo
da un copione risaputo,
vengono raccchiusi in una scatola
da riporre negli scaffali dei ricordi,
in cui lo sguardo, ogni volta che s'immerge
diventa un segno indecifrabile e indelebile
in cui ci si domanda... perché mai è successo...
e come sia potuto accadere che io, proprio io,
così disposta, come una finestra aperta
che lascia entrare il sole nella stanza,
sia attraversata da un vento
che mi lascia nuda alle speranze.

Difficile è la lotta contro una simbiosi.
La felicità non la si può comprare 
al supermarket dei bisogni ambiziosi,
ma c'è che non si può catturare
e tenere prigioniero il desiderio
che va assunto a sottili dosi.
Concedersi morbosa va anche bene,
ma bisogna fare in modo
che chi passa poi dal cuore,
venga sorpreso ogni giorno di attenzioni...
perché come ali d'aquila s'innalzano in quel volo
quando non si sentono esclusivi
di un crepuscolo cui guardare dove filtra il sole.
E se stai pensando a qualcosa ormai finito,
lascia aperta la finestra della speranza.
Prima o poi, qualcun altro o qualcosa
allieverà la tua coscienza,
facendoti vedere come un film nella mente
che tutto passa come un fiume
che finisce dentro il mare...
ed è lì, che potrai tornare a sognare.

Andrea Iaia

giovedì 23 luglio 2015

Donna in offerta


Sono una donna in offerta 
cui gli sguardi lusingano il corpo, 
e che danza per connettere voglie
di chi paga per ambire d'avermi sul letto.
Uomini o donne non fan differenza,
mi accorgo di chi sceglie il silenzio
per coprire il suo desiderio
e chi invece ostenta e suda
e non riesce a contenerlo.
Attirare sguardi lascivi
che poi affogano la loro gola
in una bottiglia pregiata,
per offrire in una spaccata
tutta me stessa senza più compromessi
è il mio mestiere.
Stordirli con la visione de l'oltre
per farli spennare da chi gode 
vederli dentro un abisso. 
Se poi ci scappa un'appuntamento
è mia la scelta di farli scoprire con quale arte
scioglierò le inibizioni...
gli incontri al buio chiedono sempre
nuove invenzioni,
quelli che non hanno nel loro tetto,
ed io per garantirmi l'offerta devo fare di tutto.
Ma sotto sotto, non sanno
 che sono una donna ammogliata con uno
tagliato fuori dal suo lavoro...
 questa crisi è un mostro che fotte
e devo vendere il corpo 
per comprare del latte al mio bambino.
Così divento una donna in offerta
che danza per connettere voglie...
e non ho scelta per chi sogna d'avermi in un letto,
e che dopo essersi molto sfogato 
mi lascia una manciata di soldi sopra il mio corpo.
Una donna che perde la dignità e il proprio nome,
che diventa "puttana" 
e nasconde le lacrime sotto le chiome,
perché chi ti paga non sa d'avere davanti 
una donna che è madre e soffre in silenzio.

Andrea Iaia 

Semplicemente così...

stelladelmiocielo:

Spendi l`amore a piene mani. è l`unico tesoro che aumenta più ne sottrai…

♥

Semplicemente così!
Affascinati dalla stessa voglia
e conturbati sino allo spasimo
da l'elisir dei nostri umori,
che immagino la scena 
del nostro incontro
mentre la lingua gira sulla tua
come a cercarne un senso.

Semplicemente usare gli attimi
e non conservarne niente
nello spendere frasi e altro,
ma consumarli alla passione
prima che svaniscono 
come sogni all'alba...
perché se c'incontriamo
non posso stare fermo con le mani.

Semplicemente consapevoli di finire a letto
per poi decidere a cose fatte
se ricomporsi e tornare in quell'asciutto
dove il grigio predomina
il quadro della vita,
o colorare ampi spazi
di quell'azzurro di cielo e mare dell'infinito
per gridare forte il nostro amore
così forte e diverso...
impedito e un po' perso
perché ognuno ha la sua vita altrove.

Andrea Iaia

venerdì 17 luglio 2015

Con le dita a sciogliere ciocche...

Me per Luca Cassarà

Giochi a sciogliere ciocche
sopra un letto che accoglie il tuo corpo
come compagno fedele,
in cui ogni volta possiede la chiave
per farti felice
e attende il tuo modo di lasciarti andare
come fanciulla viziata che ama assaggiare
piccoli morsi di vita.
Con le dita che assottigliano
e allungano un fascio sottile
di lunghi capelli,
in quel sensuale incontro
tra biancheria de l'intimo
e lenzuola pulite,
si compie la magia del rituale connubio
in quel piacere di stare insieme
come amanti che si prendono
e si possiedono l'un l'altro.
Ti sento poi sussurrare una dolce canzone,
una specie di nenia,
di quelle che hanno segnato l'infanzia
e che in qualche modo ti ricollega al presente,
e in fondo, in quegli attimi,
ognuno torna fanciullo
e s'immerge dentro i ricordi,
e tu, stai vivendo quel tempo
in cui giocavi a sciogliere ciocche
ogni volta che il tuo corpo
cadeva nel letto.

Andrea Iaia

martedì 14 luglio 2015

In questo specchio arancione...


E' straordinario il mutare della giornata!
E' come assistere ad un film
con un finale sempre diverso,
dove gli attori siamo noi
con la logica di un percorso ambientale
in cui c'è chi la passa a buon fine
e chi cade e si fa ovviamente del male.
Ma quando arriva la sera,
di fronte all'inchino del sole,
siamo tutti a sognare,
a cercare qualcosa che ci faccia sperare
una nuova avventura,
magari con la stessa persona che ci vive accanto,
in quei riflessi dorati
che luccicano apposta
per farci sembrare meno irrequieti
e disposti a ricominciare
da dove ci siamo interrotti.
E in questo specchio arancione
si cerca se stessi nel remake della vita
e si guarda al fanciullo com'era 
e come poteva essere
cambiando le sorti di certi incontri...
si contano le delusioni
e le lacrime versate dai fallimenti,
ed è come specchiarsi
e dire all'altra se stessa, quella capovolta nel mare... 
io ce l'ho fatta!
E allora si diventa più buoni
con la voglia d'aiutarla e farla emergere fuori
perché hai bisogno di un'amica sincera
che ti dica nel cuore... guarda che splendore
questa giornata in cui introduce la sera
e finisce per poco la tua avventura.
Ci aspetta la notte,
ma questo, è un altro discorso
in cui la riflessione ci fa diventare più forti
e per ora, questo film finisce così,
con questa emozione che traspare nella brezza marina
e il sonoro delle onde come musica scritta apposta
da chi ha proiettato nello schermo del sogno
questa scena così meravigliosa.

Andrea Iaia

mercoledì 8 luglio 2015

Un disperato sogno


Lei scruta in fondo alla strada
una via di mezzo tra una fuga
o un'emozione che compaia all'improvviso
per farle battere forte il petto
perché saprebbe da dove viene...
e come goccia di rugiada cade
in quel profilo
di quello che il pennello attinge e poi colora
tratti chiari dei suoi occhi
sulla tela del gran giorno.
Dove sei e cosa fai... sta pensando...
io mi sto un poco rovinando
in quel desiderio di non averti
e guardo in fondo, se mai arrivi da qualche parte
per riprenderci in qualche modo
quello che ci appartiene.
Un disperato sogno,
di una donna aggrappata ancora
ai suoi sedici anni
che ha visto lampi di quell'amore consumato
e poi cancellato da qualcuno
che insieme non li ha voluti.
E quella strada è come un ponte
in cui sa che oltre si consumano i desideri,
un crescente gran bisogno di raggiungerlo
per udire con voce chiara quel "Ti amo"
a volte scritto su un quaderno
che è diverso dal dirselo nello stare insieme
e guardarsi dentro gli occhi.
E ne l'attesa, rimarca quei ricordi
in cui gli incontri sono sparsi ovunque
alla ricerca di uno spazio per amarsi
dove sono state eque ai sentimenti ormai espressi,
come i baci presi e dati.
Dove sei e cosa fai... sta pensando...
io mi sto un poco rovinando
in quel desiderio di non averti
e guardo in fondo, se mai arrivi da qualche parte
e che in qualche modo ci riprendiamo
quello che ci appartiene.
Un disperato sogno,
di una donna aggrappata ancora
ai suoi sedici anni
e che forse, è rimasta quella dentro
ad attendere che quell'emozione
compaia all'improvviso.


Andrea Iaia

sabato 4 luglio 2015

Questo tempo imperfetto...



Questo tempo imperfetto
dilatato dai punti in cui ti avrò per una serata,
lo lascio a l'attesa che sa prepararmi
mentre sono in bilico
tra punti di vista e decisioni spaiati,
a riempirmi il petto di questo incontro.
Lo userò per dosare questa passione
come vino in botti di rovere
che affina il palato nel suggello di bocca
dove la lingua, maestra, gira
a fermentare la voglia
di andare oltre...
e mentre dipingo le unghia,
di uno smalto rosso come il fuoco brucia nel ventre,
sarò dolcezza e gioia profusa,
sensualità vestita di nero,
femminilità che affronta la vita
nel trucco che ostenta malia
e sa come soggiogare il suo maschio.
Questo tempo imperfetto
saprà come accoglierti
e ad aprire la porta al tuo paradiso...
sarà perfetto per liberare la voglia
di quel desiderio confuso in gemiti sparsi
e sussurri dentro ad un letto.

Andrea Iaia


martedì 23 giugno 2015

Coglimi sotto la veste


 

S'apre al fiorire dei sensi
oltre il velo gentile
negli anni in cui non è più una fanciulla,
ma una culla colma di dolci sapori,
dove  lento scorre il piacere di essere vera,
la donna, cui non ha nome.
Coglimi sotto la veste, dice al suo uomo,
oggi ho fatto un sogno proibito
in cui mai sazio di sguardi
abbracci il mio desiderio
in questo solstizio
dove solfeggia l'estate
e soffia il vento di mera passione
fra le mie gambe.
Il rubino del mio tramonto
ha ancora qualcosa da dire
ne l'effimero sogno
dove affondi gli occhi
nella carne schiusa...
e a quarant'anni e anche oltre,
ho ancora qualcosa da dire
in quel velo gentile
dove i sensi si sposano su dune e colline
in cui riconosci il mio corpo
mentre gemi e sospiri
e ne fai poesia in cui annusi e respiri
la brezza della mia pelle.
Mi sfilo la seta
dove brillano le tue pupille
e cola dalle tue labbra la voglia
che straripa sul ventre rovente...
e coglimi ora, sotto la veste
che non resisto...
prima che ci ripensi e spengo il mio sogno.

Andrea Iaia

domenica 14 giugno 2015

Con un altro vestito...

amamira:

Amro Ashry

👏🏻❤️

La stessa luce di ieri, ma con un altro vestito
è come aprire uno scrigno
in cui dentro ci sono gli sguardi, 
emozioni di vita e di vento
che scompiglia i capelli,
in quel bisbiglio leggero di chi s'accorge 
che sei bella davvero e che prima, 
non ci aveva mai fatto caso.
E ti ritrovi a togliere polvere dalle ferite,
ad immergere l'anima
in quel profumo di miele
per riscoprirti più donna
che sa ancora stupirsi
in quei tratti leggeri che ti fanno più sexy.
Stai cercando una immagine più nitida,
magari una macchia di rossetto
sul cuscino dove hai dormito
l'ultima volta con uno 
che non ti ha più considerata,
o quelle lenzuola così stropicciate
dove hai lasciato tracce di te
in un sogno infinito
mentre il ricordo scompare, sfumando leggero,
scivolando come acqua sui sassi in in cui sei inciampata.
 La stessa luce di ieri, ma con un altro vestito
bagna i punti nascosti e li rinnova alla luce,
come a graffiare con unghie su pelle
su chi ti ha tradito
e ti rinnova più donna, lavando gli occhi
di chi sull'asfalto ti vede poi camminare
e si accorge che sei bella davvero.

Andrea Iaia

venerdì 29 maggio 2015

Nel disco che mentre gira...

© Sebastian Malinowski

T'incantavi in quei tempi
che son stati importanti...
pomeriggi vissuti al fruscio di punta su disco
 che ti apriva una nebbia
in cui dentro c'era una scala di rose
in cui scendevi a graffiare la vita 
e risalivi con la faccia pulita
in quel bisogno di vedere 
una fanciulla che cantava allo specchio. 
E il ritornello era un meriggio fiammante,
una strofa lucente da bisbigliare a qualcuno,
magari con un sorriso dipinto
negli anni più verdi...
e chissà se c'era, anche distante
il pensiero di un figlio...
nel disco che mentre girava 
e tu, sbattevi le ciglia
al venticello leggero d'estate
che ti proponeva proposte indecenti
e fughe verso il peccato.
Riconosci te stessa
distesa tra le spighe di grano
aperta come un germoglio
e le gote più rosse sul volto di calda fanciulla
che stava per gioco sotto un uomo più grande
a spegnere un fuoco.
E mentre gira da un vecchio grammofono 
lo stesso disco che ha solcato il tempo, 
ti riporta al giorno dopo in cui gli hai detto: 
Io non ci riesco a dirti che t'amo.
E l'hai lasciato tornare al richiamo 
di un'altra cicala che canta
tenendoti il frutto del seme
in quella danza in cui ora rivedi
te stessa e lui in quel ipotetico figlio.

Andrea Iaia

lunedì 25 maggio 2015

Arruffata e solitaria


Arruffata e solitaria...
in questo dolce risveglio
rivivi il tuo sogno
ostentando la voglia
di tornare ad esserci dentro
per varcare la soglia
di ciò che hai lasciato in sospeso.
Erotica e folle...
in quel pensiero mancato
in cui hai voglia di dire...
Ho bisogno di te,
spremi le labbra con il tuo ardore...
e colora con dita ogni parte del corpo,
senza trascurare ogni centimetro
che deturpa questo bisogno
in cui sono scesa.
Perché come un'intrusa
mi vedrai più donna.
Arruffata e solitaria,
col seno ricurvo alla mano incavata d'uomo...
in quel disegno sensuale
del primo mattino,
sei pronta ad entrare dentro i suoi sogni
nel momento in cui hai ingrandito il desiderio
e ti vede più bella, più nuda e raccolta
come un nido che accoglie
la voglia di maschio.

Andrea Iaia

venerdì 22 maggio 2015

Acerbo sogno d'averti sotto la pioggia


Questa parte di mondo
dietro ai vetri rigati di pioggia
sa di acerbo sogno dove le anime viaggiano
su pieghe di seta
a cercare la parte più linda
dei loro confini.
E' come l'aroma del caffè che bevo,
che sale nell'aria a bucare il cielo
per confondere gli odori del profondo mistero
e farli cadere sotto forma d'acqua
nel ventre di madre terra 
a rigenerare la vita.
E c'è l'odore d'asfalto in contrasto con quello dei seni,
quasi a confondere la parte cieca
che misura il rumore
dentro il desiderio mai vinto
di essere sempre alla ricerca
di qualcosa che mi emoziona.
Queste righe sui vetri
sono dita che assaggiano il corpo
e scendono nella parte più bassa
a catturare la voglia
nella parte in cui mi vedo sotto la pioggia
bagnata e inzuppata come pane nel latte
a gonfiare il petto e trattenere il respiro
mentre ti abbraccio ed assaggio
le tue labbra che sanno di miele
ed accolgo il tuo fresco sapore
come conchiglia che accoglie
l'odore del mare.

Andrea Iaia

mercoledì 20 maggio 2015

Somiglianze


Hai aperto la finestra e fatto entrare il sole
nella stanza che ci ha visto far l'amore
tra pareti nude che hanno assorbito
frasi appese al filo di labbra, 
vinte dai morsi di quella voglia 
che ogni tanto ci prende.
E ora cambi le lenzuola
che ci han visti intrecciati
al suono di spasmi,
giocare a comporre con dita
origàmi di pelle
che hanno soffuso gli spasmi
mentre la luce fioca delle stelle
brillava negli occhi
nel graffiarci anche il corpo.

E indecisa se vestirti,
ne l'aggiustarti le calze
sulla sedia che ama 
accoglierti scomposta, 
un alito di vento solleva la tenda
e magicamente in quell'adolescenziale impero
che non finisco mai di scoprire
ritorna la sensualità di donna
fra quei tagli di pelle dove la luce scorre
come acqua su dune d'argilla,
e che bevo, dissetandomi appena,
preso da quella dannata voglia
di posare la bocca
sui tuoi bianchi seni.

Nella stanza, che era quella in cui dormiva di mia madre,
su quella sedia, c'era un vestito dismesso
e uno specchio dove lei intingeva la luna
sulle forme sensuali del corpo,
e pensavo ci fosse qualcuno
che non fosse mio padre a farle del male,
mentre invece,  
si riempiva gli occhi  
indorandosi il seno con sbuffi di cipria 
e poi si sedeva a tirarsi le calze. 
Osservo le somiglianze
di come il remoto torna in forme diverse a fare il presente
e di come vengo sedotto in questo taglio 
dove il desiderio ritorna,
e non c'è buco di serratura dal quale spio questa volta,
e ti tiro nel letto a cogliere il fiore
nella voglia intrigante
in cui il silenzio unisce e sigilla le bocche.

Andrea Iaia

giovedì 14 maggio 2015

Se tu mi vuoi...


Se tu mi vuoi...
posso aspettare e crescere
proprio come un seme
ben piantato lì,
dove ti emoziona forte il cuore,
per farti innamorare
di questo vento caldo della mia bocca,
che sa dipingere e gustare con la lingua
ogni centimetro della tua pelle.
Me ne starò in silenzio
per non rubarti il cuore a un'altra...
e aprirò le ali solo quando il desiderio
busserà più forte,
perché sono libertà da sognare
e per farti poi volare
su pendii che non hanno niente,
se non l'attesa di vedermi
all'improvviso,
e che mi spoglio a te davanti
in quel respiro corto
dove freme la tua voglia.

Andrea Iaia

giovedì 7 maggio 2015

Ti chiamano Coscienza


Mi parli.
Induci e sospingi
a valutare la mia vita
e a dare un taglio netto
a quel gioco maledetto,
in cui la ruota della fortuna
 gira sempre da una parte.
Mi dici che vedo non da quella giusta.
Ti chiamano coscienza,
ingegno del buon Dio
quando a soffrire e ad aver pazienza 
sono solo e sempre io,
e... potessi prendere il tuo posto
per vedere se fai poi quel filosofo di carta
che si strappa nelle ipotetiche soluzioni che proponi,
o magari piangi e cadi anche tu
sconfitto dalle stesse delusioni.
Che ne sai di come si soffre
e di come ci si riduce quando non hai niente...
sei coscienza di sale e sabbia
che scivola e si frantuma dentro la ragione
e la ricomponi avvolgendola di nebbia
per nasconderla poi dall'afflizione.
Mi proponi il bene
ed logico piantarmi il tuo delicato seme,
ma tu, non vivi dentro il male
e le concupiscenze di chi ti vuole in quel diavolo di mare...
e siamo fatti assai diversi,
persino nel venire al mondo, 
dove io, dal ventre di una donna
e tu, divinamente senza inganni.
Potessi scambiare il ruolo,
mi piacerebbe vederti navigare, 
piangere e frignare
o spiaccicarti al suolo
mentre ti consiglio di non farti mai catturare in volo
da quel rapace maledetto
che si nutre della morte.
Coscienza che resisti a stare dentro il mio vestito...
e me ne chiedo il senso
del perché devo passare per il fuoco
mentre tu rimani sempre casto
e non è giusto.
Te lo sei mai chiesto 
se bruciare un albero dal busto
non bruci anche quel contrasto
per il quale stiamo insieme?
Ora sai che tu esisti, sol perché esisto io.

Andrea Iaia

sabato 2 maggio 2015

Rimani...

“ RIMANI…”

Ho voglia di mescolare brividi
nel percorso di quelle voglie che mi prendono
quando non ci sei...
e la parte più difficile è contenermi,
perché predomina la femmina nascosta,
quella che nessuno immaginerebbe
conoscendomi come sono.
Rimani... 
sinché scema questa voglia
e Dio sa come vorrei
trascinarmi in un contesto
in cui farei di tutto
pur di averti a terra o in un letto
tremante come foglia.
Non aspetterò domani, 
che seppure è un altro giorno,
non sarebbe come ora lo farei.
E devi prendermi al momento
in cui divento un'altra,
e chissà poi, chi sarebbe quella giusta,
la famelica di sesso
o quella pudica, ma dentro un mostro.
Il bello è quel contrasto,
come un bianco e nero
in cui la voglia di averti dentro
è come un pasto che sazia la mia fame...
rimani allora, seppur in tenere sembianze 
d'immagini nella mente
in cui concentro spinte e pose indecenti,
mentre mi riempi del tuo orgasmo.

Andrea Iaia

sabato 25 aprile 2015

Una donna sa come sedurre


Che ne sarà di questa innocenza
camuffata e succinta,
come una maschera da portare
e far vedere che sei al passo dei tempi.
Le tinte forti vanno di moda
e il frutto di pesco
di labbra carnose,
aspetta il lieve morso di altre
che scoloriscono pelle
come un vestito da togliere piano.
Rossetto... matite e pennelli...
ritocco d'ombretto su ciglia inespresse...
sbuffi di cipria e un fondo tinta leggero...
intimo e calze auto reggenti...
sotto una gonna con spacco stretto e tirato,
sono trucchi di donna per sedurre
e tenere su un filo sospeso
chiunque la guardi.
E sotto, c'è la solita donna di casa...
quella un po' disperata...
una commessa o un'impiegata di stato,
un'autista o chiunque indossa malizia
per sentirsi in viaggio
verso i confini dell'auto stima.
E il bello è che l'innocenza non viene sporcata,
ma preparata ad un tipico gioco,
come accompagnare qualcuno per mano
oltre l'immaginazione.
In cucina ho trovato un quaderno
con un bacio stampato e quel lip stick di rosso passione,
come per dirmi... aspettami e tieniti pronto
per una bocca affamata...
ti darò quel piacere di collisione
nello scontro di corpi in un letto.
E forse, sono in un sogno di convinzione,
ma una donna sa come sedurre,
ed è lei, cacciatrice di prede.

Andrea Iaia