Angosce e profumi
di questo anticipo di transito autunnale
che sta per arrivare,
con le sue incognite e desideri celati
come i giorni che sanno
di pioggia e vento
per spogliare anime in erba
che aspettano il meglio.
Il tempo assomiglia a una madre
che sa del suo frutto di gestazione...
e il soave argento che trafila da fronde,
ad una mano che accarezza il ventre...
mente tu sei lì, sulle sponde di un fiume
a guardare il remoto che passa
e a riordinare le cose
dentro l'attesa.
Fa ancora caldo.
Quel caldo che sa di umido di giorno
e di fresco di sera...
come quella sera, ne l'inaspettato ritorno a casa,
in cui da una finestra illuminata
hai visto tua madre seduta al desco
che s'accarezzava il ventre...
e hai saputo di tua sorella che doveva arrivare
e che non è mai arrivata.
Angosce e profumi di una stagione che va
e di un'altra che arriva,
e chissà se c'è chi raccoglierà le foglie,
quelle che si staccheranno al soffio leggero di vento,
o quelle per terra, bagnate da una pioggia battente.
Andrea Iaia
Bella, delicata che profuma di un autunno in arrivo, quella stagione, che smorza i colori abbaglianti, che smorza l'eccessivo vociare sul bagnasciuga in cui decine e decine di orme di piedi s'incrociano, e amori esaltanti che poi finiscono immancabilmente con la fatidica frase: scriviamoci...
RispondiEliminaLe angosce ed i profumi, di una stagione che va, e di un'altra che arriva...
Non è sicuramente inerente la poesia questo mio commento, Andrea, ma è solo perché non ho mai visto mia madre accarezzarsi il ventre, e né io non ho potuto fare mai quei classico gesto di chi è in dolce attesa...
Bella, bella e ancora di più...
Super Andrea!!!
L'autunno è la stagione che preferisco perché come dici tu, smorza l'eccessivo, il senza regole per porre alla riflessione. Verrà il lungo inverno e dunque, la stagione delle foglie gialle e rosse cadenti, spoglia l'arroganza e prepara all'attesa, quell'attesa che misura ciò che è passato.
RispondiEliminaUn amore, solo se è vissuto a 360° è amore. E i frammezzi, sono solo luci, bagliori che se ne andranno inevitabilmente.
Questo piccolo racconto poetico è tratto da una storia vera e, chi come te non ha potuto accarezzarsi il ventre, o non ha visto sua madre farlo è un'eccezione che sicuramente sarà compensato in altri modi. Basta solo capire in che modo la luce ci ringrazia ogni giorno, e che quando si smorza, che viene la sera, ci da il bacio per affrontare la notte nel riposo dovuto.
Un abbraccio LIlia.