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mercoledì 20 febbraio 2019

In quel cafè chantant


In quel cafè chantant
dove il rosso damascato
dominava sulle sedie e separè
per le voglie d'intimità...
ogni tanto sfumato
da giacche color panna
di camerieri impomatati
che si aggiravano tra tavolini dei clienti
con vassoi di bicchieri semi pieni
di cognac e pastiss,
si esibivano chanteuse
che facevano sognare
con la loro voce e gesti assai suadenti
borghesi e signorotti
in cerca di un espatrio per libertà.

Ufficiali di passaggio
a spendere il guadagno di una campagna
in decadenze e dissolutezze
per giacere con le femme fatale del momento,
e scrollarsi dalle divise
polveri in un deserto algerino...
si confondevano con nobili di provincia
e contesse lussuriose,
abituate ad oziare in un gazebo di un giardino
circondate da fiori e rose,
ad osservare la seduzione
per giacere poi a letto
con il giardiniere o lo stalliere
o con una chantenuse avvenente
che mascherava l'antico suo mestiere.

In quel cafè chantant,
la belle epoque dominava gli scenari
e i romanzi scorrevano
tra gli amori improvvisati
e le fughe di imprevidenti innamorati...
ballerine al trucco in uno specchio,
e impresari immersi nell'odore di tabacco,
e di lustrini e costumi,
giarrettiere più svariate,
mentre il sottofondo di un sassofono,
obbligava l'anima a sciogliersi
in champagne e mance alle entrause seminude
che vendevano al volo sigarette,
e un contrabbasso smuoveva il cuore
alle tette sotto il naso di dominati
da quel suono.
Come un gioco assai perverso,
ogni tanto, una ballerina metteva un piede
sulla coscia di un imbambolato spettatore,
obbligandolo a togliere il reggente profumato
ben tirato alla sovra coscia e quasi all'intimo,
con l'audacia di una promessa,
per spogliarlo poi in tutto,
persino del suo portafoglio.
Tra occhi sbalorditi e nodi in gola
dello sventurato,
che deglutiva a forza,
con l'ebrezza di essere un prescelto
non si capiva se era un'arte
o una rapina dentro un letto.

In quel cafè chantant,
in un andirivieni di colori ed ombre
intrisi nel fumo delle lampade,
nel momento in cui si consumava
il brivido dei sensi sciolto nel piacere
ed un sorso del contenuto in un bicchiere,
tra veli trasparenti ed il rosso di una bocca
della chanteuse del momento...
si materializzò una pistola
che sparò sulla fronte di uno spasimante
che non aveva mantenuto una promessa.
Gendarmi e militari invasero la scena
per arrestare quella donna,
ma sotto il trucco c'era un lui,
tradito e perso in una corsa tra i vicoli,
quasi al borgo di Parigi,
sfuggito alla cattura come un gioco di prestigio.
Lo trovarono in un canale della Senna,
trascinato dalle onde
di una notte di settembre,
con la bocca rossa e sfumata del suo rossetto
e le sopracciglia annerite dall'ombretto,
con una rosa tra le mani,
come una promessa d'incontrarsi
con il suo destino.

Andrea Iaia



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