Hotel "Amour" per folli innamorati
o per incontri clandestini
sulla via principale
di una caffetteria francese,
dove si confonde la voglia di un sesso sfrenato
con l'illogico sguardo
di una donna affacciata,
abituata al via vai di complici annoiati
del solito gusto di un fascino perso.
Stanze che sanno di alcove in vecchio stile,
con bagno in corridoio
e profumo di muschio che nutre le nari
mentre le mani carezzano cosce
che calzano seta per salire più sopra
sino a cercare il piacere in caldi sospiri.
La donna guarda la via,
dove gli sguardi sono abbassati
per non farsi conoscere,
e la caffetteria è un ingresso
dove tutti possono entrare in quel desiderio.
Ed immagina l'incontro
nella luce d'insegna che riempie la stanza
in un respiro smorzato da un bacio sul collo
per poi mordere labbra come fosse ciliegio maturo.
Hotel "Amour", stazione in cui i viaggiatori
senza bagaglio prendono un treno verso il piacere
e la donna affacciata sogna...
sogna una cameriera ai piani che rifà il letto
dove lei ha appena fatto all'amore
con uno appassionato sconosciuto.
Andrea Iaia
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