Mi mordo le labbra
per controllare la voglia indecente d'averti...
scomposta, in quel mezzo sogno
in cui ti invento
tra le ombre di questa stanza
così, dannatamente perduta
nei meandri di un letto
che sento ora troppo grande
in cui riesco ad imbrogliare fotogrammi di te,
che mescoli il tuo corpo col mio.
Vaniglia, il profumo inebriante di sesso inventato
o perduto nella mia mente,
in cui frammento gli umori di lingua
sulla mia vogliosa di unirsi alla tua...
e mi gioco il coraggio
nella verità crudele
che mi vede arrogante nella vergogna
perché sono donna e madre fedele.
Non ti conosco, ma so che quando t'incontro
io non sono più io
ma quella che ha voglia di te
e che per te farei qualunque cosa
oltre i limiti della follia
e di quello che non faccio col mio compagno.
Non ti conosco, ma c'è quella strana magia
come se girasse un foglio
e mi facesse dimenticare che ho figli
e di essere un'altra...
in cui appena ti vedo
mi attiri e mi fai fermentare di sesso
nella mia ibrida voglia d'averti.
E intanto viaggio in modo morboso
in quel che mi piace,
perché il tuo stile mi accompagna ad essere femmina
dentro i grandi silenzi di una donna normale.
Andrea Iaia
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