Silenziosa mi resta tra le dita
la tua pelle fresca,
come una rosa spogliata del suo profumo
per farsi odore del tempo vissuto
in una passione immensa,
lacerata solo da un disco muto
che gira e s'inceppa
su quelle parole
che ti hanno fatto brillare gli occhi
in quel ballo notturno,
e che ti hanno fatto incollare la bocca
umida e carica di voglia
poi sulla mia.
Silenziosa mi resta la stanza
che hanno visto le ombre
animarsi sulla parete,
mentre concepivano sesso sfrenato
in un connubio sul letto
in cui spesso dimenticavamo
di avere una vita,
nelle mani di un'altra/o.
E il tempo volava e dovevi metterti a posto,
ritruccarti per non lasciar intravedere i segni sul collo,
lasciandomi il tuo profumo sulla mia pelle
a fondersi nei sogni nella giostra delle pupille
che volevano essere oltre la notte,
a vederti dividere il letto con l'uomo della promessa,
per vedere se la stessa passione
era sconnessa come mi raccontavi.
Eravamo nati in tempi sbagliati dicevi...
e dimenticavi che l'amore ti trova ovunque sei.
E i sogni non si possono mai cancellare:
sbiadirsi col tempo sì,
perché la rosa nelle tue mani appassisce
nella follia di una tortura
in cui nessuno si prende cura
di un amore nato per caso...
ma guarda solo al suo io
come se lui stesso fosse un'intruso.
Nessun silenzio è più silente del peso di un'anima,
che se ritrovasse la voce, ritorna l'odore
e il profumo di pelle abbracciata
e di bocca ancora unita
in quel cercarsi e unire la stessa lingua che parla al cuore
in modo profondo.
Andrea Iaia
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