Se sapessi come raggiungerti
sfiderei la gravità e le leggi cosmiche
per stare dove mi vorresti,
ma ho sempre avuto l'impressione
di essere in alto mare e nuotare ore ed ore
per chissà dove, magari a vuoto,
oppure farmi sommergere dalle onde
che mi trascinano dove son partito
perché nella tua vita non mi ci volevi fare entrare,
colpa di quel crescere
dove i figli si separano e vogliono volare in alto
senza aver le ali, per tornare quando son caduti
per quell'aiuto dove le parole sono pillole ridicole.
Le mie mani ora inventano carezze invisibili
ed aprono quel velo di emozioni al tuo sorriso
ormai indelebile dentro i miei ricordi...
ed hanno voglia di abbracciarti,
tenerti stretta in questo tempo assurdo
dove la logica è bugiarda,
fatta apposta per farti piangere
e rendere difficile ogni rapporto...
mentre vorrei solo un tuo leggero sguardo
per dirmi che dove ti trovi ora stai bene con te stessa.
Io lo so che la mia fede
è quella che mantiene viva una promessa...
che sei oltre l'universo
accanto a un Dio sbalordito
per quel che accade sulla terra...
e che a volte siamo tutti sordomuti
alle coscienze che ci parlano
ed osservano quel silenzio fatto apposta per dimenticare.
Ma voglio ancor sognare e restare senza fiato
se sapessi come raggiungerti
e rivederti ancora anche per un minuto,
il tempo di guardare se dentro gli occhi
hai quel brillare della stessa luce che ti ha visto crescere.
Supererei le montagne come fanno gli aeroplani
per cercarti tra le nuvole
e riprenderti in quel sogno
dove piangere vuol dire emozionarsi
e anche perdersi in quella voglia
di ricominciare a vivere.
E lo so che se potessi ritornare
mi vorresti fra le braccia
a sporcare la mia faccia con quel rimmel sciolto
e a farmi percepire il profumo dei capelli
per dedicarmi quel tempo tolto inutilmente
e quel bisogno di comprendere
che anche un padre è stato un figlio.
Ma se sapessi come raggiungerti e parlarti ancora...
sbalordiremmo Dio che se ne sta seduto alla poltrona,
mentre vede cosa arriva a fare l'amore
che buca l'universo per attingere un perdono.
Stupiremmo tutti come un viaggio in alto mare,
quel mare capovolto che si chiama cielo
mentre scostiamo le nuvole con le mani
per continuare a vivere ovunque andiamo.
Andrea Iaia
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