Fuori, la pioggia è incessante
e le pozzanghere sono buchi di ruote d'auto
che schizzano acqua verso incognite destinazioni.
Rigagnoli argentei scivolano sui vetri delle finestre...
e lei è oltre la soglia della sua immaginazione.
Tornerà? Dove sarà?, si chiede,
mentre sotto i tetti
due colombi gonfi e tremanti,
con occhi socchiusi si scaldano il cuore.
"Dimmi perché non mi chiami
e mi fai stare sovrappensiero",
ripete l'ansia agli occhi velati
da una futile lacrima
che scende e bagna le labbra
sino a sentire il sapore di amaro.
L'anima è inquieta e ad ogni tuono...
scolpisce il dolore di un'attesa snervante.
Le sue mani toccano i vetri bagnati,
disegnando profili di un uomo che impreca
per un ombrello spezzato,
e un'altro per i pantaloni inzuppati.
E schizzano come proiettili
i segni di gelo su tutto il corpo...
mentre la pioggia batte e la donna alla finestra
aspetta il trillo beato del suo telefono
di un momento che scioglie l'attesa.
Disperazione e fantasie illusorie
disegnano il peggio,
quando un sussulto la scuote mentre s'apre la porta
e fa sciogliere l'ansia in un sorriso tirato.
"Dimmi perché mi fai stare sovrappensiero",
dice al suo uomo,
mentre questo l'abbraccia
e la pioggia fuori,
sembra non essere più importante
di un bacio sopra la bocca.
Andrea Iaia
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