Una
sposa attraversa
la
strada che va al porticciolo
del
grande mare,
in
corteo, a piedi e intinta nelle folate di nebbia
che
le ripassano melanconiche scene
come
il velo che porta sugli occhi.
Una
futile lacrima scolpisce le ombre
di
quel che sta per cambiare...
non
è più una bambina che giocava
dentro
il cortile.
E'
una sposa qualunque, della parte vecchia
dove
si diramano vicoli, annodati tra loro.
Raggiungere
la Chiesa,
tra
gli applausi di donne sformate al balcone
e
di panettieri, operai al lavoro
in
un quadro che sembra dipinto.
La
nebbia mescola scene
con
bambini che raccolgono caramelle e confetti
in
un gran fermo immagine
dove
lei un tempo era una di quelle
mentre
nel porto suonano imbarcazioni
come
a salutarne il passaggio.
I
tacchi d'argento la tengono in equilibrio
mentre
tiene il polso
sul
corrimano delle lucide scale,
e
il fruscio di stoffa della coda sorretta
da
due piccoli paggi,
sono
come mazzi di fiori
agitati
per rilasciarne il profumo.
Una
donna è una donna
qualunque
sia il suo ceto sociale...
diventa
di classe per lasciare una traccia
a
chi l'osserva o contemplato la crescita.
Va
incontro al suo sposo
nella
vita che cambia...
lascerà
la famiglia che l'ha cresciuta
per
farne una nuova....
e
sarà sempre quella che si guarda allo specchio
prima
di uscire...
che
si darà tocchi di cipria sulla sua pelle
per
essere bella, perfetta,
con
gli occhi brillanti come le stelle.
Andrea
Iaia
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