E quante volte ho indossato una
maschera,
figlia di un tempo remoto
con cui ho stretto un patto
e forse, anche per gioco,
in solitudini in cui ho cercato
un'altra vita.
L'umana follia non ha mai una
voce,
ma solo apparenze confuse
in quelle notti mentali,
in cui dicono che siamo
speciali.
Ma, poi viene il giorno
e devi attraversarlo bucando il
tempo
con sorrisi e aspetti migliori
e avverti che qualcosa non torna
e nessuno si accorge che dentro
muori.
Forse sono bugiarda
o non appartengo a questo
mondo...
ma una maschera devi indossarla
per forza
se vuoi cullarti dentro un
romanzo
e avere le luci della ribalta.
Si sogna e si scappa dalla
realtà
che non è mai come tu vuoi,
e se il finale è struggente,
è colpa solo di quegli istanti
che sciolgono lacrime in quel
che raccogli
nella vendemmia del cuore.
Quante volte mi hai trovata
disposta
ad accettare di tutto...
e negli scatti di fotografie dei
compleanni o degli eventi
hai trovato un sorriso migliore
nella parte cui mi sentivi
tua...
ma, era una maschera la mia, per
coprire il dolore,
una pallida luce nel pieno di un
temporale
in cui ci stavo male...
e tu non hai colpa di questo
strano bagliore
e sei stato persino migliore a
vivermi accanto.
Guarirò o me ne andrò,
ma tu, resterai intanto speciale
in questo viaggio dove la vita
normale
ha sempre e nasconde un altro
volto.
Andrea Iaia
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