L'alba irrompe dalla finestra
filtrando oltre la stoffa della tenda
e brilla dentro gli occhi
svegliandola dal torpore.
Guardo l'orizzonte, fresco e trasparente,
pieno di speranze e prospettive,
con maggiore intensità...
e penso al retro gusto
di una notte sul cuscino
sognando un incontro malandrino.
Quarant'anni senza un uomo,
ma con l'ardore che sembra un fallimento...
l'alba incanta, dissolve e genera incoscienza
come stupida ragazzina
che ama sentirsi nuda al vento.
La stanza accoglie la sua presenza
come un ospite d'onore,
e il vociare della gente
come i suoni della strada
animano la città aperta come una rosa al sole.
Un canto di un muratore
sporco di cemento
fa da contrasto al suono delle campane
di una chiesa vicino al mare,
avverto l'onda che si scioglie sul mio cuore.
Un raggio della sua luce
spoglia la notte ormai alle spalle
lasciando l'insana voglia d'essere nuda
che bagnano le tremule ciglia...
e splende il giorno sulla carne
la dove mormorano i bisbigli
e placano le voglie
al sottil profumo di caffè.
Quarant'anni senza te,
ma col corpo e il sorriso da bambina
sazia la libellula che vola di fiore in fiore.
Andrea Iaia
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