C'è un temporale che non scorre dietro ai vetri
e un inchiostro che non scrive sulla carta.
Ma amabili apparenze che rimangono
e conquistano centimetri di pelle...
come farfalle nello stomaco
che svolazzano in una valle.
La pianura di una donna non è visibile alle pupille,
ma solo in certi sogni,
dove l'aria dall'odore di cannella
è chiusa dentro a un diario con le sue evanescenze
ed oscillano tra il passato ed il presente
nei segreti e confessioni,
albe ed emozioni che svaniscono di colpo.
La vidi camminare dentro a un campo
nuda e delicata
nello squarcio di un gentil lampo
che non era il prologo della pioggia...
ma il profumo più sincero di un ventiquattro maggio.
Disse di tornare a casa, ma non ricordava il tempo
ormai vissuto e nè dove veniva,
ma solo un lungo viaggio dentro i suoi ricordi.
E nel suo perso sguardo
c'era il pianto di bambina e di una madre...
un venerdì bastardo come un atto di condanna
e la figura di una donna in fuga dall'inganno.
C'è un temporale che non scorre dietro ai vetri,
e un inchiostro che non scrive sulla carta,
ma amabili apparenze che rimangono
e conquistano centimetri di pelle.
Così, l'accompagnai verso il fiume della sera
a ritrovarsi con la parte di se stessa da fanciulla
per ricongiungersi col dolore
di aver ucciso un figlio nella culla.
E il temporale della mente
ricordò quel santo pianto
dentro il sogno di una vile seduzione
e dissolvenze di un sarto che cuciva
un'abito di povere illusioni.
Seppellimmo quel passato...
un gesto innamorato
per paura di non perdere un'altra vita.
Andrea Iaia
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