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lunedì 23 gennaio 2017

Io e te ci siam letti dentro

 

Un'attesa infinita,
la speranza che non muore,
e un letto ancora intriso di sussurri danzanti
come petali di rose che cadono
su pelle bollente
e mai sazio di umori.
Un telefono che non suona,
mentre pronta e accogliente
è la porta d'ingresso che sprigiona
il desiderio d'averti
in un sogno proibito...
e so che verrai a lucidarti gli occhi
su questa pelle che ami
e sai districarti con magiche dita.
Ma com'è che ci siamo smarriti,
folgorati da un lampo al tramonto?
Io ricordo che ero in quello studio legale
dove avevo appena scritto
la fine della mia storia
con uno che non mi è mai stato accanto,
e mentre seduta condensavo le mie ferite
sei comparso con la tua donna,
decisa anche lei di farla con te finita.
Ho visto il brillare dentro i tuoi occhi...
simili ai miei, che a volte,
non riesco a guardarli dentro uno specchio...
eravamo due anime ferite,
in silenzio, a contemplare le loro vite,
strette in quel nodo,
di false promesse e illusioni,
che più si stringeva dentro il fragile petto,
 e più ti toglieva il respiro a mo' di dispetto.
E com'è che siam finiti in questo letto?
Chissà...
se davvero qualcuno decide
il destino di ognuno...
nessuno può scrivere la parola "Fine."
su quel muro banale dove nascono semi di storia.
Io e te ci siam letti dentro
e avevamo in comune lo stesso sogno.
Ora sono qui che ti aspetto,
con quel profumo addosso che a te piace tanto,
e con quel sussulto di correrti incontro
appena busserai alla mia porta.

Andrea Iaia

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